Progetto

Ceddiani

CEDDIANI, anticamente Celleyàni, villaggio della Sardegna nel distretto di Solorussa della provincia di Busachi. Comprendevasi nella curatoria del Campidano-maggiore del giudicato d'Arborea.
Sta incontro al ponente sulla costa d'un rialto in distanza da Cabras capo-luogo di mandamento d'un ora e mezzo, da Oristano di due ore a cavallo.
Le strade sono irregolari in direzione e in ampiezza, e assai fangose, sebbene, come può dedursi dalla giacitura, sia ben facile dar uno scolo.
Le case sono 150, tutte a mattoni crudi di argilla. Le anime (an. 1834) 473 in famiglie 141. Si celebrano all'anno 7 matrimoni, nascono 30, muojono 15. Nelle malattie ordinarie poni infiammazioni di petto e dell'addomine, febbri periodiche autunnali, dolori laterali, epatiti, reumi ecc.
Grande è il calore che si soffre per i più di sei mesi; grandissima la umidità per le molte acque stagnanti, onde in certe stagioni fuma una nebbia crassa. L'aria sarebbe sempre salubre? A danno della salute cresce la pessima qualità delle acque potabili.
Sono gli uomini di Ceddiàni molto laboriosi. I più si occupano dell'agricoltura, pochissimi si esercitano in qualche arte meccanica quando sia bisogno; le donne lavorano il lino in 120 telai.
Vi è istituita la istruzione elementare, ma non vi si mandano che pochi fanciulli.
Comprendesi questo popolo nella giurisdizione dell'arcivescovo d'Arborea.

La chiesa parrocchiale posta dopo le abitazioni ha per titolare l'Apostolo s. Pietro, e governasi da un pro-vicario con l'opera sussidiaria di un altro prete. L'unica chiesa figliale sotto l'invocazione di s. Antonio da Padova trovasi fuori a pochi passi. La principale solennità è per s. Vito, con molta frequenza, divertimenti e corsa di barberi.
Le terre sono molto idonee ai cereali, e dicesi pure al cotone e alle patate. Tra l'altre è assai lodata l'Isca siccome fertilissima di granone, civaie e frutta ortensi. Si semina starelli, di grano 1000, d'orzo 30, di fave 80, di legumi 20, di lino 20. Il monte di soccorso distribuisce starelli 800.

Le vigne prosperano mirabilmente, e sono molto pregiati i vini così ordinari, come gentili. I prodotto somma ha 10000 quartieri, di cui una parte si brucia per acquavite. Nei piccoli predi non saranno più di 1000 alberi fruttiferi. La maturità è in tutte le specie assai precoce. Non piccola parte del territorio è chiusa, e vi si coltivano cereali, o tengon in pastura le bestie.
Queste sono nelle seguenti specie e numeri: buoi 240; vacche 100; cavalli 40; pecore 2000; porci 36; giumenti 110.
Con ciò sia che sieno le terre erbifere, e in molti siti umidosi anche di estate han tutto l'anno sufficiente alimento.
Scorre per esse il fiume che da Bonarcado passa in Tramazza, e congiunto con l'altro da s. Lussurgiu, va sotto il ponte di Riòla (V. Busachi provincia). Il Tirso e dall'altra parte.
Questo riboccando dall'alveo e versandosi in un concavo forma una palude. Ne troverai altri minori nelle quali terre acquidose vegetano bei cannetti, onde si prendono gli steccati delle peschiere.
Molte specie di acquatici offronvi facil preda ai cacciatori. Sono vestigia di antica popolazione nel sito che denominano di s. Elena. Presso la chiesa parrocchiale furono in altri tempi riconosciuti gli avanzi d'un edificio credutosi monisterio.
Questo comune è compreso nel marchesato De-Arcàis.

Fonte: Dizionario Geografico Storico, Statistico Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna

A cura del Prof. Goffredo Casalis

Torino, 1833

presso G. Maspero libraio

Cassone Manzobati Vergellato Tipografico