L'ipocrisia ai tempi dell'11 settembre

di Valerio Desiderio

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La frase più usata da chi ha commentato i fatti dell'11 settembre è stata "niente sarà più come prima". In tutta franchezza non me ne sono accorto. Dopo il periodo di commozione globale ognuno s'è asciugato le lacrimucce ed è tornato ai propri affari. Qualcuno continua a ripetere che non è più la stessa cosa, che qualcosa è cambiato, ma nessuno è in grado di dire cosa, sanno solo che "dopo una tragedia di queste proporzioni il mondo necessariamente non è più lo stesso". Determinismo spicciolo.
La verità è che la tragedia delle Torri Gemelle non è stata certo quella che ha fatto più vittime, abbiamo purtroppo troppi esempi di guerre ed incidenti che hanno fatto molti più morti, e sono episodi non lontani, né nello spazio né nel tempo. La verità è che le stesse persone che messe di fronte ai morti Afghani dicono "non mettete i morti sulla bilancia" non hanno mai avuto la minima considerazione per le persone che muoiono ogni giorno nel Mondo. Ma oggi si commuovono non perché quelle persone le conoscevano, ma solo perché ora si sentono il fiato della morte sul collo, sanno che è stata questione di poco perché non toccasse anche a loro. Insomma, ad eccezione del dolore dei conoscenti delle vittime, che merita il massimo rispetto, molti hanno versato lacrime per sè stessi.
Lacrime ipocrite.
Come ipocrite sono alcune presunte manifestazioni di solidarietà, che spero siano solo invenzione della stampa o malintesi, perché se fosse vera la notizia che il Parlamento Italiano vuole organizzare una manifestazione in cui noi italiani dovremmo sfilare con le bandierine americane ci renderemmo ridicoli di fronte al mondo intero. Questo è un atteggiamento da colonia, non da Stato Sovrano. E poi grande parte degli italiani non ha nemmeno un grande senso della Patria, la Nostra Patria, come potrebbe averne per un'altra?

E lo stato Americano entrò in guerra. Malgrado la congrega di linguisti chiamati per trovare un altro nome (polizia internazionale?) quella americana è un'azione di guerra. Ovviamente come poteva non essere una guerra chirurgica? Proprio come nei Balcani. E proprio come nei Balcani è stato dimostrato che probabilmente i chirurghi americani usano un bulldozer al posto del bisturi. Hanno detto che avrebbero colpito solo obiettivi sensibili, che non avrebbero fatto vittime innocenti e hanno bombardato le sedi dell'ONU, della Croce Rossa e della CNN. Complimenti, davvero una precisione chirurgica pari a quella dei Balcani...

E ai parenti delle vittime dell'11 settembre chi ci pensa? Niente paura, scendono in campo gli artisti internazionali che a tempo record organizzano uno spettacolo per incentivare gli spettatori a fare donazioni all'apposito numero di telefono. E allargare loro i cordoni della borsa no? Certo che no, loro sono artisti, non possono donare il vile denaro...Però possono mettere in vendita a tempo di record un nuovo cd e "parte del ricavato andrà al fondo per i parenti delle vittime". Oppure, se sono in tour, parte del costo del biglietto andrà al fondo: quanto spetterà su ogni cd o su ogni biglietto al fondo? Mistero. E intanto l'artista si fa pubblicità speculando sulla tragedia e sul senso di commozione delle persone che magari, incerte sull'acquistare il cd/biglietto o meno, saranno spinte a farlo dal fatto che così aiuteranno i parenti delle vittime. E l'artista sale in classifica, sale il suo cachet e intasca pure qualcosa su ogni cd/biglietto, perché mica può lavorare del tutto gratis!
Mi preme però segnalare il comportamento di Julia Roberts, la celebre attrice: invece di allestire a tempo record un film "il cui ricavato sarà devoluto ecc..." ha semplicemente aperto il portafoglio e donato al fondo 2 milioni di dollari (pari a 4 miliardi di lire circa). Mi risulta sia l'unica persona dello star sistem americano ad aver tenuto un simile, lodevole comportamento che però non fa notizia come i cd pseudoassistenziali.
Qualcuno vuole ancora chiamare generosità il gesto di tutti quegli artisti che hanno vergognosamente sfruttato la situazione?

E veniamo ad Hollywood: dopo aver prodotto per anni film che oggi dovrebbero suscitare per lo meno imbarazzo, da quelle parti è partita la promessa che "niente sarà più come prima" (dove l'ho già sentita?) e che non faranno più film del genere catastrofico. Perché mi risulta difficile credere che lasceranno senza lavoro i vari Stallone, Shwarznegger e compagnia bella, più tutto il mare di soldi e lavoro che questi attori e questi film muovono? Bruce Willis ha dichiarato che non farà pù film come questi. Quanto durerà questa promessa? Penso che entro un paio d'anni l'emozione collettiva sarà smaltita e la voglia di polpettoni stile "Indipendence Day" tornerà forte nella gente, non avvezza a vedere solo commedie, thriller, film romantici e (soprattutto) film impegnati. E non dimentichiamo che da questo punto di vista la guerra contro Bin Laden spingerà di nuovo sullo spirito militar-guerriero americano, e dunque sarà solo questione di tempo perché torni tutto "come prima". E poi non l'ha detto anche Bush che bisogna tornare a vivere come prima, per non dare soddisfazione ai nemici dell'America?
Anzi, forse un paio d'anni sono pure troppi: qualche sera fa in televisione sapete cosa hanno trasmesso? "trappola di cristallo", ve lo ricordate? E' quel film con Bruce Willis in cui l'eroe è prigioniero in un grattacielo : c'è il grattacielo che diventa una trappola mortale, ci sono terroristi, esplosioni assortite e l'eroe sempre sul punto di morire che però non perde mai la sua sottile vena ironica e che alla fine si salva.
Se lo avessero mandato in onda il 12 settembre ci sarebbe stata una protesta nazionale e il responsabile dei palinsesti sarebbe stato lapidato, ma è passato addirittura un mese e dunque non scandalizza più nessuno.
 

Il mondo intero ha ascoltato l'appello di Bush a tornare alla vita di tutti i giorni. Ma l'appello di Bush è stato inutile, perché il mondo non è mai cambiato.
E' sempre rimasto lo stesso.
Ipocrita.

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