Pagine Di Storia
a cura di Sergio D'Andrea
La
Ferrovia
E’ purtroppo inesistente un libro che parli di Villa San Michele, che narri la sua storia, le sue tradizioni, tutto rimane nella mente dei suoi abitanti, dai piccoli aneddoti ai proverbi, che continuano a tramandarsi di padre/madre in figlio/figlia.
Mi tocca comunque ricordare la figura di Michele Milano, che resta l’unico,
fino ad adesso, narratore della nostra breve storia e comunque sento la necessità
di ringraziare la sua famiglia, sempre gentile e disponibile nei confronti di
tutti.
Michele Milano, nasce a Cerreto (frazione di Vastogirardi, insieme con la nostra Villa San Michele) nel 1925. Laureatosi in giurisprudenza presso l’università degli studi di Roma, esercitò dapprima la professione forense nell’ambito del tribunale di Isernia, nello stesso periodo si interessò come corrispondente del “Messaggero” ai problemi molisani del dopoguerra. Entrato a far parte della Pubblica Sicurezza (attuale Polizia Di Stato), svolse le sue mansioni negli Abruzzi e, successivamente, nel compartimento di Polizia Ferroviaria di Verona e in Alto Adige, dove venne colpito da malattia per il clima gelido che lo costrinse ad interrompere la carriera al grado di Vice-questore. Michele Milano morì nei primi anni 90, lasciando tre figli.
“L’impegno che il Governo aveva preso subito dopo la proclamazione del Regno
d’Italia, di estendere rapidamente la rete ferroviaria alle terre d’Abruzzo,
fu mantenuto.
Con
una legge del 22.08.1862, infatti, firmata da Agostino De Pretis e Quintino
Sella, si autorizzò la costruzione della linea Sulmona - Isernia - Campobasso e
Isernia - Caianello.
La situazione era pertanto la seguente: nel 1892 venne aperta all’esercizio la
tratta Sulmona - Canzano; nel 1894 la tratta Isernia - Roccaravindola , mentre
la tratta Roccaravindola - Caianello era già stata aperta nel 1886.
Le
notizie che giungevano agli abitanti della nostra zona erano tali da riempire di
ansia l’animo di questa gente semplice.
All’inaugurazione
della linea suddetta intervenne il Ministro dei Lavori Pubblici l’On. Prenetti,
col direttore Generale delle Ferrovie Meridionali Borgnini e altre autorità, e
fu solennemente inaugurata il 18 settembre 1897 la nuova e importante linea
ferroviaria che completava la Sulmona – Isernia. |
Per
la sua costruzione si erano dovute superare moltissime difficoltà di ordine
tecnico e topografico, data la natura difficile del terreno con monti, gole,
fiumi e torrenti. In nessun’altra delle ferrovie della Catena appenninica vi
sono tante gallerie.
I
due treni provenienti dai lati opposti di Sulmona e Isernia si incontrarono a
Castel di Sangro; cosicché il treno proveniente da Isernia, dopo Carovilli, già
dentro la seconda galleria era entrato in territorio del comune di Vastogirardi
ed uscendo iniziava a percorrere il lungo ponte di 27 archi che si estendeva
lungo la cosiddetta piana Massari.
Quindi si fermò allo scalo della
stazione omonima imbandierata a festa, ove era convenuta, oltre ad un folto
gruppo degli abitanti di Vastogirardi, anche l’intera popolazione di Cerreto e
di Pagliarone (odierno Villa San Michele). Il treno inaugurale, percorrendo
altri viadotti transitava alle pendici del Monte La Penna ( R Pnnon come si dice
a Villa San Michele) e quindi proseguiva per San Pietro Avellana e Castel di
Sangro.
Per collegare Pagliarone alla fermata del treno fu necessario costruire un
tronco stradale il quale fu terminato nel 1909.
I
giovani chiamati alla leva – continua Michele Milano – non dovevano più
raggiungere a piedi Campobasso, si radunavano allo scalo ferroviario, dove
venivano salutati da parenti e amici, nello stesso scalo venivano salutati anche
i nostri emigranti che partivano per terre lontane per cercare fortuna.
La ferrovia, fu interrotta al
traffico negli anni della seconda guerra mondiale, e fu anche parzialmente
distrutta nell’autunno del 1943, molte stazioni furono rase al suolo, - una
curiosità merita che sia posta in rilievo, la tratta ferrata fu minata dai
tedeschi, ma una parte di essa, ancora peraltro visibile, rimase intatta e
questo grazie a qualche coraggioso uomo di Pagliarone, esperto di mine ed
esplosivi che di notte e di nascosto dai tedeschi andò a disinnescare gli
ordigni, solo a lui si deve se gran parte dei ponti ad archi sono ancora intatti
così come furono costruiti la prima
Alla fine del 1950 i parlamentari Ciampitti
e Sammartino protestavano per la mancata ricostruzione della tratta Roccaraso -
Carpinone. Anche se lento il cammino, la ricostruzione della ferrovia si
avvicinava ed infatti il 30 Novembre del 1955, l’onorevole Angelini inaugurava
il tratto Roccaraso – Castel di Sangro e nel 1957 veniva riaperta al traffico
la tratta Carpinone – Carovilli. Circa 3 anni dopo, precisamente nel Novembre
del 1960, il Ministro On. Spataro, partendo da Isernia, riapriva al traffico il
tronco Carovilli – Castel di Sangro”. |
Cosicché
anche Pagliarone, che ormai aveva cambiato nome in Villa San Michele aveva il
suo scalo ferroviario al casello sotto il Monte La Penna.
Attualmente
la strada ferrata è percorsa da pochissimi treni, che collegano Isernia con
Sulmona. Solo pochissimi passeggeri si possono contare sulle “littorine”
questo perché si è avuto un notevole sviluppo del trasporto su gomma, sia da
parte di automobili privati, che da parte di Imprese di trasporto.
Una volta per raggiungere Isernia ci volevano circa 2 ore, con il treno, mentre adesso da Villa San Michele si raggiunge Isernia in soli 30 minuti con l’autobus e 20 minuti con l’automobile privata. Nonostante tutto, la nostra linea ferroviaria, rimane una delle più antiche e più belle d’Italia, infatti attraversa le montagne che collegano il Molise con l’Abruzzo, ricoperte di boschi, il viaggiatore che la percorre spesso si imbatte in “acrobazie” di cervi o stambecchi e altri splendidi animali selvatici, molto presenti nella zona grazie anche alla presenza del vicino Parco Nazionale d’Abruzzo e alle riserve Demaniali di “Montedimezzo” e “Feudozzo”. Nel 1988 per festeggiare il 100° anno della storia, fu attraversata dal classico treno a Vapore, in quella occasione si rivissero le stesse emozioni, infatti ci sembrò di tornare indietro nel tempo, vedendo passare il “ciuff ciuff”.
Sergio D'Andrea