Diario di un soldato al fronte Russo.

Italia - Russia  Andata e ritorno

 

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La guerra di Armando  raccontata da un nipote

Tocca a me raccontare la storia di  Armando  classe 1922 nato a Villa San Michele in provincia di ISERNIA.

Narreremo in questo breve resoconto ciò che dovette affrontare a partire dal 21 gennaio 1942, partenza per il campo di addestramento, fino al ritorno a casa il 3 ottobre 1943.  

Partiremo da lontano.

Da quando Armando, con il resto della sua famiglia passava le sue giornate a lavorare la terra. Mai avrebbe pensato, per sua stessa ammissione, che si sarebbe ritrovato un giorno a combattere una guerra che non sentiva sua e che non lo era. In un paese lontano da casa di cui aveva letto solo il nome “ sulla cartina geografica” a scuola da bambino.

Le giornate erano tutte uguali al paese, il lavoro, la famiglia, la “cantina” per la partita a carte, la messa della domenica e la fidanzata da vedere rigorosamente alla presenza dei genitori. Nulla di particolarmente trasgressivo per intenderci , ma erano tempi, quelli, in cui nessuno cercava la trasgressione. Eppure il contesto storico non era dei più pacifici. La guerra era nell’area e puntualmente arrivò. La patria chiamò e Armando rispose.

In casa Lombardi la “ Cartolina precetto” arrivò puntualmente il giorno 16 gennaio 1942. Fu allora che Armando dovette recarsi al più vicino posto di comando dei Carabinieri per la registrazione del suo stato civile. Già tutti i miei amici, raccontava, avevano ricevuto la cartolina. La “ Chiamata alle armi”, come si chiamava allora, era fin troppo chiara: Destinazione CASALE MONFERRATO dove si sarebbe tenuto un corso di guerra.  

I primi sentimenti che provò Armando non furono certo di scoramento, anzi, era l’unico della sua età a non essere ancora partito e questo aveva generato in lui un senso di disagio.

Quindi alla notizia della imminente partenza si sentiva eccitato, a differenza dei parenti i quali, al contrario, ben avevano inteso il reale pericolo a cui il loro caro andava incontro.

La mattina del 21 alle quattro, il nostro, si reca prima a casa della fidanzata per un breve saluto, poi, insieme a tutta la famiglia, sei persone, più il futuro suocero, di buona lena vanno in stazione. Aveva nevicato la notte e l’area era fredda, ma dice Armando “ non lo sentivo affatto, eppure, aggiunge, dovemmo aspettare più di mezz’ora  il treno che mi porto a Campobasso”. Dopo poco la tristezza aveva lasciato il posto al sonno e, senza accorgersene, si ritrovo in stazione inquadrato con gli altri commilitoni e da li condotti al distretto militare. 

Al distretto rimase giusto il tempo per  le visite mediche di rito e per l’assegnazione del corpo. Lui fu assegnato al 1° Reggimento Artiglieria di Corpo D’Armata a Casale Monferrato appunto. La partenza era fissata per le 16.00 della sera stessa, ma nonostante mancasse molto tempo all’ora fissata non gli fu concesso di visitare la città con molto dispiacere dei ragazzi a cui avrebbe certamente fatto piacere “ scoprire” una città per loro che erano abituati a vivere in piccoli centri agricoli.

L’attesa venne ingannata con giochi di neve e successivamente con il discorso del colonnello del distretto che si rivolse alle neo reclute con parole d’incoraggiamento e con l’invito a comportarsi da buoni soldati cosi da mantenere alto l’onore dell’Italia in Guerra.

Appena finito il discorso con in testa la banda che scandiva inni patriottici, il drappello si diresse verso la stazione.  

Attraversarono le stazioni di Avellino, Napoli, Roma, dove giunsero il giorno 23, ma neanche nella Capitale rimasero molto tempo.

Via verso il nord. Stipati in vagoni zeppi di ragazzi che per lo più erano costretti a viaggiare in piedi o stesi a terra. Lasciata che ebbero la stazione di Termini, la prima vera sorpresa del viaggio: Il mare! Fino allora solo immaginato. Il convoglio finalmente arrivò a Casale Monferrato il giorno seguente alle 4.00  del mattino. Li trovarono ad attendere alcuni ufficiali che li condussero immediatamente in caserma dove furono subito divisi per batterie. Armando venne assegnato alla 5à.

Il secondo giorno di permanenza, però, proprio la sua batteria fu trasferita a Moncalvo,  provincia di Asti. E qui il primo vero dispiacere. La separazione da un caro amico con cui aveva condiviso il viaggio.

 Il nuovo indirizzo, proprio cosi che si chiamava era 1° Raggruppamento Artiglieria di Corpo di Armata, 24° Gruppo, 5a Batteria Addestramento.

 

 

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