Abstract

 


 

 

Al centro dell’interesse del lavoro che qui presento vi è il concetto chiave di entropia che sarà esaminato in molte e differenti modalità. Lo straordinario interesse che il 2° principio della termodinamica riveste per la cultura, non solo scientifica, è dovuto per molti versi alle sue implicazioni in ogni campo dell’esperienza umana. L’esperimento si propone di confermare empiricamente alcuni principi della termodinamica, in particolare il secondo principio, ma anche lo zeresimo e il primo, nella doppia interpretazione fenomenologica e statistica. Per spiegare l’enigma dell’irreversibilità, oltre alla chiave entropica si è cercato di utilizzare concretamente, attraverso misure e calcolo degli errori, i concetti di equilibrio termico, di conservazione dell’energia, di aumento dell’entropia, di diminuzione dell’esergia, di ordine e disordine molecolare, nonché la categoria scientifica dell’«informazione» associata a uno stato termodinamico e generalmente ignorata in questo genere di resoconto scientifico. L’esperimento propone pertanto un tentativo, forse semplicistico, di giustificazione sperimentale del perché dell’irreversibilità e dell’asimmetria di un fenomeno termico come il raffreddamento spontaneo dell’acqua contenuta in un recipiente. La sperimentazione consiste nel cercare di giustificare, alla luce dei canoni di entropia e di meccanica statistica, le ragioni attraverso le quali si conferma la natura probabilistica dell’entropia in un caso specifico e concreto di fenomeno termico affrontabile, in un normale laboratorio di fisica, con materiali e strumenti semplici ed economici.

 

 

 

Questa vignetta è umoristica perché mostra l’inverso di un processo irreversibile. La successione di eventi  indicata potrebbe avvenire, ma è estremamente improbabile che avvenga mai.

(Riproduzione autorizzata dal Saturday Evening Post e da James Frankfort, © 1965 – The Curtis Publishing Company)

 

"Scopo della scienza è scoprire una significativa semplicità in mezzo a una complessità disordinata".

Herbert Simon

 

 

 


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