Wilbur
Addison Smith
nasce a Broken Hill, Zambia (la ex Rhodesia del Nord) il 9
gennaio 1933 da Herbert James Smith e da Elfreda Lawrence. Studia alla Natal
and Rhodes University, conseguendo la laurea in scienze commerciali nel
1954. Si sposa quattro volte, la prima con Jewell Sabbert, il 28 agosto
1964. La seconda con Anne, di cui non si conosce il cognome. La terza con
Danielle Antoinette Thomas (detta Dee Dee) nel febbraio del 1971. Dopo la
morte di Danielle, avvenuta il 29 dicembre 1999 a causa di una lunga e
inesorabile malattia (tumore al cervello), si è sposato la quarta volta con
una deliziosa giovane nativa del Tagikistan, di nome Mokhiniso. Ha avuto due
figli dalla seconda moglie Anne, un maschio (Shaun) e una femmina (Christian).
Vi è poi Dieter, figlio del primo matrimonio di Danielle.
Abita stabilmente a Città del Capo, e più esattamente a Sunbird Hill, 34
Klaasens Road, Constantia 7800, a soli trecento metri da uno dei più
magnifici e lussureggianti giardini botanici del mondo. Ha stabilito la sua
residenza in quella che è stata la casa di Cecil Rhodes, sulle pendici della
Table Mountain (nel libro "Stirpe di uomini", il secondo del ciclo dei
Ballantyne, si racconta di questa stupenda casa). Profondo conoscitore della
storia sudafricana e della regione circostante (Namibia, Botswana, Zambia e
Zimbabwe), conosce, oltre all'inglese, l'Afrikaans, lo Zulu ed altri
dialetti africani. E' proprietario di molte case, oltre a quella già
nominata di Città del Capo. Ha una stupenda tenuta di 27.000 acri nel cuore
del Sud Africa, chiamata "Leopard Hill". Qui si rifugia con suo figlio a
cacciare, sua grande passione, che tuttavia gli ha procurato anche un
incidente, che lo costringe ad una andatura un po' claudicante. In principio
era un insieme di ranch, che piano piano ha acquistato. Abbattuti i vari
recinti che li dividevano, ne ha fatto una grande ed enorme tenuta, in cui
convivono perfettamente animali ed indigeni, che là hanno sempre abitato.
Naturalmente ha una casa alle Seychelles, ed un'altra lungo la costa che si
affaccia sull'Oceano Indiano, ad est rispetto a Città del Capo, dove ama
rifugiarsi sua moglie Danielle. E' una bella casa affacciata su una spiaggia
di quindici chilometri ... una cosetta, insomma! Dopo la laurea Wilbur Smith
si associò alla Goodyear Tyre and Rubber Co. di Port Elisabeth, dove lavorò
dal 1954 al 1958. Successivamente si associò alla H.J. Smith and Son Ltd di
Salisbury, ex Rhodesia e vi lavorò dal 1958 al 1963.
Le prime esperienze letterarie di Wilbur Smith sono state davvero
disastrose: tutti gli editori sudafricani ed europei (circa una ventina) a
cui aveva mandato una bozza, si erano rifiutati di pubblicarlo. A questo
punto Wilbur Smith tornò a fare il contabile in un'azienda e non pensò più
ai libri. Ma un editore di Londra lo contattò per sapere se aveva scritto
qualcosa d'altro. Incoraggiato da questo stimolo, decise di scrivere prima
di tutto per se stesso, le cose che meglio conosceva ed amava: la foresta,
gli animali selvaggi, le montagne impervie, le dolci colline del Natal,
l'oceano, la vita degli indigeni, la storia della scoperta dell'Africa del
Sud, la lunga e travagliata via verso l'abbandono dell'apartheid ed il
ritorno nella comunità internazionale .... ed è stato un successo
fantastico!
Il suo primo libro è stato "Il destino del leone", iniziatore della serie
fortunata che va sotto il nome di "Ciclo dei Courteney". A questo hanno
fatto seguito ben altri 27 libri, compreso l'ultimo e attesissimo "Figli del
Nilo". Da allora ha venduto oltre 80 milioni di libri (le cifre ufficiali si
rincorrono) e moltissimo anche in Italia, paese dove torna sempre per
presentare i nuovi libri, perché qui ha avuto sempre una incredibile
accoglienza da parte dei giornalisti e soprattutto da parte dei lettori, che
gli hanno attribuito enorme popolarità, oltre che enormi guadagni! Ed è
proprio per questo che Wilbur ha deciso che il suo libro "Figli del Nilo"
doveva vedere la luce, in prima mondiale, proprio in Italia.
Al libro "Il destino del leone" Wilbur è molto legato, proprio perché è
quello che lo ha lanciato; ma, in realtà, Wilbur Smith dichiara che il suo
libro più amato è "The Sunbird", cioè "L'uccello del sole", un fantastico
racconto di città perdute ed antiche leggende, scritto subito dopo aver
incontrato la sua Danielle. Non per nulla la casa a Città del Capo si trova
sulla Sunbird Hill, cioè la "collina dell'uccello del sole".In base alle
statistiche, pare che siano più le donne che gli uomini ad acquistare i suoi
libri. E ciò è forse spiegabile per il fatto che i protagonisti dei suoi
libri sono normalmente dei veri e propri "machi", che tutto possono, senza
che mai escano sconfitti dalle loro avventure; e, naturalmente, riescono
sempre a conquistare il cuore di una fanciulla che capita sulla loro strada.Si
dice che la moglie Danielle abbia influito enormemente sul modo di scrivere
di Wilbur: ha addolcito la rudezza dei personaggi, ha introdotto storie
d'amore più "gentili". Sicuramente la moglie è stata di assoluta importanza
per il nostro, e le male lingue asseriscono che sia stata ancor più
importante di quanto sembri, fino ad essere, probabilmente, addirittura
l'ispiratrice dei suoi libri. Sta di fatto che Wilbur Smith ha dedicato
ciascuno dei suoi libri proprio a lei, Danielle. Per tutte, si legga la
dedica contenuta in "Monsone": "Dedico questo libro a mia moglie Danielle
Antoinette il cui amore, in tutti questi anni, è stato il monsone che ha
segnato, costante e fedele, la rotta della mia vita".
Una curiosità sta nel fatto che Wilbur era uso iniziare un nuovo libro il
giorno del loro anniversario. Ma, dopo la morte di Danielle, un nuovo amore
è entrato nella vita di Wilbur, che ha dedicato il suo nuovo libro "Figli
del Nilo"proprio a lei, Mokhiniso; questa la dedica: "Al mio nuovo amore,
Mokhiniso, spirito di Gengis Khan e di Omar Khayyam, reincarnato in una luna
lucente come una perla perfetta". Mokhiniso, pertanto, possiede la forza
di Gengis Khan e lo spirito poetico di Omar Khayyam, un connubio, appunto,
perfetto.Negli ultimi tempi Wilbur scrive un nuovo libro ogni due anni. Non
è che la vena si stia esaurendo, è che, indubbiamente, i suoi libri sono più
"meditati", richiedono certamente una maggiore ricerca. Ad esempio il ciclo
dei romanzi "egizi" (Il dio del fiume, Figli del Nilo e Il settimo papiro) è
slegato dal suo Sudafrica, anche se pare fosse nei progetti di Wilbur già da
tempo, almeno dal 1990. Quando si trovava in Australia, infatti, per
presentare il suo libro "Golden Fox" (la Volpe dorata, ultimo del ciclo dei
Courteney), disse che aveva in mente di fare una crociera sul Nilo, perché
aveva una mezza idea di provare a scrivere un altro racconto su antiche
città e civiltà perdute, una sorta di riproposta del tema oggetto de
"L'uccello del sole". Qualche anno dopo, infatti, ha pubblicato quegli
splendidi libri. I suoi romanzi sono tra i più famosi al mondo: diamanti,
oro, zulù, boscimani, leoni, gazzelle, navi negriere, petroliere oceaniche,
aerei, ragazzi forti e temprati dalla vita, fanciulle bellissime e
dolcissime, uomini poderosi, donne intrepide, spioni, traditori, amore,
odio, sangue, vita e morte. Un miscuglio affascinante e travolgente di
personaggi, situazioni e luoghi tra i più strani e meravigliosi. Questo e
molto altro è Wilbur Smith! |