APPROFONDIMENTO
TEMATICO DI FISICA Le quattro interazioni fondamentali della materia
Origine
dei fenomeni gravitazionali, elettrici e magnetici e cenni storici La
scoperta di un’interazione fra le masse risale al 1684, quando Isaac
Newton ebbe l’intuizione di confrontare due fenomeni apparentemente
diversi come la caduta dei corpi sulla Terra e il moto di rivoluzione
della Luna attorno alla Terra, e ne suppose la comune origine. La
formulazione della legge che riguarda l’interazione elettrostatica si
deve invece a Charles Augustine de Coulomb, che tra il 1785 e il 1789
condusse una serie di accurati esperimenti utilizzando una bilancia a
torsione unifilare (simile concettualmente a quella di Cavendish) con cui confermò la sua ipotesi teorica. Una
prima corroborazione empirica della teoria newtoniana si ebbe invece solo
nel 1798 proprio ad opera di Henry Cavendish, il quale riuscì a misurare
(mediante un dispositivo analogo a quello utilizzato da Coulomb) la forza
di attrazione gravitazionale tra oggetti di massa relativamente piccola
(se confrontata con gli ordini di grandezza dell’astronomia) e ricavò
sperimentalmente un valore della costante G
molto vicino a quello previsto da Newton in base ad una stima della densità
della Terra. Il
mistero che avvolgeva il magnetismo cominciò a dissolversi solo nel 1600
con William Gilbert, il primo a intuire che l’orientarsi di un ago
magnetico dipendeva dal magnetismo della terra stessa. La struttura matematica della leggeLa
legge elettrostatica di Coulomb ( F=k q1q2/r2
) e quella gravitazionale di Newton (F=G m1m2/r2)
hanno un'analoga struttura matematica: per entrambe l'intensità della
forza è, nel caso di corpi puntiformi, direttamente proporzionale al prodotto dei valori di una
grandezza fisica corrispondente ad una proprietà posseduta dai due corpi
in relazione (rispettivamente l'intensità di elettrizzazione e la massa
gravitazionale) ed è inversamente proporzionale al quadrato della
distanza che separa i due corpi. La somiglianza della forma matematica, in
particolare la proporzionalità inversa al quadrato della distanza,
determina la generica somiglianza del vecchio modello rutherfordiano
dell'atomo e di quello planetario, dove le interazioni newtoniana
e coulombiana agiscono come forza centripeta
rispettivamente sui pianeti e sugli elettroni determinando la stabilità
dell'atomo e del sistema solare (e dunque la chiusura) delle loro orbite. Simile
è la struttura matematica della legge
magnetostatica di Coulomb (F=µ p1p2/r2)
ma tale formula ha poco valore per il carattere prettamente teorico del
concetto di carica magnetica, data l'impossibilità di isolare i poli
magnetici. La legge che caratterizza l'interazione magnetica vera e
propria è invece legata alla forma della sorgente; ma secondo la
generalizzazione proposta da Laplace si
ricava F=hsinßq1v1q2/r2), e
dunque sempre una struttura del tipo y=k/x2. Il
raggio d'azione delle interazioni
Elemento comune alle tre interazioni è un raggio d'azione teoricamente infinito, contrapposto a quello estremamente limitato delle due interazioni nucleari, debole e forte (rispettivamente di raggio d’azione <<10-15 m e <10-15 m). Attrazione e repulsione dell’interazione A livello macroscopico, tutti i corpi aventi massa si attraggono ma non tutti i corpi aventi cariche (elettriche, magnetiche, di colore o deboli) si attraggono. Il
campo gravitazionale è generato da masse, quello nucleare debole da
cariche deboli, quello nucleare forte da cariche di colore e quello
campo elettromagnetico da cariche elettriche
(il campo elettrostatico è generato da cariche elettriche in quiete, un
campo magnetico è sempre e comunque generato da cariche elettriche in
moto). La
massa c’è di un solo segno, la carica (elettrica e magnetica) di due.
Questo ha conseguenze notevoli sulle caratteristiche delle interazioni. Un
corpo esteso è in genere elettricamente neutro, perché a livello
macroscopico la concentrazione dei due tipi di carica è pressoché uguale
[1]
(ossia la somma
algebrica della carica è zero): l’interazione elettromagnetica (in
quella magnetica i due poli opposti non sono distinguibili neppure a
livello microscopico), nonostante l’esteso raggio d’azione riveste
dunque un ruolo fondamentale solo nell’equilibrio “microcosmico” (ma
a livello subatomico viene poi scalzata dalle interazioni nucleari) Le
debolissime forze gravitazionali, solo attrattive, che si esercitano tra
le singole particelle di un corpo si sommano invece fino a produrre una
forza intensa tra le enormi concentrazioni di massa presenti
nell’universo.
Al
contrario l’interazione forte, benché sia sempre di tipo attrattivo,
poiché ha un raggio d’azione molto breve e si manifesta solo tra quark
o adroni, non si rivela che a livello subnucleare.
Considerazione:
a priori ogni particella non elementare può essere soggetta a tutte le
interazioni, eccetto che per l’interazione forte.
L’influenza
del mezzo Mentre
G è costante, k e h variano a seconda del mezzo [2]
in cui si trovano i corpi, e in particolare k ha nel vuoto il suo valore
massimo, mentre h può anche assumere valore maggiore che nel vuoto[3]
(nei materiali paramagnetici o ferromagnetici):
G=
(6,6726±0,0006)·10-11
Nm2/Kg2 kvuoto=8,99·109
Nm2/C2
e0=
(8,854187818±0,000000008)·10-12 C2/Nm2 hvuoto=2·107
Tm/A m0=4p·107
Tm/A Il
fatto che per m0
sia stato fissato un valore, mentre G ed e0
sono stati misurati,
dipende dalla circostanza che l’ampere, unità si misura nel Sistema
Internazionale dell’intensità di corrente, è definita con un
procedimento di misura che utilizza un fenomeno magnetico (e quindi forze
di tipo magnetica nella cui espressione compare m0). Esistenza o meno di schermi all’interazioneI
modi di schermare ciascun campo sono in realtà più una differenza che un’analogia. Ordine di grandezza dell’interazioneL’intensità relativa delle interazioni, assumendo quella forte come riferimento, risulta:
Natura centrale delle forzeNei
primi due casi la forza agisce lungo la congiungente tra due corpi, o
meglio tra i loro centri di massa o tra i loro centri geometrici: infatti
come la legge di Newton è applicabile se i corpi hanno dimensioni
trascurabili rispetto alle distanze che li separano (e dunque se si può
considerare la massa come concentrata in un punto), similmente la legge di
Coulomb è valida per cariche puntiformi o per corpi sferici con la carica
uniformemente distribuita sulla superficie
[6]. Tipo di orbita aperta o chiusa che ne consegue Dipende dall’energia del sistema, indipendentemente dall’interazione in gioco. Nel caso di una forza proporzionale al quadrato della distanza si può dimostrare che le orbite planetarie sono ellissi. Semplificando
la situazione al caso convenzionale di orbite circolari compiuta dal corpo
di massa minore attorno a quello di massa maggiore, si dice che il secondo
imprime un’accelerazione centripeta
al primo. Secondo la legge
di gravitazione universale (ma il procedimento è ripetibile anche per le
altre interazioni, data l’analogia delle loro formule matematiche) tale
accelerazione è
e dunque
L’energia
totale del sistema, somma algebrica dell’energia potenziale e di quella
cinetica, sarà dunque
ossia una quantità
negativa. Nel
caso di orbite circolari, la forza attrattiva agisce sul secondo corpo
imprimendo un’accelerazione centripeta e dunque per la gravità (il
procedimento è ripetibile anche per le altre interazioni data
l’analogia delle loro formule matematiche) v=(GM/r)½ Etotale=Ecinetica+Epotenziale=GMm/2r-GMm/r=-GMm/2r L’energia
totale è negativa anche nel caso di un’orbita ellittica ed è sempre
valida l’equazione di sopra, ma assumendo r uguale al semiasse maggiore
dell’ellisse: l’energia totale dipende solo dalle dimensioni globali
dell’ellisse, ma non dalla sua forma (da cui dipende invece la quantità
di moto, maggiore nelle orbite di eccentricità minore). Più grande è
l’energia, più grande è il semiasse maggiore: se l’energia tende a
zero, l’ellisse tende a chiudersi all’infinito, ossia a degenerare in
una parabola; se l’energia è positiva il corpo compie un’orbita
aperta di tipo iperbolico. Natura
conservativa delle interazioni Un
campo è conservativo se l’energia posseduta dal corpo dipende
univocamente dalla posizione
che esso occupa nel campo. Il campo magnetostatico è conservativo, quello elettrico variabile no! Note [1] La presenza di carica in un corpo elettricamente neutro può essere rivelata attraverso il fenomeno di induzione elettrostatica, che altera la distribuzione di equilibrio, o quello della polarizzazione. [2] I materiali che consentono la propagazione dell’elettrizzazione sono definiti conduttori, quelli che non la consentono sono gli isolanti (o dielettrici). Parlando di interazione coulombiana ci si riferisce a distribuzioni di carica in equilibrio elettrostatico, e dunque il mezzo interposto non deve permettere il moto delle cariche. [3] Suscettibilità magnetica c=mr-1 [4] Legge di Faraday-Neumann-Lenz [5] fino alla temperatura critica della sostanza, il punto di Curie, superata la quale assumono le proprietà paramagnetiche |
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