NEW YORK - Sorpassano il
Waldorf-Astoria. Sfiorano il Bart Cafè, sulla Lexington. Si infilano
nella chiesa di Saint Bartholomew, chic quanto il Cafè che lei stessa,
in nome di Dio e del marketing, possiede. Sono in giacca e cravatta,
spesso con la valigetta in mano.
Manager più alla ricerca di una benedizione prima del lavoro? No,
senzatetto. Sono homeless, immagine di quel che l'America vuol essere e
di ciò che in milioni di casi finisce per essere davvero. Barboni, si
direbbe in Italia, ma sbarbati, puliti e con le scarpe lucide.
A Saint Bartholomew ogni lunedì e ogni mercoledì mattina li aspetta un
breakfast gratis per cento persone: fagioli e salsicciotti, manzo e
stufato di pollo. "Vengono eleganti, prima di una giornata che
passeranno a cercare un nuovo lavoro. Mangiando da noi risparmiano un
dollaro o due e sa Dio quanto gli serve", racconta il reverendo
John David Clarke. I senzatetto in cravatta di Manhattan sono la
fotografia massima di un fenomeno che attraversa gli States. La voragine
più nera e sempre più larga in cui stanno cadendo molti dei nove
milioni di disoccupati americani.
Jobless diventati homeless. Lavoratori improvvisamente ex, niente più
soldi per pagare affitti, mutui, le carte di credito mute, i conti in
banca bruciati e loro devono lasciare la casa e dormire dove capita. Nei
ricoveri per poveri, in macchina (magari Mercedes, ricordo d'agiatezza),
per strada. Spesso portandosi dietro, avvolti nella stessa umiliazione,
moglie e figli. Sono gli homeless "cheek-to-cheek", ha scritto
Usa Today, quelli della porta accanto che si è chiusa dall'interno e li
ha sbattuti fuori. Ma loro continuano ad esserci al fianco, ogni giorno.
Sono i protagonisti delle nuove
statistiche e delle nuove file per un letto e un pasto. "Identici a
noi. I senzatetto siamo noi - dice Ralph Plumb, amministratore delegato
della "Union Rescue Mission" di Los Angeles, società che si
occupa di assistenza - continuiamo a vedere quelli che dormono per
strada come degli irregolari che si sono bruciati con scelte sbagliate,
invece sono sempre di più persone regolarissime travolte da disastri
finanziari esplosi sulla loro testa".
Sono le "vittime" dell'America di oggi, delle grandi fortune e
delle grandi bancarotte, che hanno fatto esplodere un milione e mezzo di
fallimenti individuali, più di cinque volte rispetto al 1980. Sono quei
tre milioni e mezzo di cittadini che perdono in un anno la casa, dice un
rapporto dell'Urban Institute. Sono homeless per una media di sei mesi a
testa, calcola la conferenza dei sindaci Usa. Sono lavoratori che nel
41% dei casi si trascinano dietro, per strada, la famiglia.
Tanti quanti i single: è la fotografia della disoccupazione crescente,
mentre per acquistare o affittare un tetto servono sempre più soldi. A
giugno i disoccupati erano il 6,4 per cento, bisogna andare all'aprile
del '94 per ritrovare un buco simile. In un mese due lavoratori su mille
perdono il posto. Due milioni di persone a luglio cercavano un posto da
almeno 27 mesi e non lo hanno trovato: sono 276 mila disperati in più
rispetto gennaio, ammette il Dipartimento per il lavoro.
Un terremoto sociale. Tre anni fa i senzatetto con moglie e figli erano
34 ogni cento, ora i bambini per strada sono il 21%, quelli senza uno
straccio di famiglia il 5, le donne sole il 13. I sindaci prevedono un
panorama ancora più cupo per il futuro. Le società di assistenza già
denunciano la mancanza di fondi e ricoveri: nel 2002, 38 famiglie su
cento che cercavano alloggi per poveri sono state lasciate in strada, il
60% delle città non sa cosa rispondere al montare della disperazione.
Le medie poi censurano i drammi individuali. La New York capitale del
mondo batte tutti nel salto terribile delle famiglie cacciate per
strada: nel 2002 erano il 40% in più rispetto al 1999. San Francisco in
un anno ha visto un aumento del 18,3%. Boston si ferma a quota più 8,3,
ma le vittime sono soprattutto donne: più 10%. La speranza è dovunque
una strada lunga e contorta, trovare lavoro non significa potersi
permettere sempre una casa.
Il 20 per cento dei senzatetto ha un impiego, ma non i soldi per alloggi
cresciuti del 6% in un anno. Nell'area di Los Angeles il prezzo medio è
di 307.900 dollari ed allora ecco le grandi migrazioni: via dalla
California in due milioni e 200 mila, via da New York in quasi 900
mila... Si va in Arizona e Nevada, dove si spende meno.
E' la classica altra faccia dell'America di Bush, accusato di
trasformare i ricchi in sempre più ricchi.
La riduzione dal 38,6% al 15% dell'imposta sui dividendi ha già spinto
1.101 società quotate a staccare per la prima volta una cedola a favore
degli investitori o ad aumentarne l'importo, regalo alla massa di
azionisti piccoli, ma soprattutto ai propri top manager delle
stock-option. Niente paura, comunque, uno dei massimi Paperoni, Warren
Buffett, ha messo all'asta se stesso per un pranzo.
Lo ha fatto per una buona causa: una fondazione che aiuta i senzatetto
di San Francisco. Ha raccolto 250.100 dollari da otto fortunati che nel
maggio 2004 avranno il privilegio di mangiare con lui.