CAPITOLO XVIII
La giustizia compie una perquisizione in casa di Renzo e interroga i suoi compaesani. Don Rodrigo intanto, si compiace dei provvedimenti contro Renzo e dal conte Attilio riceve nuovi incoraggiamenti e stimoli a proseguire nel suo proposito. Ma il suo compiacimento è turbato dalle notizie su Agnese e Lucia, riferitegli dal Griso. Egli è dunque sul punto di abbandonare l'impresa, poiché il monastero e la presenza in esso della potente Gertrude costituiscono per lui un ostacolo insormontabile. Prevale però il timore dell'onta per la sconfitta, e don Rodrigo decide così di tentare nuovamente il rapimento di Lucia, avvalendosi dell'aiuto di un nobile tristemente noto per le sue imprese criminali: l'Innominato.
Lucia e Agnese vengono informate dalla fattoressa del convento che Renzo è ricercato per i fatti del tumulto, mentre un pescatore, incaricato da fra Cristoforo, nel confermare la relazione, aggiunge che il giovane ha trovato riparo nel Bergamasco.
Le due donne continuano la loro vita al monastero di Monza, confortate dalle notizie rassicuranti su Renzo, che il frate invia loro tramite i suoi messaggeri. Lucia, intanto, è entrata in maggior confidenza con Gertrude e passa con lei molto del suo tempo.
Non avendo più ricevuto notizie da fra Cristoforo, Agnese decide di abbandonare il convento e di passare da Pescarenico prima di tornare a casa. Nel suo viaggio è aiutata dal pescatore che aveva portato le prime notizie certe di Renzo.
Giunta a Pescarenico, Agnese apprende da fra Galdino che padre Cristoforo è stato trasferito a Rimini. La donna torna così al proprio paese in preda allo sconforto.
Il conte Attilio si rivolge ad uno zio, membro del Consiglio segreto, perché questi, che è in confidenza con il padre provinciale dei cappuccini, intervenga per far trasferire fra Cristoforo. Per convincerlo, Attilio espone, a proposito dello scontro tra il frate e don Rodrigo, una propria versione dei fatti menzognera e calunniosa.