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24 gennaio, 2003
Lo stato dell'arte della nuova legge
regionale sulla caccia.
Ricordiamo che si tratta di una proposta per una nuova legge
regionale. A livello nazionale ci sono comunque alcune proposte
di legge per deregolamentare completamente il settore della
caccia (apertura dei parchi nazionali ai cacciatori, allungamento
del periodo di caccia ad Agosto e Febbraio, la fauna diviene
patrimonio dei cacciatori, la fauna migratoria diviene “res
nullius” mentre oggi è patrimonio indisponibile dello stato,
cioè di tutti) La legge è stata presentata dall’Assessore
Regionale alla Caccia Sciarretta. E’ stata approvata in Giunta
Regionale ed ora è in discussione al Consiglio Regionale.
C’è il serio rischio che vada in un consiglio regionale di
Febbraio. Finora sono stati fatti i seguenti interventi dal
mondo ambientalista e non solo: a)presentazione delle osservazioni
alla legge b)audizione alla terza Commissione Consiliare del
Consiglio Regionale c)raccolta e presentazione di 8000 firme
contro questa legge d)alcuni consigli comunali si sono espressi
contro e)ben 21 cooperative che si occupano di ambiente hanno
sottoscritto una lettera congiunta in cui esprimono preoccupazione
per il loro lavoro con i turisti
In sintesi si presentano sono i seguenti i punti su cui le
associazioni hanno posto l’attenzione:
APERTURA DELLA CACCIA A CERVO E CAPRIOLO:
in una regione dove i dati scientifici ci dicono che la densità
di queste due specie è ancora bassissima (si stimano circa
1000 cervi) si vogliono ora vanificare gli sforzi decennali
per la reintroduzione delle due specie, con grave danno al
turismo che si basa anche sulla possibilità di osservare in
libertà questi due bellissimi animali.
ABOLIZIONE DELLE AREE CUSCINETTO DELLE
RISERVE:
vengono addirittura abolite le restrizioni e i divieti all’attività
venatoria nelle aree cuscinetto disegnate intorno alle Riserve
Naturali Regionali. Ciò avrà gravissime ripercussioni sia
sulla fauna delle aree protette, che si troverebbe così letteralmente
assediata, sia sulle attività di ecoturismo che si svolgono
nelle riserve. Infatti proprio in queste aree cuscinetto si
concentrano sentieri, aree attrezzate, punti di osservazione.
Per esempio le decine di migliaia di persone (tra cui moltissimi
bambini) che ogni anno visitano e soggiornano presso il moderno
Centro di Educazione Ambientale di Collalto della Riserva
Regionale del Lago di Penne si ritroverebbero a visitare la
Riserva tra gli spari dei cacciatori, visto che il Centro
si trova nella fascia di protezione esterna della Riserva
.
LE DEROGHE PERMISSIVE SULLA CACCIA DIVENTONO
LEGGE:
le deroghe alla Direttiva “Uccelli” della UE diventano legge
e addirittura la Regione vorrebbe prevedere per legge di uccidere
in uno solo anno 2.400.000 storni, 2.400.000 passere d’Italia
e 2.400.000 passere mattuge, senza alcun criterio scientifico
(censimenti, studi sulla dieta e quantificazione dell’impatto
delle singole specie sull’agricoltura) (il dato deriva dal
fatto che si vuole consentire di cacciare 150 individui di
ciascuna specie all’anno: considerando che i cacciatori in
Abruzzo sono 14000 si ottiene questa cifra iperbolica che
testimonia l’assurdità del provvedimento). Se venisse accettata
questa norma la Regione Abruzzo si esporrebbe all’apertura
dell’ennesima procedura d’infrazione da parte della Commissione
Europea, visto che ad Ottobre 2001 è stata aperta una procedura
d’infrazione contro l’Italia proprio per la caccia in deroga
promossa da ben 18 regioni.
RINUNCIA AI RIGOROSI CONTROLLI SCIENTIFICI
SULLA GESTIONE VENATORIA:
viene esautorato completamente il prestigioso Istituto Nazionale
per la Fauna Selvatica come struttura scientifica di riferimento
per il rilascio dei pareri necessari alla gestione dell’attività
venatoria. Esso viene sostituito con un più addomesticabile
Osservatorio Faunistico Regionale che potrà operare senza
alcun tipo di coordinamento con l’INFS. Gli Osservatori Faunistici
locali, mai avviati, dovrebbero invece avere il compito di
monitorare a livello locale la fauna, ma solo per poi permettere
valutazioni sovraregionali e addirittura internazionali
LE AREE CONTIGUE AI PARCHI VENGONO APERTE
A TUTTI:
la proposta di legge prevede che nelle aree contigue ai parchi,
la cui perimetrazione è peraltro attesa da anni, l’accesso
sia consentito a tutti i cacciatori residenti in Abruzzo,
in aperto e palese contrasto con la Legge Quadro sulle Aree
Protette. Secondo questa Legge l’accesso alle aree contigue
è riservato ai residenti dei comuni del Parco e ai residenti
dei comuni posti ai confini, al fine di “compensare” le restrizioni
e responsabilizzare i cacciatori del posto.
RINASCE IL NOMADISMO VENATORIO:
questo è uno dei punti più pericolosi perché rischia di deresponsabilizzare
completamente i cacciatori. Oggi i cacciatori possono entrare
in determinati Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), territori
precisi in cui esistono delle strutture di gestione dell’ambiente
composte da cacciatori, agricoltori e ambientalisti. La proposta
di legge prevede invece la possibilità di concedere ad ogni
cacciatore 10 permessi di ingresso giornalieri per entrare
in altri Ambiti. In questo modo un cacciatore potrebbe decidere
di entrare nell’ATC che meglio riesce a gestire la fauna sfruttandone
così gli sforzi senza doversi impegnare nella corretta gestione
di quel territorio. In questo modo si premia l’egoismo venatorio”
dei cacciatori mordi e fuggi.
AUMENTO DEI GIORNI DESTINATI ALLA CACCIA:
per ben due mesi, da Ottobre e Novembre, viene concessa una
deroga che permette di aumentare da 3 a 5 i giorni di caccia
settimanali, con un aumento del 66% della pressione venatoria
sui migratori (il 95% delle popolazioni di migratori è in
fortissimo declino in tutta Europa, con punte del 40-50% di
diminuizione in 30 anni). Inoltre si vuole dare a ogni singolo
cacciatore di scegliere questi giorni tra tutti e 7 i giorni
della settimana, mentre oggi almeno ci sono due giorni (il
martedì e il venerdì) di cosiddetto “silenzio venatorio”:
nessuno può sparare quei giorni e la fauna almeno può avere
qualche giorno di pausa.
RIDUZIONE DELLE AREE NATURALI PROTETTE
si pretende di rendere vincolante un limite del 20% del territorio
agrosilvopastorale da destinarsi ad aree protette, pena la
riperimetrazione delle stesse in caso di superamento di questa
soglia. Si dovrà così tagliare 1/3 delle aree protette presenti
in regione. Il TAR del Lazio ha già sancito che questo limite
non può considerarsi vincolante perché, come più volte ribadito
dalla Corte Costituzionale, quello alla protezione della fauna
selvatica è un interesse primario per cui di fronte ad esso
si possono limitare altri diritti o interessi, compreso quello
riconducibile all’attività venatoria, che viene definitita
dalla Consulta un’attività “ricreativa” .
RIDUZIONE DELLE OASI DI PROTEZIONE DELLA
FAUNA E DELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA (ZRC): .
la proposta di concentrare le Oasi di Protezione della Fauna
e le Zone di Ripopolamento e Cattura all’interno delle aree
regionali protette contrasta con diversi articoli della legge
quadro sulla caccia e della legge quadro sulle aree naturali
protette. Inoltre istituendo oasi di protezione della fauna
in riserve regionali, verrebbe meno anche lo scopo di istituzione
delle Oasi di protezione. Alcune Oasi di protezione riguardano
le foci dei fiumi e sono state istituite per salvaguardare
diverse specie di uccelli acquatici. La Giunta Regionale pretende
ora di “spostare” le Oasi nelle aree protette già esistenti,
ma rimane francamente difficile immaginare che l’Assessore
Sciarretta riesca a trasferire qualche foce di fiume in montagna
convincendo le anatre a trasferirsi a Campo Imperatore, piuttosto
che sulla Camosciara.
IL CONTROLLO DELLA FAUNA SELVATICA NASCONDE
NUOVE FORME DI CACCIA:
si fanno molto più larghe le maglie per arrivare all’adozione
di misure per gli abbattimenti della fauna. Si abbandona completamente
la strada della riduzione dei danni all’agricoltura attraverso
i metodi incruenti (es.: recinti elettrificati), gli unici,
guarda caso, ad aver funzionato in Abruzzo. Inoltre non vengono
selezionati attentamente le categorie degli operatori che
dovrebbero attuare gli abbattimenti selettivi ma questi potranno
essere esercitati da tutti i cacciatori.
INTRODUZIONE DELLE ARMI NELLE AREE PROTETTE:
si vorrebbe permettere il trasporto delle armi nelle aree
protette regionali in contrasto con numerose sentenze della
Corte di Cassazione che ha più volte ribadito come sia vietato
introdurre armi, anche scariche, nelle aree protette. Questa
misura è uno dei pochi deterrenti contro il bracconaggio.
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