E’ il più grande pianeta del Sistema Solare: ha un diametro undici volte maggiore di quello della Terra e nel suo volume potrebbe contenerne millequattrocento. Dista dal Sole quasi ottocento milioni di chilometri e cioè oltre cinque volte la distanza tra la Terra e il Sole. L’anno gioviano dura quasi dodici anni terrestri mentre il suo giorno è molto breve: in poco meno di dieci ore si susseguono il dì e la notte. L’elevata velocità di rotazione ha provocato uno notevole schiacciamento polare, facilmente distinguibile anche con un piccolo strumento.
Giove è avvolto da dense nubi immerse in un’atmosfera costituita soprattutto da idrogeno ed elio e per il resto di metano, ammoniaca e acqua. Le nubi sono variamente colorate, disposte secondo "bande" parallele all'equatore e visibili anche con un piccolo telescopio. Le elevate temperature interne generano potenti correnti convettive che rimescolano in continuazione le nubi e che, data la elevata velocità di rotazione, le distendono in "fasce" e "zone" attorno al pianeta. Quelle più chiare (zone) sono costituite da gas caldi ascendenti e sono alternate a quelle più scure e rossastre (fasce) di gas freddi e discendenti. Molto interessante, anche con un piccolo telescopio, è l’osservazione della famosa macchia rossa: si tratta di una gigantesca perturbazione atmosferica con un diametro pari a quello terrestre. La rapida rotazione del pianeta ci permette di osservarne lo spostamento di ora in ora sulla sua superficie.
Disegni di Giove con i suoi quattro satelliti nella pagina del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei. |
Sempre con un piccolo telescopio e persino con un binocolo ben piazzato è possibile osservare i quattro principali satelliti di Giove. Quando Galileo nel 1611 rivolse per la prima volta il suo cannocchiale verso Giove vide anche quattro piccole stelle che lo accompagnavano, allineate lungo l'eclittica e che oscillavano a destra ed a sinistra seguendolo nel suo moto attraverso il cielo. Diversi altri osservatori, tra cui Keplero, confermarono la scoperta e ne dedussero, come aveva fatto Galileo, che i nuovi astri ruotano attorno a Giove in un moto di rivoluzione, così come la Luna fa attorno alla Terra ed i pianeti attorno al Sole. Galileo dedicò i nuovi astri alla famiglia dei Medici chiamandoli astri medicei. Essi furono poi battezzati con i nomi di Io, Europa, Ganimede e Callisto. E’ interessante osservarne gli spostamenti di giorno in giorno, e addirittura di ora in ora, poiché i loro periodi orbitali sono relativamente brevi. Per esempio, il satellite Io impiega solo 42 ore per compiere la sua orbita attorno al pianeta. Callisto, il più lontano dei quattro impiega poco meno di diciassette giorni.
Giove non possiede una crosta solida; il gas atmosferico diventa sempre più denso procedendo verso l'interno e gradualmente si converte in liquido. Sotto lo strato di nubi di acqua e di ammoniaca è verosimile ipotizzare la presenza di una nebbia di gocce di acqua ed ammoniaca sovrastante uno sconfinato oceano d'idrogeno che copre tutto il pianeta. Su questo oceano liquido domina una tenebra quasi totale appena squarciata dai fulmini scaturiti dalle nubi sovrastanti. Scendendo ancora più in profondità si incontrerebbe un nucleo roccioso del diametro paragonabile a quello terrestre, probabilmente composto di silicati di ferro.
Una bella pagina sulle scoperte astronomiche di Galileo Galilei:
http://www.pd.astro.it/mostra/NEW/A1001MAN.HTM
La pagina del Sidereus Nuncius nel quale Galileo annuncia la scoperta del
sistema gioviano:
http://www.pd.astro.it/mostra/NEW/IMAGES/SATELL1G.GIF