DITTATURA COSTITUZIONALE?

11/9: ostruzionismo del Pentagono e intimidazioni ai testimoni

 

Usa, la Commissione sull'11 settembre denuncia l'ostruzionismo del Pentagono
Rallentamenti nel reperire documenti e intimidazioni ai testimoni
La Commissione di indagine indipendente sugli attacchi dell'undici settembre istituita negli Stati Uniti ha denunciato ieri «gravi» difficoltà nell'ottenere le informazioni richieste al Dipartimento di giustizia e, «in modo particolare», a quello della Difesa, che ha causato gravi rallentamenti nel corso delle indagini. La commissione ha denunciato inoltre l'amministrazione Bush di non aver permesso che gli ufficiali venissero intervistati senza che la presenza dei colleghi determinasse impedimenti nelle indagini.

Nella dichiarazione della commissione c'era soprattutto la volontà di provocare una pressione pubblica sulla Casa Bianca: con quest'intento il presidente Thomas H. Kean, repubblicano, e il vicepresidente Lee H. Hamilton, democratico, hanno rilasciato una dichiarazione nella quale hanno affermato di aver ricevuto solo una piccolissima parte dei milioni di documenti governativi che erano stati richiesti, evidenziando in maniera molto esplicita la volontà delle agenzie federali sotto il controllo di Bush a non cooperare rapidamente. «Le prossime settimane saranno determinanti per capire se saremo in grado di portare a termine il nostro lavoro nei termini previsti. Ci aspetta un lavoro enorme», hanno aggiunto.

Ha risposto un portavoce della Casa Bianca, Claire Buchan: «Il presidente Bush si è impegnato ad assicurare che la commissione riceva le informazioni di cui ha bisogno e ha inoltre disposto che le agenzie federali cooperino e lo facciano con la dovuta tempestività». Il Pentagono viene, dunque, accusato di ostruzionismo, specie riprendendo in considerazione la resistenza opposta al momento della costituzione di questa commissione. Per l'altra accusa, riguardante la presenza di "sorveglianti" durante le deposizioni, Kean ha dichiarato: «Io credo che la commissione, all'unanimità, ritenga una specie di intimidazione che qualcuno per cui hai lavorato o che abbia lavorato per la tua stessa agenzia stia seduto dietro di te tutto il tempo. Potresti essere indotto a fornire una testimonianza limitata» e ha aggiunto con molta franchezza: «Noi vorremmo intervistare queste persone senza la presenza di sorveglianti o altre persone dell'agenzia». Il riferimento concreto era al caso "Zacarias Moussaoui", l'unica persona che sta attualmente affrontando un processo di fronte ad una corte americana per cospirazione negli attacchi dell'11 settembre.

Nonostante tutto, Kean e Hamilton hanno espresso il proprio ottimismo sul termine delle indagini nei termini previsti, e sulla possibilità di offrire un resoconto quanto più esaustivo possibile sui tragici fatti dell'11 settembre.

Antonella Cimino 
http://www.liberazione.it/giornale/030710/default.asp