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La leggenda del Lu Monti di Lu Cantoni

Una delle curiosità di questo paese sono le leggende; infatti come riportato nella storia non si sa come sia veramente sorto questo paese. La storia dei fratelli Stangoni infatti è soltanto un racconto che veniva tramandato, di generazione in generazione. Ora vi raccontiamo un'altra leggenda abbastanza simpatica sul Lu Monti di Lu Cantoni, che era un grandissimo masso di granito quasi adagiato su un'altra base di pietra granitica, ancora esistente, situato sulla cresta della collina, presso la zona chiamata "La Costa".
Sovrastava la parte ovest del paese ed era visibile da qualsiasi punto. Forse proprio per questo motivo era oggetto di storie o racconti molto particolari che riguardavano oscuri abitanti del monte stesso, che venivano chiamati all' occorrenza per spaventare i bambini e farli stare buoni in casa a fare il sonnellino, soprattutto durante le ore calde delle giornate estive.
Questi "mostri" avevano tutti un nome molto indicativo delle loro funzioni, ad es. : Maria Linzola, Sangu ill'occi, Maria Frassata, Ghjuanni Caprolu, Pettini in Culu, Fra Cupputu, Maria Fulchetta nonchè li Granniculi.
Le nostre mamme, o vicine di case d'accordo tra loro, si mettevano addosso un lenzuolo e recitavano la parte di Maria Linzola. I bambini a volte ci credevano, si mettevano a letto e riposavano sino al pomeriggio.
Gli altri folletti sarebbero arrivati solo se i bambini avessero continuato a fare i capricci. Sembrava davvero tutto vero ed era facile trovare conferma guardando il monte. Infatti, con un pò di fantasia i buchi e le forme scolpiti sul masso, sembravano gli occhi, il naso, la bocca.
E un bambino finiva per crederci.
Ad un certo punto è stato considerato pericoloso e temendo che per qualsiasi motivo metereologico potesse rotolare lungo il costone e precipitare su circa la metà od un terzo delle case di Badesi, negli anni 70 (forse 76) è stato minato e fatto brillare.
Per la maggioranza degli abitanti è mancato qualcosa di tanto importante, come un punto di riferimento, quasi una mutilazione. Ora è inutile discutere se si poteva salvare o meno, però viene davvero da chiederselo.
Non so se succederà mai, ma opportunamente progettato, sarebbe un posto meraviglioso per ammirare e invitare ad ammirare il nostro splendido panorama.

 

LA PRESENZA DI MODI DI DIRE: PROVERBI DEL LESSICO QUOTIDIANO

Nelle società agricole e pastorali l'uomo ha avuto sempre uno stretto rapporto con l'ambiente, nel nostro paese ciò è testimoniato in molti modi, tra cui la permanenza nel lessico quotidiano di modi di dire, proverbi , indovinelli, filastrocche in cui sono presenti termini legati all'ambiente ( piante, arbusti, erbe ecc.). Fin dall'antichità' l'uomo ha sempre utilizzato l'ambiente naturale per soddisfare le proprie esigenze. Nel nostro territorio ciò è documentato da molti modi di dire, proverbi e usanze legati all'ambiente, o che contengono nomi di arbusti o piante. Da un'intervista fatta agli anziani del paese abbiamo trovato i modi di dire di seguito elencati:

 

INDOVINELLI

No è mari e fazi l'onda, no è pegura e si tundi, no è pesciu e ha la spina. Induvina cos'è?
Soluzione: lu trigu.
Tunda che boccia e boccia no, ruia che fogu e fogu no è ,veldi che alba e alba no è. Induvina cos'è?
Soluzione: L'anguria .
Mari e maretta e mari no è, polta lu zuddu e polcu no è. Induvina cos'è?
Soluzione: Campo di grano.
Una scatuleddha di menduleddhi bianchi . Induvina cos'è?
Soluzione: Bocca con i denti.
Illu monti di Li, v'ha cattru battadholi,ca la ho sapi prigontia a lu soli.
Soluzione: Una pianta di fave con i bacelli.
Una damma sassaresa, l' agghiu molta l'alta dì, ogghi la torrau a vidì via, e li so frutti pesa?
Soluzione: mura mura.

 

MODI DI DIRE

Faccia di chessa.
Sei bedda come un fiori di cagaranzu.
Frisca comenti una rosa.
Groga comu lu limmoni.
Sempri in mezu cumenti l'edera.
Ni fala cumenti la pira mizza.
Tontu che la nappa.
Ranzigu che la multa
Pari un punzifrunu.
Pedi d'oddastru..
Pari un fiori di caldu spronu.
Chi loriga d'edera.
Cu lu tempu corini li nespoli.
La castagna ca la pianta no la magna.
No importa piu la canna candu la spiga è cotta - manna.
Ua in laccu e trigu in saccu.
Cumprendi azu pa zudda.
Ca no po missa spigulighia.
Nasci l'alba undi no vo l'ultulanu.
Ca fazi nasci l'agnoni fazi nasci l'alba.
Si no è azu e zudda.
Da l'alburu cadutu tutti fazini ligna.
Vali contu una coriga vana.
Pani e radizi lu chi si magna no si dizi.
Capu d'almurazza.
Pari un beccu illa ultigula.
Capu d'addastru.
Capu di scupili.
Lu pultoni commu ticcu d'ea illa fredda.
Agru commu la zippuledda.
L'alburu chi no da frutti si ni tadda.

 

POESIE

Rosa chi sei vera Rosa
E se di tutti li stasgioni
Tu sei piena di doni
Sei beddha e almuniosa.

Ticca mea grandinata
Veni a casa a fammi l'ou
A tempu di trigu nou
T'agghjiu a fa la spianata.


Da lu truncu esci l'ascia
Da l'ascia esci l'asciola
Sigundu babbu fiddholu
Di tanti una casci.

A difindi la splendida natura mi fazi piazeri,
E tanti onori noi piddemmu l'alburatura
Una diversa da l'altu culori una
Da l'altu a diversu fiori e si zi ni
Punimmu un pogu menti uno da
L'altu ha fruttu differenti.

 

PIANTE (PER FARE) MEDICINALI

Vertigini: alcuni usavano mangiare spicchi d'aglio, oppure bere un decotto di foglie di ulivo o di radici di felce aquilina.
Indigestione: era curata col digiuno e con infusi o decotti di salvia, rosmarino, succo di limone o di malva.
Asma: veniva curata con suffumigi di foglie di eucalipto.
Ferita grave con emorragia: venivano usati impacchi di erbe o di cisto o di lentischio pestato.
Geloni: pediluvi di acqua calda con succo di ortica.
Orzaiolo: impacchi di malva.
Ustioni: Unguento a base di bacche di ginepro pestato.
Malaria: si usavano infusi di ortica o di cardi, eucalipto, corteccia di olivastro.
Mal di milza: si metteva sulla milza un mazzetto di cisto pestato.
Rascia di chessa
Palmuzza
Pirigulosa
Alba bianca di lu mari

 

PIANTE SELVATICHE COMMESTIBILI

Caldu reu
Caldu nieddu
Finocciu
La zuccoina
Lu tamburu
La lottaredda
Caldu asininu
Caldu biancu
La sambula
Lu juru
L'appiu
La janda
La multa
La mura mura
L'azea
Lu nibaru (liquore-bacche)
Casgiu e brozzu
Lu bagu
Lu pirastru
Lu papanzolu
L'almurazza
Salvia
Menta
Lu romasinu
Currantolu
damma