CUBA

La storia infinita dell'interesse USA su Cuba

 

Nel 1901 i delegati dell'Assemblea costituente approvano la Costituzione Cubana ma vengono costretti a introdurre l'Emendamento Platt del senatore statunitense Orville Platt che sancisce il diritto degli Stati Uniti a intervenire a Cuba, di supervisionare gli accordi commerciali e di costruire basi navali sul territorio cubano tra le quali Guantanamo, nei pressi di Santiago de Cuba, che attualmente occupa ancora il territorio cubano. Fin dagli inizi del XX secolo Cuba era diventata la "Disneyland del sesso" degli americani che, durante il periodo del proibizionismo potevano, secondo gli slogan pubblicitari, "bere quanto volevano, insieme ad ogni altro genere di divertimenti, e nessuno avrebbe chiesto loro il…certificato di matrimonio!…" Negli anni '20 del Novecento, le società statunitensi possedevano due terzi delle terre agricole cubane e, mentre le tariffe sfavorivano le industrie manifatturiere cubane, fiorì il turismo legato al gioco d'azzardo e alla prostituzione in concomitanza con il periodo del proibizionismo negli USA. Il crollo del prezzo dei beni di consumo dopo la crisi degli anni '30 provocò sommosse civili, che furono violentemente soffocate dal presidente Gerado Machado y Morales.

http://www.arcobaleno.net/turismo/cuba.htm

Gli Stati Uniti, che come si é detto alla fine del secolo scorso avevano costretto l'isola a produrre quasi null'altro che zucchero, ora proponevano una soluzione politica ai suoi problemi economici, e la soluzione aveva un nome proprio, quello di Fulgencio Batista. In realtà, si trattava di null'altro che di una nuova versione dei colpi di stato in serie, con funzioni preventive, caratteristici dell'America centrale e meridionale. Se erano inattuali i governi militari, altrettanto lo erano le coalizioni civili classiche, da un lato prive ormai di prestigio, dall'altro incapaci di frenare il malcontento in rapida ascesa, di convincere i cubani che miseria, tiempo muerto, analfabetismo, prostituzione erano mali inevitabili; che inoltre dovevano rassegnarsi alla riduzione delle proprie entrate e che, infine, la monocoltura e il latifondo, lungi dall'essere anomalie economiche, erano un destino. Era dunque indubbiamente suonata l'ora di sostituire anche le coalizioni civili con quello che, da quasi due decenni, era l'uomo forte dell'isola, Fulgencio Batista, a proposito del quale Arthur Gardner, per quattro anni ambasciatore degli Stati Uniti all'Avana, affermava che "non abbiamo mai avuto un amico migliore". Ma chi era Fulgencio Batista agli occhi dei cubani? Un sergente che, negli anni '30, si era schierato sotto la bandiera del nazionalismo (cosa che, all'epoca, comportava un impegno politico e sociale avanzato), per quindi rinnegarlo; e che, negli anni '40, divenuto nel frattempo generale, aveva governato sotto etichetta liberale nella congiuntura della seconda guerra mondiale. Negli anni '50, senatore, col sostegno dei militari aveva imposto al paese la propria dittatura. Era cresciuto alla scuola di un esercito di carriera, i cui componenti, dal generale all'ultimo soldato, erano uniti, per la vita e per la morte, dallo stesso legame: il salario sicuro, la possibilità di carriera, la pensione, i vantaggi economici della casta. Fulgencio Batista, il sergente che, nella sua parentesi nazionalista degli anni '30, era riuscito a farsi nominare colonnello, questo singolare self-made man castrense, divenne ben presto il capo di un siffatto esercito. E si trattava d un uomo venuto dal niente: suo padre aveva lavorato alla zafra , il taglio della canna. Un elemento questo che, in terra cubana, dove vivissima era la tradizione delle lotte operaie, di eccezionale vigore rispetto al contesto centroamericano, aveva una certa importanza. E per soprammercato, figlio di un paese in cui così forte é la minoranza negra, Fulgencio Batista era mulatto. II personaggio pareva fatto su misura per le necessità storiche, degli anni '50. Il colpo di stato da lui organizzato non urto contro nessuna resistenza degna di tal nome; e la sua dittatura si iniziò proponendosi come obiettivo quello di indurre i cubani a rassegnarsi ai mali di sempre, di far loro pagare le conseguenza della crisi zuccheriera, di portare Cuba a schierarsi fianco a fianco agli USA sul terreno della guerra fredda. Non tutti i cubani chinarono il capo. La protesta andò anzi crescendo in vigore; e un bel giorno si verificò l'esplosione rivoluzionaria, l'assalto alla caserma Moncada. Quale fu la reazione di Fulgencio Batista? Servendosi dell'esercito, schiacciò i rivoltosi e la maggior parte dei giovani che avevano partecipato all'azione caddero prigionieri; per parecchi giorni furono torturati e quindi sommariamente giustiziati. La risposta repressiva data dalla dittatura non era soltanto inumana: essa non era neppure in rapporto proporzionale con l'impresa tentata da quei centosettanta giovani armati di doppiette più adatte a uccidere passeri.Fino al tentativo di invasione organizzato all'estero e del quale il presidente Kennedy si dirtà pubblicamente responsabile: il vano tentativo controrivoluzionario, lo sbarco a Playa Giròn. Addestrato dalla CIA in Guatemala in piena Guerra Fredda, il commando d'invasione noto come la 2506.a Brigata era composto da circa 1500 esuli decisi a rovesciare il governo di Fidel, Il 17 aprile 1961 un migliaio di esiliati cubani sbarcarono a Playa Girón, nella Bahía Cochinos (Baia dei Porci), sulla costa meridionale dell'isola. In meno di tre giorni l'invasione era definitivamente fallita. Quarant'anni dopo, personalità del governo di J.F. Kennedy e alcuni militari che pianificarono lo sbarco hanno partecipato all'incontro e visitato Playa Girón. Nel corso della conferenza il governo cubano ha divulgato per la prima volta documenti segreti relativi al fallito tentativo di invasione dell'isola, dai quali risulta che l'Avana era al corrente del progetto di invasione. Anche gli ospiti statunitensi hanno contribuito ad apportare nuovi elementi di comprensione del periodo di maggiore contrapposizione tra il governo statunitense e quello cubano, consegnando documenti che riguardano i piani della Cia per uccidere Castro. Un memorandum del Dipartimento di Stato, redatto nel 1959, lo descrive come una personalità con una "vena di follia ... come un Hitler cubano". Nello stesso documento si legge che "sarebbe un errore sottostimare quest'uomo: è chiaramente una personalità forte e un leader di grande valore e profonde convinzioni.

 

Per liquidare la Rivoluzione, la cosiddetta operazione "Mongoose", disegnata dalla CIA nel 1962, prevedeva fra i suoi compiti dall'uso della forza militare, i sabotaggi, gli assassinii dei principali dirigenti, fino all'introduzione di armi chimiche non letali, destinate a far ammalare gli operai "azucareros" (centinaia di migliaia di persone), allontanandoli dal lavoro durante 24-48 ore, per colpire la produzione della prima risorsa d'esportazione del Paese. "Newsday", quotidiano di Long Island, ha rivelato nel 1971 che un virus proveniente da Fort Gulik, zona Canale di Panama, era stato consegnato con un peschereccio ad agenti che operavano contro Cuba. Nel libro "The Fish is Red" si ammette che agenti della CIA introdussero a Cuba, per la prima volta nel 1972, il virus della febbre porcina che decimò la popolazione animale. Si stima che più di 500.000 maiali furono sacrificati, bruciati e sepolti per combattere l'epidemia. Lo stesso Newsday scrisse che nel 1977 era fallito, per cause che non vengono rivelate, un programma biologico contro l'allevamento avicolo a Cuba. Fra il 1979 e il 1981 quattro distruttivi flagelli colpirono seriamente sia persone che coltivazioni vitali per l'economia cubana: la congiuntivite emorragica, il dengue, la "roya dello zucchero e la muffa azzurra del tabacco. "Covert Action", una rivista edita a Washington, pubblicò che, in quanto parte dell'arsenale CIA-Pentagono, si era introdotto a Cuba il cosiddetto dengue emorragico che contaminò centinaia di migliaia di persone, con un bilancio di 158 morti (e fra loro 101 bambini). Eduardo Arocena, un lider del gruppo terrorista anticubano "OMEGA 7", riconobbe nel 1984 davanti ai giurati nordamericani di fronte ai quali si presentava per una causa di assassinio, che nel 1980 aveva partecipato alla operazione di introdurre germi, come un aspetto della guerra degli USA contro Cuba. Cinque anni prima, nel 1979, "The Washington Post" aveva riferito che la CIA aveva un programma contro l'agricoltura cubana e che dal 1962 gli specialisti del Pentagono fabbricavano agenti biologici perché venissero utilizzati a questi fini.

http://www.ecn.org/asicuba/cuba/aggressi.htm

Malgrado i massicci aiuti provenienti dall'URSS, l'economia cubana era in condizione disastrosa e i problemi del paese si sono aggravati con il crollo del blocco sovietico nel 1989, dato che la Russia ha richiamato immediatamente in patria gli 11.000 soldati e tecnici che vivevano lì. Gli USA hanno mantenuto le loro severissime misure commerciali e Cuba è rimasta ben presto isolata politicamente ed economicamente. Nel dicembre 1991, la costituzione cubana è stata emendata per eliminare qualsiasi accenno al marxismo-leninismo. Castro ha mantenuto la sua lealtà alle dottrine comuniste, ma le riforme del modello sovietico erano già avviate. Nel 1993 sono state approvate delle leggi che permettevano ai Cubani di possedere e utilizzare i dollari americani; inoltre è stata permesso il lavoro autonomo in 100 settori commerciali e sono stati aperti i mercati degli agricoltori. Nel 1994 sono state imposte delle tasse sui redditi e sui profitti in dollari, e nel settembre 1996 alle società straniere è stato concesso di possedere e gestire imprese commerciali e tenute agricole. Gli USA hanno risposto a questa nuova apertura irrigidendo il loro decennale embargo nel 1996 con la legge Helms-Burton(vedi scheda), permettendo agli investitori statunitensi di intraprendere azioni legali contro le società straniere che utilizzavano le loro proprietà confiscate e sconsigliando prestiti a Cuba

http://it.travel.yahoo.com/t/wc/022/0080000.html