APPROFONDIMENTO
TEMATICO DI FISICA La comunicazione
Vincenzo
Calabrò
Liceo
Classico Sperimentale Statale “B.Russell” di Roma
Abstract Viene messo in evidenza il
progetto di lavoro inerente all’approfondimento tematico generale e agli
approfondimenti specifici di fisica che l’intera classe 3° Tr. C (ind.
scient.) e in particolare quattro allievi hanno affrontato durante
l’intero anno scolastico 1997/98 nel corso di fisica e laboratorio
svolto dal docente titolare. Quello che segue, pertanto, è il
punto di vista dell’Autore inerente alle linee di azione e ai criteri
didattici e metodologici che gli hanno permesso di sviluppare il percorso
tematico.
1.
Introduzione
Com’è
noto dalla Relazione generale del Consiglio di classe del 3° anno del
triennio scientifico, sezione C, gli allievi hanno effettuato un Approfondimento
Tematico inerente al tema “La comunicazione” mentre
altri studenti, in aggiunta, hanno effettuato anche un approfondimento individuale
riguardante sia esperimenti relativi alla trattazione empirica del tema in
oggetto, sia approfondimenti teorici di altri temi di fisica.
L’argomento
“la comunicazione” non ricorre frequentemente nella normale prassi
didattica, né si presta facilmente ad essere approfondito in Fisica visto
il particolare legame che lo lega agli aspetti prevalentemente
linguistici. Tuttavia, nella prospettiva di una didattica effettivamente
interdisciplinare e nella logica di un curricolo liceale di tipo
sperimentale, il contenuto del tema proposto permette, sebbene con molta
circospezione, un’attività di riflessione abbastanza significativa che
può essere posta all’attenzione dei giovani durante l’ultimo anno del
corso triennale di Fisica a patto però di circoscrivere senza ambiguità
il campo di interesse e di studio.
In
estrema sintesi dirò che con questo lavoro di approfondimento generale ho
tentato di sviluppare una riflessione allo stesso tempo metodologica ed
epistemologica inerente alla necessità di introdurre delle tematiche
concettuali che sono state più rilevanti per lo sviluppo sia del
progresso delle scienze, sia del corso di fisica. Un elemento di questo
dibattito riguarda, come è noto, il cosiddetto problema del “senso
linguistico” da attribuire o meno al sapere scientifico, cioè se la
scienza può essere considerata un’impresa culturale che sviluppa
asserti scientifici in grado di
comunicare convenientemente oppure no.
La
filosofia della scienza degli anni ’50 in poi risponde in modo positivo
a tale quesito e sviluppa le sue considerazioni lungo due direttrici:
1.
la
fisica è un sapere che possiede capacità di penetrazione conoscitiva.
In quanto tale gli asserti fisici possiedono certamente carattere
comunicativo e la comunicabilità dei costrutti scientifici è
testimoniata dall’esistenza di una lingua ben precisa che produce
risultati certificabili di affermazioni che una teoria fisica effettua non
in base a presentazioni di affermazioni basate su un linguaggio aperto e
non rigoroso ma come discorso svolto secondo regole e procedure concordate
di costruzione e di verifica su base non solo teorica ma anche empirica
(indipendentemente poi se la base empirica è molto meno solida ed
oggettiva di quanto generalmente si creda: si veda a tale proposito il
rapporto teoria-esperienza);
2.
la
fisica è un sapere le cui radici sono linguisticamente robuste,
nel senso che il concetto di comunicazione nella scienza non è
improvvisato ma si trova ben saldo su fondamenta che ineriscono agli
aspetti logici e matematici, oltre che scientifici.
Fra
le diverse e variegate direttrici di marcia che si possono sviluppare a
questo proposito ho scelto deliberatamente di tratteggiare la posizione, a
mio giudizio, epistemologicamente più corretta che inerisce al
significato stesso di scienza empirica e cioè al fatto che è necessario
privilegiare quelle decisioni di natura comunicativa che sono il
risultato di un controllo empirico delle asserzioni ipotizzate attraverso
i cosiddetti “referti sperimentali”, in quanto essi costituiscono,
come è noto, gli “oggetti”
della teoria.
E’
da aggiungere poi che dal punto di vista della fisica il problema della
“comunicazione” non riguarda, come è noto, né il solo
aspetto linguistico come veicolo di comunicazione, né gli strumenti
tecnologici della comunicazione, né l’efficacia
della comunicazione medesima,
ecc. Quello che interessa qui evidenziare, e che mi ha indotto a
considerare come la vera matrice argomentativi del progetto, è che il
concetto di comunicazione (per molti aspetti ridondante) è ricondotto più
correttamente dalla scienza a interazione trasversale tra la questione metodologica,
quella metrologica oltre che naturalmente linguistica.
Da
questo punto di vista, il problema della disamina delle teorie
della “comunicazione ” si inserisce dunque nell’importante
filone della discussione sul metodo o meglio sui “metodi” attraverso i
quali si confermano la validità (scientificità) delle proposizioni
scientifiche (Popper e il falsificazionismo,
Lakatos e i programmi di ricerca
scientifici, Feyerabend e l’anarchismo
epistemologico, Kuhn e
i paradigmi e le rivoluzioni
scientifiche, ecc...). Naturalmente, l’approfondimento ha anche
permesso una adeguata riflessione del tema dal punto di vista tecnologico,
cioè dell’uso che si fa nella vita quotidiana dei più importanti
strumenti fisici della comunicazione che hanno, com’è noto, nel corso
di elettromagnetismo classico la loro base teorica e culturale.
2.
Approfondimento generale
Il
Consiglio di Classe - all’inizio dell’anno scolastico e secondo
l’Ipotesi di Sperimentazione in atto - ha individuato la necessità che
si sviluppasse un approfondimento tematico sulla questione della comunicazione
e sulle implicazioni che da questa discendono. Di comune accordo è stato
deliberato che i docenti di Fisica e Filosofia effettuassero degli
interventi in profondità su alcune figure di rilievo nel panorama
dell’epistemologia contemporanea. La scelta ha coinvolto il metodologo
e linguista Popper. Essa è
basata sul fatto che, come è noto, Popper introduce l’impossibilità
della verifica degli asserti scientifici enfatizzandone l’aspetto
falsificazionista.
Al
di là dell’importanza dei temi popperiani il percorso logico che ha
caratterizzato l’approfondimento generale soprattutto dal punto di vista
del lavoro in comune con l’insegnante di Filosofia è stato il seguente:
1.
la fisica e la sua struttura interna: i fondamenti della fisica;
2.
la portata conoscitiva delle teorie fisiche;
3.
il rapporto scienza-tecnologia;
4.
il ruolo dell’esperimento in fisica ed esempio concreto di condotta di
un esperimento.
3.
Qualche notizia in più
Nella
Lettera a Lord Chesterfield nel
Febbraio 1755 Samuel Johnson dice: «Vi sono due tipi di conoscenza. O si
conosce una materia in prima persona o si sanno trovare informazioni al
riguardo». Quando si vogliono giustificare gli eventi di portata
rivoluzionaria che hanno mutato il mondo negli ultimi secoli trasformando
l’intera società civile si scopre che l’origine del tutto sono idee
nate per soddisfare l’esigenza di “comunicazione” dell’uomo. La
radio, il telegrafo, la televisione, il telefono, il computer, la
telematica sono scoperte fisiche di strumenti di comunicazione che hanno
prodotto in maniera incancellabile significative trasformazioni della
civiltà. L’alfabeto, la grammatica, la sintassi sono scoperte
linguistiche che hanno veramente cambiato l’uomo. I giornali, i libri,
le riviste, la multimedialità sono scoperte che riguardano la
comunicazione e che si può dire hanno lasciato un'impronta indelebile
sulla civiltà mondiale. Si può ben dire che la nostra società è una
società fondata sull’informazione la quale ha bisogno della
comunicazione per essere trasportata e riprodotta e, quindi, essere
comprensibile.
Come
insegnante di fisica ritengo in questa sede necessario giustificare la
scelta di avere insistito, in sede di Programmazione didattica, sulla
necessità di sviluppare alcuni aspetti basilari del programma del corso
che danno avvio al contesto argomentativo relativo all’elettromagnetismo
classico e al successivo passo dello sviluppo tecnologico di alcuni
aspetti della visione scientifica di Maxwell. E’ chiaro che il livello a
cui mi sono attenuto, soprattutto sulla parte tecnologica, è di tipo
liceale, non eccessivamente formalizzato, essenzialmente
qualitativo-concettuale, non certo tecnico-professionale,
come si evince d’altronde dalla lettura di qualsivoglia manuale
di 5° liceo scientifico. La pila elettrica voltiana, il motore
elettrico, i generatori elettrici in c.c. e c.a., l’esperimento
hertziano e la produzione di onde (prima meccaniche e poi
elettromagnetiche), l’invenzione meucciana del telefono e il ruolo
svolto da Righi, nonché quello svolto da Galileo Ferraris, La venuta alla
ribalta di Marconi, e tanti altri avvenimenti sono stati i protagonisti
della dimensione tecnica dell’approfondimento. La visita al Museo
dell’energia elettrica dell’ENEL a Roma ha aggiunto valore culturale
alla discussione dei temi trattati.
Gli
approfondimenti individuali svolti personalmente dagli studenti hanno
riguardato tutti un: “lavoro di ricerca inerente a un esempio
concreto di condotta di un esperimento di Laboratorio di Fisica”.
Questo lavoro si è posto l’intento di confermare empiricamente la
validità di alcune conseguenze del tema inerente alla comunicazione. Come
si può facilmente intravedere gli approfondimenti - al di là delle
differenze e delle specificità contenutistiche che li hanno
contraddistinti - sono legati da uno stesso filo metodologico ed
epistemologico e permettono di comprendere l’esigenza di illustrare come
i problemi afferenti alla dimensione empirica della fisica hanno dei
risvolti che interessano la possibilità o meno di confermare la nuova e
straordinaria ipotesi fisica di J.C. Maxwell.
L’attività
empirica ha visto gli allievi coinvolti come ricercatori in laboratorio
alla prova concreta di un controllo sperimentale in prima persona mediante
una serie di esercitazioni inerenti alla comprensione della trasmissione
di comunicazione ondulatoria (sebbene di tipo meccanico) due tipologie di
apparecchiature oggetto
dell’esperimento. 4.
Approfondimento specifico
L’argomento "comunicazione" come abbiamo già detto prima non ricorre frequentemente nella normale prassi didattica. Come è stato affrontato specificamente dal punto di vista scientifico-tecnologico che è poi l’approccio corretto della fisica? In estrema sintesi diremo che l’attività di studio e di analisi ha riguardato la dimensione sia scientifica, sia tecnologica.
L'argomento
è troppo vasto per essere sviluppato interamente. Si
è imposta pertanto una drastica riduzione degli intendimenti
dovuta non solo a difficoltà di padroneggiare significativamente i temi
citati ma, soprattutto, per ragioni che hanno riguardato gli obiettivi
didattici dell’approfondimento. Si è stabilito di effettuare delle
scelte ben precise e mirate a mete più limitate, in modo tale che
potessero interagire, peraltro in modo significativo, con il corso di
fisica. Siamo stati costretti pertanto a effettuare una scelta che ha
previsto soltanto un singolo intervento relativo a un approfondimento di
contenuto effettuato dal punto di vista delle scoperte, delle idee, degli
strumenti e dei dispositivi della comunicazione intesa prevalentemente
nell’accezione della trasmissione di informazioni sotto forma di onde
elettromagnetiche. Nello sviluppo della comunicazione l’elemento per i
nostri scopi più importante e significativo che è stato preso in
considerazione è certamente lo “strumento tecnologico” che permette
la trasmissione fisica dell’informazione.Dal
falò alla telematica, dalla selce al silicio, dal messaggero di Maratona
a Internet, dal testo all'ipertesto la scienza ha inventato nuovi
strumenti di comunicazione via via sempre più evoluti ed efficaci.Su un
normale vocabolario la parola comunicazione viene definita come
"l'azione, il fatto di comunicare, e cioè il trasmettere e rendere
partecipe una informazione" (De Felice-Duro, p.453). Il termine
comunicazione tuttavia ha assunto nel tempo significati sempre più
specifici e precisi. Inizialmente usato "con riferimento alle strade,
ai ponti, alle rotte navali, ai fiumi e ai canali, si è trasformato con
l'era elettronica in movimento di
informazione"(McLuhan). Aggiungiamo inoltre che se guardiamo al
passato ci accorgiamo che la comunicazione è passata attraverso alcune
rivoluzioni che si sono succedute nel tempo. Gli studiosi parlano di
rivoluzione "chirografica", di rivoluzione "gutemberghiana"
e di rivoluzione "elettrica ed elettronica".
Come
è noto i mezzi di informazione attraverso i quali viene realizzata la
comunicazione influenzano direttamente e indirettamente la società nella
quale l'uomo ha vissuto, vive e molto probabilmente vivrà. L'effetto più
appariscente di queste rivoluzioni è stato quello di far circolare le
informazioni a una velocità sempre maggiore e in modo sempre più
economico.
Vi
è sempre stata in atto, come costante caratteristica e in qualunque
momento del periodo storico considerato della società occidentale, la
tendenza a produrre e mettere in esercizio mezzi di comunicazione sempre
più sofisticati, in grado cioè di migliorare la comunicazione dal punto
di vista sia dello spazio, sia del tempo diventando pertanto volontaria
protagonista del processo di cambiamento e di mutazione della società
stessa.
Dalla
trasmissione di segnali elettrici prodotti
per la prima volta da H. R. Hertz nel 1888 come conferma empirica della
teoria classica dell'elettromagnetismo di J. C. Maxwell al telegrafo, dal
telefono alla radio, dalla televisione al computer e alle reti telematiche
le società sono sempre state modellate
- come dice Marshall Mc Luhan, “più dalla natura dei
mezzi di comunicazione attraverso i quali gli uomini comunicano che
non dal contenuto della comunicazione”. Un esempio di quanto detto può
essere illustrato mettendo a confronto la società europea com’era prima
e dopo la scoperta della macchina termica avvenuta con
Thomas Savery all’inizio
della prima rivoluzione industriale. Si potrebbe continuare aggiungendo la
scoperta e l’introduzione della macchina elettrica a metà
‘800. Non è pensabile affermare che queste due potenti scoperte
scientifiche che la fisica ha prodotto e le conseguenti ricadute
tecnologiche non hanno avuto alcuna influenza sulla società. Per non
parlare della scoperta della fissione nucleare del nucleo di Uranio e del
controllo della reazione avvenuta nel ’42 a Chicago con E. Fermi.
Questa
tendenza si nota ancor di più oggi in cui le strategie delle grandi
multinazionali sono impegnate sul fronte della mondializzazione
e cioè dell’attenzione che viene riservata nel passaggio dai
tradizionali modi di vivere e della produzione di beni di consumo ai
servizi.
Molto
brevemente si è trattato di mettere l’accento sulla consapevolezza,
ormai diventata certezza, che l’era dell’automobile e di qualche altro
bene di consumo tradizionale sta tramontando, mentre si va sempre più
imponendo l’attenzione verso i nuovi mezzi di comunicazione e dei
servizi. Un solo esempio per tutti. Oggi nel mondo si vendono circa 30
milioni di auto all’anno che potranno diventare tra un decennio al
massimo 50 milioni, non di più. Per contro, i televisori attivi oggi nel
mondo sono circa 250 milioni e gli abbonati al telefono circa 600 milioni.
Quanto ai computer si parla di 200 milioni di esemplari in funzione, di
cui 30 milioni collegati alla rete.
Bene.
Le previsioni ci informano che tra 5 anni la rete Internet supererà
abbondantemente quella telefonica e il numero dei suoi utenti sarà almeno
di 1 miliardo. Ciò significa che la Tecnologia dell’Informazione e le
Telecomunicazioni in generale si vanno imponendo come i servizi del futuro
e le nuove forme di comunicazione prevederanno l’uso massiccio e intenso
di questo nuovo mezzo di comunicazione, chiamato telematica.
Può
la scuola disinteressarsi di questo importante fenomeno scientifico
oltreché socioeconomico e quindi culturale e non riflettere adeguatamente
sull’esistenza di tematiche inerenti alla scienza della comunicazione?
Le radici del problema sono tutte qui.
Fra
le diverse e variegate direttrici di marcia che si potevano sviluppare a
questo proposito abbiamo scelto deliberatamente di tratteggiare la
posizione - a nostro giudizio epistemologicamente più corretta - che
inerisce al significato stesso di scienza empirica e cioè al fatto che è
necessario privilegiare quegli aspetti di idee e di contenuto riguardanti
il tema la comunicazione che sono il risultato di un
controllo empirico delle asserzioni ipotizzate attraverso i cosiddetti
“referti sperimentali”. Da ciò l’esigenza di introdurre attività
sperimentali che potessero confermare la natura della fisica come scienza
empirica che sottopone i propri asserti e
le proprie ipotesi di lavoro a controllo sperimentale di
laboratorio.
Due
allievi della classe hanno sviluppato due interessanti esperimenti di
fisica le cui relazioni sono disponibili in un caso mediante tradizionale
supporto cartaceo, mentre nell'altro caso sottoforma di documento
ipertestuale in linguaggio HTML che verrà inserito, a breve, nelle pagine
WEB del sito Internet del liceo. I due resoconti contengono tutte le
informazioni che ineriscono a una corretta prassi di lavoro di laboratorio
secondo i criteri e le metodologie tipiche della ricerca scientifica.
La
prima allieva, Giulia Festa, ha sottoposto a conferma empirica la legge
delle onde stazionarie prodotte da vibrazioni meccaniche proponendosi
l’ambizioso e originale obiettivo di ripercorrere il cammino storico di
ricerca che condusse H.R.Hertz nel 1888 a progettare e realizzare lo
storico esperimento, analogo a quello svolto dall’allieva, di conferma
della produzione, propagazione e rivelazione di onde elettromagnetiche. Il
secondo allievo, Emiliano Minella, si è concentrato invece sulle
caratteristiche tecnologiche che costituiscono un semplice circuito
elettrico adatto a produrre onde, proponendosi come obiettivo per niente
secondario l’utilizzo delle tecniche e dei procedimenti di misura dei
parametri fondamentali (R,L,C) di un circuito oscillante che produce le
onde elettromagnetiche.
Non
rientra negli scopi di questo
lavoro l'interessarsi alle complesse, multiformi e variegate questioni di
natura differente dalle tematiche fisiche oggetto di indagine scientifica.
Altre importanti riflessioni di carattere linguistico, semiologico,
segnico, ecc. sono state lasciate agli altri insegnanti della classe.
L’attività
teorica che è stata svolta con gli allievi maturandi ha riguardato
essenzialmente delle riflessioni effettuate dalla classe in merito alla
natura dei mezzi di comunicazione. In particolare si è messo l’accento
sull’importante sviluppo tecnologico e storico dei dispositivi di tipo
elettromagnetico che hanno permesso la produzione delle onde
elettromagnetiche, senza tuttavia avere la pretesa di essere stati
esaustivi e/o approfonditi.
Al
di là dell’importanza filosofica, storica, sociologica ed
epistemologica della “questione
comunicazione” qui interessa fare emergere il tipo di lavoro che è
stato svolto in classe durante le poche lezioni di approfondimento di
fisica che hanno coinvolto la
centralità della dimensioni empirica e tecnologica della fisica stessa
nell’ambito dell’argomento scelto, in quanto, come è facile prevedere
nella scienza, alla fine di
tutti i discorsi più o meno retorici, si ha sempre a che fare con il
tribunale inquisitore che è rappresentato, a detta di Galileo, da “certe
dimostrazioni e sensate esperienze”.
Il
percorso didattico che ha caratterizzato questo lavoro è stato il
seguente:
1.
la teoria di Maxwell come paradigma fisico del tema riguardante la
comunicazione;
2.
i circuiti in corrente continua e in corrente alternata: analogie e
differenze;
3.
i circuiti oscillanti e il problema della produzione, propagazione
e rivelazione delle onde
elettromagnetiche;
4.
la questione tecnologica dei mezzi di comunicazione;
5.
il ruolo dell’esperimento in fisica e la trattazione di un
esempio concreto di condotta
di
un
esperimento riguardante hertz e la conferma empirica della produzione e
rivelazione
di
segnali elettromagnetici.
Piuttosto
che elencare acriticamente una miriade di microelementi riguardanti il
vasto panorama della comunicazione ci si è soffermati specificamente
nella trattazione puntuale della sola questione dei circuiti oscillanti in
regime di correnti variabili in modo tale da comprendere efficacemente,
con persistenza di interessi, le ragioni delle cause che portarono alla
brillante conferma della teoria elettromagnetica di Maxwell applicata come
caso specifico nel campo della produzione, emissione, propagazione e
rivelazione di onde elettromagnetiche, di cui la
luce ne è un esempio significativo. In
conclusione, attraverso l’accoppiamento di resistori, induttori e
condensatori in un circuito
elettrico in regime variabile si è messa a fuoco la possibilità di
creare sistemi generatori di onde e.m. a frequenze altissime che si propagano nello spazio alla velocità della luce.Il
lavoro didattico svolto nel corso di Fisica è da considerare un tentativo
di risposta (sicuramente limitato e riduttivo) alle domande di didattica
moderna e una possibile soluzione al problema della modifica della
didattica delle scienze, soprattutto in relazione allo sviluppo di
curricoli che prevedono l’interdisciplinarità e il superamento della
settorializzazione del sapere scientifico. Roma, 3 Giugno 1998 L’insegnante di Fisica Prof. Vincenzo Calabrò |
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