NICARAGUA

Elezioni legali,bombardamenti puntuali.

Nel 1934 il generale Somoza, capo della Guardia nazionale (un corpo addestrato negli Stati Uniti), ordì l'assassinio del ribelle liberale Augusto C. Sandino e nel 1937 divenne presidente del Nicaragua tramite elezioni fraudolente. Nei venti anni che seguirono Somoza governò il Nicaragua in veste di dittatore, accumulando immense ricchezze personali e impossessandosi di proprietà terriere per una superficie corrispondente a quella del Salvador. La vittoria della rivoluzione sandinista sulla dittatura di Somoza e la creazione di un nuovo Stato in Nicaragua coincidono con il nuovo governo che nazionalizzò le terre dei Somoza e vi costituì cooperative agricole. I sandinisti inaugurarono inoltre una massiccia campagna di istruzione che ridusse l'analfabetismo dal 50% al 13% e attuarono un programma di vaccinazione che debellò la poliomielite e ridusse di un terzo il tasso di mortalità infantile precedente la rivoluzione. La fuga di numerose ex-guardie somoziste e di personaggi compromessi con il passato regime. Costoro si insediano soprattutto negli Stati Uniti, in Guatemala e in Honduras dove ben presto tentano di organizzarsi e di trovare appoggi in vista della destabilizzazione del governo sandinista. Sul piano militare, utilizza un esercito formato in maggioranza da soldati e ufficiali della dittatura somozista, amnistiati da una rivoluzione che non fucilò nessuno nel momento del trionfo.

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Il governo statunitense, che aveva appoggiato la dinastia dei Somoza fino alla fine, temeva che i Nicaraguensi dessero un pericoloso esempio agli altri paesi della regione: il successo di una rivoluzione popolare non corrispondeva esattamente agli auspici del governo statunitensi. Tre mesi dopo l'insediamento di Ronald Reagan alla Casa Bianca, nel 1981, gli Stati Uniti annunciarono la sospensione degli aiuti al Nicaragua e lo stanziamento di 10 milioni di dollari per le organizzazioni controrivoluzionarie note come Contras. I sandinisti risposero impiegando gran parte delle risorse nazionali per difendersi dalla ribellione finanziata dagli Stati Uniti.Nel 1984 in Nicaragua si tennero delle elezioni in cui Daniel Ortega, il leader dei sandinisti, ottenne il 67% dei voti, ma gli Stati Uniti continuarono ad attaccare il paese: nel 1985 decretarono un embargo commerciale che durò cinque anni e strangolò l'economia nicaraguense. Già allora era diffusamente noto che gli Stati Uniti finanziavano i Contras, spesso attraverso manovre segrete della CIA,È anche importante sottolineare come l'accusa che l'economia del Nicaragua sia legata a quelle dei paesi socialisti sia del tutto falsa! Per esempio, per quanto riguarda le obbligazioni del debito estero, nel 1983, il Nicaragua ha ricevuto 600 milioni di dollari in prestito dall'estero. Solo il 18% di questa somma è giunto da paesi socialisti; il rimanente è stato ricevuto da altri paesi latino-americani, da una parte di paesi dell'Europa Occidentale e dalle banche internazionali. Tra il 1979 e l'inizio del 1983, il nuovo governo nicaraguense ha ricevuto prestiti esteri e donazioni per un totale di 1,88 miliardi di dollari.Di questa somma solo il 21,4% è stato fornito dai paesi socialisti ed un quarto del 21,4% fu fornito da Cuba, un 22,4% venne dagli altri paesi latino-americani ed il 7,5% (sopratutto donazioni) fu inviato dall'Europa Occidentale. La rimanenza di questi prestiti fu fornita da istituzioni monetarie ed anche, durante l'amministrazione Carter, da istituzioni monetarie statunitensi.Nel 1982 solo il 5% della totalità del commercio internazionale del Nicaragua si è svolto con paesi socialisti.)Questa attività porta, all'inizio, alla costituzione di bande senza strategia militare e politica e spesso senza rapporti tra di loro.Queste bande si manifestano ben presto con azioni sovversive e criminali nelle zone di frontiera con l'Honduras, colpendo tra l'altro i militanti impegnati nella campagna di alfabetizzazione. Le azioni si moltiplicano con il passare degli anni e, a partire dalla fine del 1981, assumono il carattere di una iniziativa controrivoluzionaria sempre più coordinata, ben provvista di mezzi, equipaggiata militarmente e con una strategia ben definita volta a terrorizzare le popolazioni, distruggere il potenziale economico dello Stato nicaraguense e colpire gli obiettivi vitali del tessuto socio-economico del paese. L'estensione degli attacchi, che non cessano di intensificarsi a partire dal 1981, è stata minuziosamente documentata dai rapporti che hanno illustrato la serie delle aggressioni, dei sabotaggi, degli atti di terrorismo, delle azioni belliche perpetrate dalle forze controrivoluzionarie e dai loro alleati contro il popolo e lo Stato del Nicaragua. Dal 1981 al 1 settembre 1984, si contano 64 sequestri, 42 rapimenti, 30 assassinii, 45 provocazioni armate, 289 infiltrazioni, 922 scontri, 240 imboscate, 345 attacchi, 98 atti di sabotaggio, per un totale di 2.475 azioni che testimoniano una progressione incessante della politica aggressiva. A tutto ciò si aggiungono i numerosi piani di aggressione che sono stati provati (piano "Navidad Roja", piano "C", piano "Marathon", piano "Sierra"). Con tutta evidenza si tratta di un'aggressione così massiccia che non si sarebbe potuta sviluppare senza appoggi rilevanti dall'esterno alle forze controrivoluzionarie, che non solo non riescono a stabilire basi di massa tra la popolazione, ma al contrario suscitano una reazione di maggiore coesione nazionale intorno al governo, come ha riconosciuto la CIA dinnanzi al Congresso degli USA nel settembre 1983. la maggior parte dei rapporti e delle testimonianze hanno indicato nel governo degli USA e nei governi da esso sostenuti (innanzitutto l'Honduras e, in misura minore, il Costa Rica) i responsabili di questo sostegno fondamentale. Nella conferenza stampa del 21-7-1983 il presidente Reagan dichiarò che sarebbe stato estremamente difficile garantire la stabilità in America Centrale fin tanto che il governo del Nicaragua fosse rimasto al potere (New York Times, 22-7-1983).

 

Altre dichiarazioni simili, sono confermate dai rapporti della Commissione sull'America Centrale istituita dall'Amministrazione Reagan: il rapporto della commissione Kissinger per esempio conclude che "il consolidamento di un regime marxista-leninista a Managua" costituisce "una minaccia permanente alla sicurezza" (NYT, 12-1-1984). Nella primavera del 1981 gli elementi controrivoluzionari rifugiati in Florida e in Honduras cominciarono a ricevere un addestramento militare da parte delle forze speciali statunitensi (NYT, 5-4-1981). Il 1 dicembre 1981 Reagan approvava un piano di azioni segrete contro il Nicaragua articolato in dieci punti, elaborati dal Consiglio di Sicurezza, per la creazione di una forza militare di 500 uomini e lo stanziamento di 19 milioni di dollari per la realizzazione di operazioni paramilitari in Nicaragua. La reazione del popolo americano dinnanzi a queste minacce trova finalmente un'eco al Congresso che, dinnanzi alla clamorosa evidenza dei fatti, approvò nel dicembre 1982 l'emendamento Boland-Zabloski al "War Act", proibendo al governo di dare qualsiasi aiuto ai gruppi paramilitari che cercano di rovesciare il governo del Nicaragua o di provocare una guerra tra Nicaragua ed Honduras. Questi atti, se rappresentano per il Tribunale una prova non sospetta dell'impegno del governo Reagan in sostegno alle forze controrivoluzionarie, non arrivarono (anche per il contrasto con il Senato a maggioranza repubblicana) a fermare il coinvolgimento dell'amministrazione nelle attività controrivoluzionarie; nel maggio 1983 le forze controrivoluzionarie aprirono un altro fronte di operazioni contro il Nicaragua a partire dal Costa Rica, con 500 armi da fuoco e centomila dollari forniti dalla CIA (White, p. 64). Il 4 maggio il Presidente Reagan riconobbe pubblicamente che gli USA prestavano un aiuto diretto alla controrivoluzione. Nello stesso anno le forze controrivoluzionarie erano giunte, grazie agli aiuti, ad organizzare 10.000 unità. E la CIA, d'altra parte, forniva materiale importante: i due aerei che hanno bombardato l'8-9-1983 l'aeroporto di Managua erano stati forniti dalla CIA (White, p. 65). Si ha ragione di credere che altri atti di aggressione come il bombardamento dei porti siano stati preparati dalla CIA, dato che nel mese di luglio 1983 rappresentanti dell'amministrazione ammisero dinnanzi alla stampa che la CIA stava predisponendo dei piani per tre porti del Nicaragua, tra cui Corinto (San Francisco Examiner, 17-7-1983). Qualche mese dopo l'attacco contro il deposito di combustibile di Porto Corinto, l'amministrazione ha dichiarato pubblicamente sulla stampa che la CIA aveva diretto l'operazione utilizzando reparti addestrati specialmente per queste missioni (NYT, 18-4-1984). Il momento culminante di queste attività fu la posa di mine nei porti del Nicaragua all'inizio di quest'anno, ma preparata fin dal 1983. L'operazione fu supervisionata direttamente da agenti della CIA che stazionavano su un'imbarcazione al limite delle acque territoriali nicaraguensi. Questa operazione causò gravi danni a navi nicaraguensi, olandesi, panamensi, liberiane, giapponesi e sovietiche (cosa che ha comportato il rischio di un confronto diretto con l'URSS). Il governo Reagan non ha nascosto la propria responsabilità nell'operazione, rivendicata come un atto di autodifesa per El Salvador ed i suoi alleati, in conformità con il diritto internazionale (NYT, 9-4-1984). Il 1-9-1984 le forze militari del governo sandinista hanno abbattuto un elicottero utilizzato dalla controrivoluzione per un attacco proveniente dal territorio honduregno. Nell'equipaggio furono identificati due cittadini statunitensi dei quali non si è saputo altro se non che erano membri del gruppo "Civilian Military Assistance" (CMA).Cinque organismi governativi (tra cui il Consiglio di Sicurezza Nazionale, il dipartimento della giustizia, e la CIA) hanno riconosciuto di aver avuto conoscenza dell'esistenza di questa organizzazione, attiva da almeno un anno nella guerra segreta contro il Nicaragua. Rappresentanti ufficiali del Governo di Washington sono andati oltre, riconoscendo che i mercenari erano stati reclutati per aggirare la decisione del Congresso (NYT, 10-9-1984). Il dipartimento della giustizia non ha peraltro mai avviato un'inchiesta sulle attività della CIA, nonostante le violazioni del Neutrality Act che una tale organizzazione potrebbe provocare. L'amministrazione USA considera il proprio intervento in America Centrale, e particolarmente in Nicaragua, non come un atto di violenza, ma piuttosto di solidarietà con i popoli e di legittima difesa degli interessi collettivi. Per giustificare il proprio intervento, gli USA tentano di modellare per l'opinione pubblica mondiale un'immagine dello Stato sandinista, che mette in dubbio la sua legittimità e lo presenta come una minaccia militare, politica, ideologica. Il Nicaragua non sarebbe la vittima aggredita, bensì l'aggressore.

http://www.ecn.org/asicuba/popoli/nica.htm