Breve storia delle «Olimpiadi della Fisica» a Roma |
A cura del prof. Vincenzo Calabrò,
docente di Fisica presso il Liceo-Ginnasio “B.Russell” di Roma
e-mail: v.calabro@iol.it URL: http://users.libero.it/v.calabro
1° Anno scolastico: 1988-1989
Fu il primo anno in assoluto per la città di Roma. Nella capitale esisteva una Sezione A.I.F., chiamata Sezione romana dell'A.I.F. che svolgeva il suo compito di aggiornamento e organizzazione di attività di formazione nel campo della didattica della fisica. Non è questa la sede per fare la storia della Sezione AIF romana. Qui mi limito soltanto a ricordarne l'esistenza e la positiva collaborazione che si instaurò tra me e la Segreteria della Sezione. Nei vari anni dello sviluppo del progetto olifis a Roma diversi furono i Segretari della Sezione AIF romana. Dò atto alle varie Segreterie di essersi sempre rese disponibili a collaborare all'iniziativa. Ma ritorniamo alla nostra storia. Fui invitato dalla Segreteria Nazionale a iscrivermi alla manifestazione mediante l'invio di una lettera che richiedesse l'iscrizione ufficiale della mia scuola al Progetto olifis. A quel tempo la Segreteria Nazionale non aveva ancora predisposto l'uso di modelli standard di iscrizione alla manifestazione come fa adesso. Ecco la lettera che inviai alla Segreteria Nazionale a Venezia a quel tempo.
Preoccupato di fornire ai miei studenti una preparazione adeguata, soprattutto per quanto riguardava l'abitudine alla risoluzione di test di fisica utilizzai i pochi strumenti di testo disponibili a quel tempo nel campo della risoluzione di test di fisica. Il libro che riuscii a reperire a quel tempo fu Jay Orear, Fisica Generale secondo il metodo dell'istruzione programmata, Bologna, Zanichelli,1978. Lo avevo letto qualche anno prima e mi sembrò uno dei pochi strumenti didattici efficaci da utilizzare nell'attività di preparazione per il test della gara vera e propria. Presento sotto la copertina del bel libro di Orear. |
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Ed ecco una pagina del libro dei test di fisica come si presenta sfogliandolo: | ||
Il libro di Jay Orear dell'istruzione programmata era uscito sul mercato italiano da dieci anni ed io avevo avuto rare occasioni di adoperarlo nella mia didattica. Alcune lezioni furono da me organizzate secondo il metodo dell'istruzione programmata, allora metodologia sconosciuta ai più. I risultati ottenuti dai miei studenti nella gara locale furono un mezzo disastro. Fui costretto a cercare di comprendere le ragioni del fiasco. Mi resi conto che ci voleva ben altro che alcune improvvisate lezioni episodiche di esercitazioni sui test di fisica per poter permettere agli studenti di indovinare la soluzione di un problema di fisica. Per la prima volta compresi che risolvere problemi di fisica non era così facile come sembrava. E riuscii a capire che era necessario uno sforzo particolare per comprendere il metodo. Feci tesoro di quell'insuccesso e cominciai a lavorare in classe per vedere di realizzare una didattica più appropriata. | ||
Di seguito sono riportate le prime due pagine del test di fisica relativo al primo anno di partecipazione degli studenti romani alla gara regionale delle olifis romane. Come si può notare la struttura del test è pressoché lo stesso di quello attuale, mentre la veste grafica è un po' primitiva rispetto a quella odierna. | ||
A conclusione della fase di valutazione degli elaborati svolti dagli studenti ho inviato alla Segreteria Nazionale la seguente relazione relativa all'andamento dei risultati conseguiti. Ecco di seguito il testo. Si tratta di una relazione molto critica sui risultati ottenuti dagli studenti. | ||
R E L A Z I O N E relativa all'andamento della gara regionale 1987 delle olifis svoltasi nella città di Roma e valida per la regione Lazio. ◊ La gara regionale di fisica relativa alla partecipazione degli studenti romani alle olifis 1989 si è svolta, come previsto, Sabato15 Aprile 1989, dalle ore 9.40 alle 13.10 nell'aula magna del Liceo Sperimentale "B. Russell" di Roma. La gara è stata organizzata a cura della Sezione A.I.F. romana con il contributo della Presidenza dello stesso Liceo che ha permesso di utilizzare materiali e attrezzature della scuola. Il numero degli studenti convocati è stato 18, mentre si sono presentati alla prova 16 allievi appartenenti a quattro scuole diverse di due ordini scolastici differenti : l'Istruzione Classica e quella Tecnica. Più dettagliatamente: 3 allievi frequentavano un Liceo Scientifico "tradizionale", 5 allievi un Liceo Sperimentale e 8 allievi due I.T.I.S. a indirizzo nucleare. Tutti i giovani erano iscritti all'ultimo anno del loro corso di studi quinquennale. Dei 16 allievi presenti alla prova 12 erano maschi e solo 4 femmine, tutte appartenenti al Liceo Sperimentale. Tre allievi si sono ritirati entro la prima ora dall'inizio della prova, mentre solo cinque sono stati coloro i quali si sono impegnati a fondo rimanendo al loro posto per tutto l'arco di tempo messo loro a disposizione. Le operazioni preliminari di identificazione dei candidati quasi tutti maggiorenni, presentatisi nel luogo della prova, senza insegnanti accompagnatori, hanno avuto inizio alle ore 9.00 e l'ultimo concorrente ha consegnato l'elaborato alle 13.10. Sia la sorveglianza, sia la valutazione degli elaborati sono state effettuate da un solo docente di fisica dello stesso Liceo organizzatore che era anche il Coordinatore della gara locale e regionale, cioè il sottoscritto. COMMENTO DEI RISULTATI Da un'analisi a "caldo", e non certo approfondita, dei risultati della prova, emergono alcune considerazioni interessanti che possono fornire utili indicazioni ai fini di una migliore chiave di lettura della preparazione degli studenti e, al limite, della didattica della fisica dei loro insegnanti. Nel mentre non si può non considerare i risultati conseguiti come complessivamente modesti (il massimo punteggio ottenuto è stato di 255 su 600 punti) si informa che nessun allievo ha risolto tutti i problemi proposti. Un solo studente ha tentato di risolverne 5, due allievi 4 e quattro ragazzi ne hanno risolti 3, mentre la dispersione rimanente non è da considerare significativa. Un'altra considerazione di un certo spessore è che i primi tre allievi classificatisi nella graduatoria dei punteggi riportati appartengono a due Istituti Tecnici Industriali; segno questo come, negli ITIS, il concorso delle discipline tecnico-professionali (che prevedono, come noto, un largo uso e una frequente abitudine alla produzione scritta mediante risoluzione di problemi di Elettrotecnica, Meccanica, ecc..) abbia permesso a quegli allievi di acquisire quel bagaglio di tecniche, di abilità specifiche e quell'abitudine critica determinante in siffatti frangenti. Altra considerazione ragguardevole che può interessare è che quasi tutti gli allievi hanno concentrato le loro energie sulle domande di Meccanica (problemi 1 e 2, riguardanti i principi di conservazione della q.d.m e dell'energia e la Statica) e di Elettrologia (problemi 5 e 6, riguardanti l'Elettrostatica e la Teoria dei circuiti elettrici), segno questo che gli argomenti di questi settori dei programmi sono stati privilegiati dai curricoli delle loro scuole. Un'altra considerazione di molto valore che si ritiene necessaria dare è che parecchi allievi, soprattutto quelli appartenenti all'Istruzione Tecnica, hanno evidenziato più volte di preferire da un lato unità di misura non appartenenti al SI (mm, atm, mA, cm/s, Kcal, mm3, g, cm, mC, dm3) e dall'altro simboli non corretti delle stesse unità di misura (°K invece di K, sec invece di s, Nw invece di N, m/sec e m/sec² invece di m/s e m/s²) quando addirittura non hanno commesso gravi errori concettuali confondendo il peso della goccia (che si misura in N) con la massa (in kg) e la densità assoluta (kg/m3) con il peso specifico relativo che è adimensionale! Un'ultima osservazione riguarda un suggerimento che mi permetto di proporre a proposito del meccanismo di selezione per accedere dalla prova di 1° livello di Istituto a quella di 2° livello regionale. A parere di chi scrive sembra necessaria una correzione al meccanismo di ammissione, laddove è consentita la partecipazione alla gara di 2° livello di allievi per i quali non è previsto il raggiungimento di un punteggio minimo nella risoluzione del test di fisica. E ciò nella direzione di evitare che alla suddetta gara si presentino allievi che prendano troppo sul serio il motto decoubertiniano che importante è soprattutto "partecipare" piuttosto che figurare bene. A conclusione di queste brevi note, colgo l'occasione per formulare tanti auguri per la successiva fase nazionale. Il coordinatore della gara regionale Roma, 1 Maggio 1989 prof. Vincenzo Calabrò |
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