SALUTE

43,6 milioni di persone non possono curarsi

 

Malati d'America, dopo la privatizzazione
della sanità anche i ricchi sono poveri
In Malesia le spese a carico dello Stato sono aumentate di cinque volte dal 1996, quando la sanità è stata privatizzata. In Cile, modello di sanità mercantile, la polizza delle donne in età riproduttiva è da tre a quattro volte più alta di quella dei coetanei di sesso maschile. Anche in Colombia i tariffari assicurativi sono lasciati fluttuare sulla legge di mercato, con il risultato che soltanto il 39 per cento della popolazione femminile ha accesso alle cure. Sono i dati forniti dal Social Watch di quest'anno, intitolato "I poveri e il mercato". A differenza dei rapporti presentati dalle varie agenzie delle Nazioni Unite, lo studio curato dalle ong che fanno parte dell'International Citizens Progress Report non si limita a registrare i numeri, li mette a confronto con l'avanzare delle privatizzazioni. I risultati non potrebbero essere più eloquenti.


Poveri ricchi
Asia, Africa, America Latina. L'avanzata della Hood Robin Economy, ovvero del "ruba ai poveri per dare ai ricchi" è costellata di segni negativi: meno acqua, meno elettricità, meno cure e meno istruzione. Si tratta di una debacle sempre più difficile da nascondere, che comincia a filtrare fra le maglie della censura mediatica anche perché la misura del fallimento travalica i confini del Terzo Mondo. Il modello "efficiente e dinamico" cui dovremmo sacrificare l'arcaica idea europea di una sanità pubblica fallisce proprio lì dov'è nato, nei ricchi States. E' di ieri la notizia che il numero degli americani privi di assicurazione sanitaria è cresciuto ancora, passando dal 14,6 per cento dell'anno scorso al 15,2 per cento. Secondo il Census Bureau (l'Istat statunitense) oggi 43,6 milioni di americani sono privi di assicurazione il che, in un paese senza servizio sanitario pubblico, significa che non hanno materialmente i soldi per curarsi.

Che negli Stati Uniti i poveri stiano aumentando in modo esponenziale non è una novità. Da quando Bush è stato "eletto" sono spariti nel nulla due milioni e settecentomila posti di lavoro, lasciando appunto altrettante persone senza copertura assicurativa. Ma la novità è che non sono soltanto i nuovi poveri a venire tagliati fuori dall'assistenza: secondo la Camera di Commercio statunitense i premi assicurativi sono diventati così alti che i datori di lavoro si rifiutano di pagare la copertura sanitaria per i propri impiegati. Basti pensare che il costo medio per famiglia, che l'anno scorso era sugli 8mila dollari, quest'anno è salito a 9mila e potrebbe sfondare il tetto dei 10mila nel 2004. E si tratta di un fenomeno che non riguarda soltanto i redditi medio-bassi ma comincia a toccare anche quelli che guadagnano più di 50mila dollari l'anno. Secondo i dati della Camera di Commercio, dal 2002 quasi un milione di lavoratori a tempo pieno ha perso la copertura assicurativa.

I disoccupati che dipendono dai programmi di assistenza pubblica come Medicaid - la cui efficienza è egregiamente mostrata nella corrosiva serie televisiva "E. R. - Medici in prima linea" - non se la passano meglio. Grazie a Bush quasi tutti gli Stati sono in crisi fiscale e cercano di uscirne tagliando sui programmi assistenziali. Alcuni Stati - come il Minnesota, dove il 92 per cento dei residenti ha accesso a programmi sanitari privati o governativi - riescono a tenere, mentre altri sono letteralmente al collasso. Il primato in negativo spetta al feudo dei Bush, il Texas: qui sono privi di copertura addirittura un quarto dei residenti.


Attacco a Big Pharma
Uno dei motivi per cui le polizze sono così alte e le amministrazioni pubbliche sono costrette a tagliare, sono le altissime tariffe imposte dal cartello dei farmaceutici, grandi elettori della famiglia Bush. Contro tali manipolazioni del mercato è in corso una lotta feroce da parte delle piccole amministrazioni che si stanno accodando alle iniziative del combattivo sindaco di Springfield, nel Massachussetts: Michael Albano. Dopo avere fatto notizia nel luglio scorso, quando - primo municipio del paese - ha comprato in Canada le medicine per il suo programma assistenziale, Albano ha deciso di attaccare frontalmente Big Pharma con alcune delle tattiche impiegate contro il Sudafrica ai tempi della lotta contro l'apartheid. Il piano consiste nello scaricare i titoli del farmaceutico nel quale è investito circa il 2,6 per cento dei fondi pensione cittadini, per la ragguardevole cifra di 6 milioni di dollari.

L'impatto finanziario di una misura del genere, per giganti come Johnson & Johnson, Pfizer, Eli Lilly e Merck, è certamente di poco conto ma può innescare una reazione a catena in quegli Stati che già hanno adottato misure del genere contro le corporation del tabacco, come la California o il Minnesota. Un altro aspetto interessante è che il moderato sindaco di Springfield ha entusiasticamente adottato una classica strategia del movimento globale, la stessa impiegata nella lotta per l'accesso alle terapie anti-Aids.

Sabina Morandi   

http://www.liberazione.it/giornale/031001/default.asp