IL PERÙ


Capitale Lima
Superficie 1.285.220 km2
Popolazione 26,1 milioni
Etnie indigeni americani (45%), Meticci (37%), Europei (15%)
Lingue Spagnolo (ufficiale), Quechua (ufficiale), aymarà
Religione Cattolica per il 95%. Diffuso l'animismo
Moneta Nuevo Sol
Pena di morte Abolizionista per i reati ordinari
Diritto di voto Suffragio universale, sopra i 18 anni


SINTESI STORICA

1979: Un' Assemblea Costituente democraticamente eletta decreta, varando una nuova Costituzione, il passaggio dalla Giunta militare all'autorità civile. Il presidente della Repubblica è Alan Garcia.

1983: inizia la politica di repressione esecuzioni extragiudiziarie e sparizioni. Si espande la lotta da parte di gruppi armati di opposizione, Sendero Luminoso e Movimiento Revolucionario Tupac Amaru, che si protrarrà per tutti gli anni '80.

1990: vince le elezioni presidenziali Alberto Fujimori, che apre al capitale straniero ed incrementa l'azione repressiva per sconfiggere la guerriglia, in nome della stabilità del Paese.

1992: con un autogolpe Fujimori rafforza il proprio potere ponendosi a capo delle Forze Armate. Viene ulteriormente appesantita la politica repressiva nei confronti delle opposizioni.

1993: viene varata la nuova Costituzione, che rafforza ulteriormente il potere del Presidente della Repubblica.
Viene varata la Legge Antiterrorismo, che legittima una pesante azione repressiva nei confronti di chi possa essere ritenuto sospettabile di appartenere, od essere vicino, ai gruppi armati di opposizione. Sulla base di questa legge, centinaia di persone vengono arbitrariamente arrestate e sommariamente processate.

1995: Viene promulgata la Legge di Amnistia, che garantisce un'amnistia generale ai membri delle forze di sicurezza che fossero oggetto di denunce, processi o condanne o che stavano scontando una pena carceraria per violazioni dei diritti umani commesse tra il Maggio 1980 e il 15 giugno 1995.

1996: grazie alle numerose pressioni dall'esterno, viene istituita una Commissione con il compito di rivedere i casi di persone ingiustamente condannate per atti di terrorismo. La commissione è istituita pro-tempore, ma la sua durata viene più volte prorogata.

1998: il Perù si ritira dalla Corte Inter-Americana dei Diritti Umani.

2000: Fujimori viene nuovamente eletto Presidente, con delle elezioni che si distinguono per brogli elettorali ed irregolarità.

2000: uno scandalo per corruzione coinvolge il vice di Fujimori, Vladimir Montesinos, considerato l'eminenza grigia del governo. Lo scandalo travolge a catena Fujimori, che nel novembre viene giudicato "inidoneo" dal Congresso e trova rifugio in Giappone . Si insedia un governo di transizione, che guiderà il Paese fino alle nuove elezioni.

2001: Con libere elezioni, diviene Presidente della Repubblica Alejandro Toledo.

2002: viene istituita la ? Comision de verdad? per far luce sulle gravissime violazioni dei Diritti Umani avvenute nell?epoca fujimorista.

2003: il 3 gennaio la Corte Costituzionale dichiara incostituzionale la legislazione anti-terrorista del 1992.


ADESIONI A TRATTATI INTERNAZIONALI E REGIONALI IN MATERIA DI DIRITTI UMANI

* Trattato internazionale sui diritti civili e politici (TIDCP)
* Protocollo opzionale al TIDCP
* Trattato internazionale sui diritti economici, sociali, e culturali (CIDESC)
* Convenzione contro la tortura ed altri trattameni o punizioni crudeli inumani o degradanti
* Convenzione sullo status di rifugiato (1967)
* Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di dscriminazione verso la donna
* A novembre '01 viene ratificata l'adesione al Tribunale Penale Internazionale Permanente.


ORDINAMENTO COSTITUZIONALE

Repubblica unitaria di tipo presidenziale, indipendente dal 1821-24. Il Presidente della Repubblica è capo di Stato e capo di Governo. E' il capo Supremo delle Forze Armate, e il suo mandato dura 5 anni, assieme con due vice- presidenti.
Il Consiglio dei Ministri, che si chiama Gabinetto, ha un proprio Presidente. Essi decidono le politiche del Paese, i suoi membri sono nominati dal Presidente della Repubblica.
Il Potere Legislativo risiede nel Congresso, che è composto di una singola Camera. I congressisti. sono 120. Il Congresso è eletto dal popolo a suffragio universale per una legislatura di cinque anni. Il potere giudiziario comprende una Corte Suprema, Alte Corti e Corti di diritto Civile e Penale.


STORIA

Fin dai primi anni che seguono la violenta conquista del Perù da parte degli spagnoli si sviluppa la resistenza delle popolazioni andine all'annientamento fisico e culturale. Nel corso dei secoli questa lotta si esprime in modi diversi, ma al tempo stesso rivela il filo conduttore unitario della ricerca del1'identità di popolo.
A partire dalla seconda metà del 900, si susseguono in Perù varie dittature militari che sconvolgono il Paese, portatrici di valori reazionari e cieche di fronte ai bisogni ed alla povertà estrema della popolazione.
Nel 1979 un'Assemblea Costituente democraticamente eletta vara una nuova Costituzione che decreta il passaggio di potere dalla Giunta militare all'autorità civile. Sono tuttavia anni di disagio economico e sociale: il debito estero sale enormemente, cresce a dismisura la sottoccupazione, il 70% della popolazione è ridotta in condizioni di povertà estrema. Nelle regioni andine la situazione è disperata; la povertà e l'abbandono da parte dello stato costituiscono il terreno ideale per il diffondersi di una nuova guerriglia: Sendero Luminoso. La risposta unicamente militare del governo peruviano crea tensioni all'interno della sinistra, della Chiesa, dei contadini e suscita critiche da parte di settori delle stesse forze armate che contestano le scelte economiche governative.
La nuova repressione ha così inizio. Dal 1980 cominciano le detenzioni e i processi extragiudiziali; anche le fucilazioni simulate. Durante il 1983 si inaugurano due pratiche, brevettate esclusivamente dallo stato e dalle forze repressive: le sparizioni e le fosse clandestine, vere e proprie discariche di cadaveri. Ci sono 245 casi di scomparsi denunciati dai familiari: per Amnesty International esistono più di 1.000 casi fino al 1984. Sicuramente sono molti di più, dato che molti, per paura o per ignoranza, non svolgono le pratiche necessarie. Molti dei cadaveri trovati nel cimiteri clandestini hanno in comune una pallottola nella testa, ciò indica che sono stati giustiziati da una forza organizzata, ma a volte i corpi sono fatti a pezzi da cariche esplosive o bruciati.
Sendero Luminoso ha le sue basi di appoggio nelle comunità stesse: i guerriglieri si nascondono fra i contadini, così per distruggere la guerriglia in Perù negli anni 80, le forze repressive e lo stato usano una nuova strategia rispetto alle precedenti rivolte: arruolano i contadini, si offrono di coprire certe necessità immediate e li lanciano contro i senderisti. Questo significa risparmiare perdite militari e scaricare i costi della guerra sulla stessa popolazione civile. L'esercito intende la lotta contro Sendero Luninoso come una guerra interna, i Senderisti devono restare ideologicamente isolati: non guerriglieri, ma terroristi. Un altro procedimento utilizzato è la tortura: picchiare i prigionieri, appenderli e usare la corrente elettrica divengoro procedimenti abituali.
Dagli inizi degli anni 80 cominciano le insurrezioni nelle carceri peruviane per protestare contro i maltrattamenti. Intanto questa guerra silenziosa non sconfigge il malessere del popolo peruviano e la guerriglia si intensifica con la nascita di un altro movimento rivoluzionario: il MRTA (Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru) contrapposto a Sendero Luminoso.
La bancarotta economica dello stato ha frattanto provocato lo smantellamento di un complesso di servizi sociali. Alle elezioni presidenziali del 1990 si impone Alberto Fujimori con un programma neo liberista di appoggio al capitale straniero e alle multinazionali e con un incremento dell'azione repressiva per sconfiggere la guerriglia e dare stabilità al paese.
La situazione peruviana risulta anomala per la sua drammaticità: diffico1tà economiche, politiche, sociali, narcotraffico, terrorismo, miseria estrema. Fujimori lancia un drastico programma di privatizzazioni che da vita ad una profonda recessione e a una crescente disoccupazione.
Frattanto la popolarità del presidente comincia a calare rapidamente, soprattutto dopo l'autogolpe del 1992. Preoccupano l'autoritarismo del presidente, la vo1ontà di subordinare tutte le politiche pubbliche all'obiettivo di normalizzare i rapporti con i creditori, i continui scontri tra esecutivo e Parlamento, il rapporto privilegiato stabilito con le forze armate e con i servizi segreti per la lotta contro il terrorismo.
Per 10 anni, fino al 2000, in Perù la dittatura porta abiti civili: quelli di Fujimori. Appellandosi alla fobia pubblica della minaccia terroristica e del ritorno dell'iperinflazione Fujimori insiste sulla necessità di misure eccezionali, sulla segretezza estrema, sulla concentrazione del potere e soprattutto su rimanere al potere a qualunque costo. Le elezioni presidenziali del 2000 segnano la sua fine: il suo sfidante, l'economista Alejandro Toledo si ritira dal ballottaggio per evidenti brogli, Fujimori si nomina per l'ennesima volta presidente, ma dopo alcuni mesi la sua "eminenza grigia" Vladimiro Montesinos (capo del SIN, i famigerati servizi segreti) è travolto da uno scandalo di corruzione che lo costringe a fuggire; anche Fujimori fugge in Giappone e viene dichiarato "moralmente inidoneo" alla presidenza della Repubblica.
In attesa delle nuove elezioni dell'Aprile 2001 viene istituito un ?governo di transizione?, il cui presidente ad interim è Valentin Paniagua, che assume una serie di misure volte al ristabilimento del ruolo della legge in Perù ed opererà in accordo con gli obblighi e gli impegni internazionali. Le elezioni di Aprile- Giugno 2001 vengono vinte da Alejandro Toledo, un economista, il primo indio che assurge a tale carica. Alla fine del mandato di Valentin Paniagua è stata istituita una Commissione per la Verità, per fare luce sulle violazioni dei diritti umani avvenute in Perù dal 1980. Per la fine dell'anno 2001 era previsto l'inizio effettivo dei lavori della Commissione per la verità. Nel frattempo numerosi presos inocentes sono stati rilasciati.
Anche se, dalla caduta di Fujimori molti passi sono stati fatti per il ristabilimento della legalità in Perù, restano ancora tutte le preoccupazioni di Amnesty sulla situazione dei diritti umani in Perù. Molti prigionieri di coscienza sono stati liberati negli ultimi mesi, ma numerosi restano ancora in carcere, così come risultano ancora numerosi casi di torture e maltrattamenti all'interno delle carceri e delle caserme. Soprattutto, uno dei temi più scottanti è quello dell'impunità: Fujimori è stato incriminato, oltre che per frode fiscale, per omicidio e crimini contro l'umanità. Tuttavia il Giappone non sembra intenzionato a concedere l'estradizione, impedendo così la possibilità di sottoporre Fujimori alle procedure giudiziarie che gli spettano nel suo Paese e, soprattutto, perpetuando il clima di impunità che ha caratterizzato il paese andino negli ultimi 20 anni. Per questo motivo sono in corso, tra l'altro, azioni di pressione da parte di AI sul governo giapponese, perché conceda l'estradizione.
Sul lavoro della Commissione per la verità contiamo affinché venga fatta luce e giustizia sulle violazioni dei diritti umani perpetrate in Perù negli anni scorsi.
Il 3 gennaio 2003 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legislazione anti-terrorista del 1992, per mezzo della quale il reato generico di ?terrorismo? veniva usato per incriminare gli oppositori politici , giudicati dai tribunali militari senza un giusto processo. Amnesty chiede ora alle autorità peruviane che la nuova legislazione sia in linea coi principi del diritto internazionale, non ci siano più indebite restrizioni delle libertà fondamentali , siano garantiti processi equi ai prigionieri e venga data una definizione precisa del reato di terrorismo , l?ambiguità della quale ha in passato permesso abusi e ingiustizie.


CONTESTO

L'insediamento del presidente Alejandro Toledo è avvenuto il 28 luglio. Nel corso di tutta la campagna elettorale e nel suo discorso inaugurale, si è impegnato a combattere l'impunità e a tutelare e promuovere i diritti umani. Per la prima volta nella storia recente del Perù è stato designato un civile come ministro della Difesa.
Durante i primi mesi del suo mandato, il presidente Alejandro Toledo ha convocato i vari partiti politici allo scopo di giungere a un Accordo nazionale sulla governabilità. Tra i capitoli dell'Accordo figuravano: la riforma costituzionale, la riforma delle forze armate, la sicurezza, il decentramento e l'istruzione. Inoltre, il governo del presidente Alejandro Toledo si è impegnato ad assicurare assistenza sanitaria gratuita per tutti per la fine del suo mandato.
È stato riferito che il gruppo di opposizione armata Sendero Luminoso è ancora attivo nei dipartimenti di Ayacucho, Junin, Huanuco e San Martín. In ottobre si ha notizia della morte di almeno tre persone nel corso di un attacco dei membri di Sendero Luminoso a una comunità di indigeni Ashaninka nel dipartimento di Junin. È stato inoltre riferito l'arresto di almeno tre militanti di Sendero Luminoso durante lo stesso mese nel dipartimento di Huanuco.


Abusi perpetrati dal precedente governo

Vladimiro Montesinos, consigliere ai servizi segreti del presidente uscente Alberto Fujimori, è stato arrestato a giugno in Venezuela e rimpatriato in Perù, dove è accusato di violazione dei diritti umani, tra cui lesioni aggravate e omicidio, riciclaggio di fondi illeciti e corruzione. Alla fine dell'anno era detenuto in attesa di giudizio presso il penitenziario della Base navale di Callao, dove risultavano trovarsi anche dei leader dei due gruppi di opposizione armata, Sendero Luminoso e il Movimiento Revolucionario Túpac Amaru.
Decine di ufficiali militari, ex membri del governo, parlamentari e altri membri del governo e funzionari della pubblica amministrazione durante il mandato di Alberto Fujimori sono stati accusati di frode, corruzione e riciclaggio di fondi illeciti. Alcuni rimangono in carcere in attesa di giudizio, altri sono stati rilasciati su cauzione.
Ad Alberto Fujimori, che era fuggito in Giappone nel novembre del 2000, è stata confermata la cittadinanza giapponese. A settembre, il procuratore generale ha formalmente incriminato Alberto Fujimori dell'assassinio di 15 persone nel 1991 a Barrios Altos, Lima, e della sparizione forzata e omicidio di nove studenti e di un professore dell'Università La Cantuta a Lima nel 1992. A settembre, un giudice della Corte Suprema ha ordinato l'arresto di Alberto Fujimori, ritenendo che vi fossero ampie prove del fatto che egli fosse pienamente al corrente dell'esistenza degli squadroni della morte del Grupo Colina, collegati ai servizi segreti del Perù e considerati i responsabili di tali crimini. Le autorità giapponesi, tuttavia, hanno negato che un cittadino giapponese possa essere estradato.


IMPUNITA'

La Corte interamericana per i diritti umani ha stabilito a marzo che le leggi di amnistia del 1995 violano la Convenzione americana sui diritti umani e che quindi non avevano alcun effetto giuridico per tutti i casi di violazione dei diritti sanciti dalla Convenzione. A settembre la Corte interamericana per i diritti umani ha dichiarato che le autorità peruviane avevano il dovere di conformarsi a tale sentenza e di assicurare che tutte le violazioni dei diritti umani commesse tra il 1980 e il 1995 fossero indagate affinché i responsabili fossero consegnati alla giustizia.

A giugno il governo transitorio di Valentín Paniagua ha emanato un decreto istitutivo della Commissione per la verità, incaricata di stabilire le circostanze dei casi di violazione dei diritti umani commessi dallo stato e degli abusi perpetrati dai gruppi di opposizione armata tra il maggio 1980 e il novembre 2000. Il decreto prevedeva che i commissari avrebbero avuto a disposizione 90 giorni dalla loro nomina per approntare le regole formali necessarie per disciplinare il loro lavoro. Il governo di Alejandro Toledo ha modificato la denominazione in Commissione per la verità e la riconciliazione e ha aumentato a 12 il numero dei commissari. A settembre tutti e 12 i commissari erano stati nominati e alla fine di ottobre la Commissione ha pubblicato il suo Regolamento in materia di organizzazione e funzioni, che sanciva che la Commissione avrebbe avuto accesso a tutti i documenti ufficiali del sistema giudiziario, dei ministeri pubblici e del sistema di giustizia militare. Vi era tuttavia il timore che alla Commissione non sarebbero state assicurate risorse umane e materiali sufficienti a consentirle di condurre a livello nazionale un esame approfondito, efficace e rapido di tutte le prove relative ai casi di presunte violazioni a essa sottoposti.


FOSSE COMUNI'

Nel 2001 sono state rinvenute decine di fosse comuni nei dipartimenti di Ancash, San Martín, Huancavelica, Apurimac, Ayacucho e Lima. Secondo le testimonianze raccolte, esse risalgono al periodo compreso tra il 1980 e la metà degli anni '90. Durante quei 15 anni, migliaia di persone sono 'sparite' e sono state uccise in via extragiudiziale da parte di agenti delle forze di sicurezza, mentre anche i gruppi di opposizione armata hanno perpetrato gravi abusi dei diritti umani. Il Difensore civico e le organizzazioni locali impegnate nella difesa dei diritti umani manifestavano il timore che le indagini sulle centinaia di corpi ritrovati nelle fosse comuni fossero a rischio a causa dell'inquinamento delle prove, anche perché le autorità non erano riuscite a proteggere adeguatamente i siti e garantirne la sicurezza.


PRIGIONIERI DI COSCIENZA
Sono stati rilasciati almeno prigionieri di coscienza, accertati o presunti, tutti incriminati ai sensi della legislazione antiterrorismo (vedi sotto). Ne rimangono tuttavia in carcere almeno altri 100 accusati di reati analoghi. La maggior parte dei prigionieri di coscienza, accertati o presunti, che sono stati arrestati, hanno trascorso più di cinque anni di detenzione per accuse false, un'eredità del governo di Alberto Fujimori. Si nutre peraltro il timore che l'attuale governo non abbia seguito questi casi con la dovuta rapidità.


PRIGIONIERI DI POLITICI e la LEGISLAZIONE ANTITERRORISMO

La legislazione antiterrorismo entrata in vigore nel 1992 - che consente il rinvio a giudizio davanti a tribunali militari per il reato di tradimento - non è ancora stata adeguata agli standard internazionali in materia di processo equo. Dal 1992, ai sensi di tale legislazione, sono stati incriminati per tradimento centinaia di prigionieri da tribunali militari che non davano nessuna garanzia in termini di indipendenza e di imparzialità. In rari casi, la sentenza militare è stata annullata e il giudizio è stato rinviato alla giurisdizione civile.

  • Nel 2001, Lori Berenson, cittadina americana, è stata condannata a 20 anni di detenzione da un tribunale civile ai sensi della legislazione antiterrorismo. Nel 1996 era stata condannata all'ergastolo da un tribunale militare, ma la sentenza è stata poi annullata nel 2000 dal Consiglio supremo di giustizia militare, che ha deferito il caso alla giurisdizione civile. Alla fine del 2001 rimaneva ancora in sospeso il suo appello contro la sentenza della corte civile.

  • Il caso di quattro cileni - Jaime Castillo, Laurato Mellado, María Concepción Pincheira e Alejandro Astorga - condannati dai tribunali militari nel 1994, è stato trasferito alla giurisdizione civile. La Corte interamericana per i diritti umani aveva decretato nel 1999 che i quattro cileni erano stati sottoposti a un processo iniquo e che dovevano quindi essere nuovamente processati. Alla fine del 2001 la causa era ancora in corso.



  • TORTURA E MALTRATTAMENTI

    Sono stati riferiti maltrattamenti e torture, con conseguenze mortali in almeno un caso. Desta forte preoccupazione il fatto che le denunce di maltrattamenti e torture non assicurassero i responsabili alla giustizia, né conducessero all'indennizzo delle vittime. La legislazione che criminalizza la tortura è entrata in vigore nel 1998. Da allora, tuttavia, ci sono stati soltanto due casi di incriminazione ai sensi di tale legislazione. Vi è inoltre il timore per intimidazioni e persecuzioni ai danni delle vittime, dei familiari e dei testimoni. Conseguentemente alcune denunce di maltrattamenti e tortura sono state ritirate.

  • Jenard Lee Rivera San Roque è stato fermato a maggio dagli agenti di polizia del commissariato di Cruz Blanca, Huaura, nel dipartimento di Lima, perché sospettato di furto. Nove agenti, otto dei quali in borghese, lo hanno ricondotto a casa e ferocemente percosso con una catena. Portato poi nel cortile retrostante, l'uomo è stato costretto a scavare. Gli agenti ritenevano infatti che avesse nascosto la refurtiva nel suo patio. Jenard Lee Rivera è stato successivamente condotto al commissariato, dove è poi stato ritrovato morto nella sua cella. Secondo la polizia, si sarebbe impiccato. Tuttavia, sul viso e sul corpo aveva ferite compatibili con la denuncia di tortura. La famiglia ha presentato denuncia il 22 giugno e da allora ha riferito di aver subìto ripetute vessazioni e intimidazioni. Alla fine dell'anno il caso era sotto esame giudiziario.


  • Le condizioni carcerarie rimangono dure e in alcune circostanze caratterizzate da punizioni crudeli, disumane e degradanti. Il penitenziario di Challapalca è rimasto operativo nonostante le richieste di chiusura permanente della Commissione interamericana sui diritti umani. Il carcere, nel dipartimento di Puno, è situato a oltre 4600 metri sul livello del mare ed è estremamente freddo. La sua inaccessibilità limita gravemente il diritto dei detenuti di rimanere in contatto con il mondo esterno, tra cui i familiari, i legali e i medici. A settembre sono stati trasferiti nella prigione di Challapalca i 30 prigionieri politici che avevano assunto il controllo di un'ala del carcere di alta sicurezza di Yanamayo, nel dipartimento di Puno. Secondo le testimonianze, i detenuti si erano rifiutati di essere trasferiti in altri penitenziari durante i lavori di ristrutturazione del carcere di Yanamayo. Alla fine dell'anno non erano stati ricondotti a Yanamayo, né in altre strutture.


    DONNE

    A luglio, la ministra per la Promozione della donna e lo sviluppo umano ha lanciato un piano nazionale contro la violenza nei confronti delle donne. Secondo le informazioni raccolte, il piano prevede la creazione di case-rifugio per le donne e l'erogazione di un maggior numero di risorse durante il prossimo quinquennio per l'assistenza legale e psicologica alle donne che sporgono denuncia presso i commissariati di polizia.

    A settembre le organizzazioni di tutela delle donne e i difensori dei diritti umani hanno esortato le autorità a indagare le asserzioni del ministro della Salute secondo cui l'ex presidente Alberto Fujimori sarebbe stato direttamente coinvolto nella programmazione della sterilizzazione femminile forzata. Durante il 1996 e il 1997, il Comitato latino-americano e caraibico per la difesa dei diritti femminili ha studiato l'incidenza della violenza nei confronti delle donne nel settore della sanità pubblica, provando così che le donne più povere, nonché quelle che vivevano nelle zone rurali, erano state sottoposte a sterilizzazione forzata dissimulata, a minacce, intimidazioni e coercizione. Alcune donne sarebbero morte in seguito all'intervento medico. Secondo il Comitato gli operatori sanitari, al fine di raggiungere le quote di sterilizzazione imposte dal governo, approfittavano delle donne indigenti delle aree rurali. Tra il 1998 e il 2000 vennero depositate presso l'ufficio del Difensore civico decine di denunce di donne che erano state sottoposte a sterilizzazione forzata.


    RAPPORTI E MISSIONI DI AMNESTY INTERNATIONAL

  • Peru/Japan: Alberto Fujimori ex-president of Peru must be brought to Justice (AI Index: AMR 46/017/2001)

  • Peru: Amnesty International's recommendations to the Truth Commission (AI Index: AMR 46/020/2001)

  • In aprile delegati di AI hanno visitato il Perù. Non sono stati ricevuti dai due candidati alla presidenza, Alejandro Toledo e Alan Garcia. La delegazione ha incontrato alcuni membri del governo transitorio di Valentín Paniagua.