biotech e mercato transgenico lesivi dei diritti umani
Biotecnologie, globalizzazione, OGM: difendiamo il futuro

La nuova polizia del pensiero, soppressione del dissenso nella scienza

biotech e mercato transgenico lesivi dei diritti umani

Per gentile concessione del PSRAST pubblichiamo qualche estratto in italiano del documento N.B. I puntini segnalano i pezzi mancanti, le note - di cui negli estratti si sono conservati i rimandi - si trovano nel documento originale. I grassetti nel testo sono aggiunti. Leggi il documento originale: The new thought police - Suppressing Dissent in science […] La scienza non è quasi mai sopravvissuta al suo ideale di indagine aperta e disinteressata della natura, qualsiasi scienziato che abbia tentato di pubblicare idee veramente nuove o scoperte nelle riviste scientifiche "peer-reviewd" [vaglio di scienziati revisori n.d.r.] lo sa molto bene. La scoperta del ciclo metabolico da parte del premio Nobel Hans Kreb (di cui tale ciclo porta il nome) fu rifiutata dalla rivista Nature. Albert Szent-Gyorgyi, un altro biochimico premio Nobel, non ottenne mai i fondi per lavorare sulla rilevanza della fisica quantistica per gli organismi viventi, la quale sarebbe cruciale per la comprensione degli organismi viventi e, ad esempio, per capire come i telefoni cellulari possano essere dannosi. Nel processo di liberazione dalla chiesa, l'establishment scientifico ha ereditato alcune trappole del fondamentalismo religioso. Non può che esserci Una Vera Scienza, tutto il resto è di norma trattato come assurdità o eresia. Negli ultimi 50 anni, la soppressione del dissenso ha raggiunto nuovi abissi, amoreggiando sempre più la scienza con i grandi business. Inizialmente si trattava soprattutto degli ambiti della fisica e della chimica, ora si tratta prevalentemente della biologia. E dal momento che le multinazionali continuano a crescere in ampiezza e potere, la soppressione del dissenso scientifico sta diventando sempre più sofisticata, estesa ed insidiosa. [...]

Accadimenti del caso Pusztai

Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati andava avanti già da anni in Inghilterra e nel resto d'Europa, quando la stampa si appassionò alla rivelazione del Dr. Arpad Pusztai il quale affermò che le patate transgeniche testate nel suo laboratorio potevano non essere sicure. (2) Come risultato, Pusztai perse il lavoro e fu messo sotto giudizio. Scienziati pro-biotech e aderenti alla Royal Society sbandierarono ira e condanna collettiva. […]

Contemporaneamente la Royal Society mise in piedi il suo vaglio dei risultati sperimentali di Pusztai (3) senza dare a Pusztai la possibilità di consultare l'intero set di dati, pubblicò un rapporto che dichiarò le conclusioni di Pusztai viziate e ammonì che nessuna conclusione ne poteva essere tratta. Il rapporto reiterava inoltre la necessità della peer-review prima che i risultati potessero essere di dominio pubblico. L'editore di the Lancet [importante rivista scientifica che aveva parzialmente pubblicato i risultati di Pusztai n.d.r.] definì il rapporto della Royal Society "un gesto di impertinenza da lasciare di stucco nei confronti degli scienziati del Rowett Institute (4).
Due pesi e due misure nell'establishment scientifico

La Royal Society non ha comunque mai condannato né recensito le scoperte davvero censurabili, pubblicate e non, prodotte dall'industria e accettate come garanzia di sicurezza da parte delle autorità preposte alla regolamentazione, né ha mai condannato la soppressione di prove scientifiche da parte dell'Industria (si veda punto 1). Né la Royal Society né il Science and Technology Select Committee della House of Commons hanno mai trovato nulla da ridire sulle affermazioni esagerate fatte dall'industria riguardo il bisogno o i benefici dei raccolti transgenici. Evidentemente vengono applicati due pesi e due misure (punto 2). Non solo, ma la propaganda diretta è legittima finché è pro-biotech e le istituzioni di ricerca finanziate con fondo pubblici si stanno apertamente impegnando in questo esercizio (punto 3).

· Punto 1

Le macchinazioni della Monsanto per guadagnare l'approvazione del rBGH [ormone della crescita somministrato per aumentare la produzione di latte n.d.r.] sono ormai note. Nel 1994 la casa bianca di Clinton pubblicò un rapporto di 80 pagine intitolato Uso della somatotropina (BST) negli Stati Uniti: I suoi effetti potenziali il quale concludeva "non c'è alcuna prova che la BST sia una minaccia per uomini o animali". Più tardi, nello stesso anno, alcuni scienziati britannici rivelarono che i loro tentativi per pubblicare prove scientifiche che l'rBGH poteva provocare un aumento delle mastiti fu bloccato dalla Monsanto per tre anni. Gli scienziati dimostrarono che la richiesta della Monsanto alla FDA [organo che decide se autorizzare commercio e distribuzione di cibi e farmaci negli USA n.d.r.] era fondata su dati parziali che nascondevano ciò che gli esperimenti avevano effettivamente dimostrato: più pus nelle vacche trattate con rBGH. Più di 800 allevatori che usavano l'rBGH denunciarono problemi di salute del bestiame. Gli effetti colletarali includevano morte, serie mastiti, malattie delle gambe e degli zoccoli e aborti spontanei. Successivamente la Monsanto offrì agli scienziati della Sanità in Canada consistenti fondi di ricerca durante il processo di approvazione dell'rBGH ed essi denunciarono e si lamentarono più volte di essere stati sottoposti a pressioni e ricatti durante il processo di approvazione dell'rBGH. Due rispettabili giornalisti investigativi sono stati licenziati dal loro lavoro a causa di un documentario TV sul rBGH della Monsanto; le relative scoperte scientifiche sono state soppresse. Ad esempio, è stato rilevato che il fattore di crescita dell'Insulina (IGF-1) è decuplicato nel latte rBGH. Un aumento dell'IGF-1 è connesso a cancri del seno, del colon e della prostata negli umani. La Monsanto ha anche nascosto all'FDA i dati di studi su topi che dimostravano come il cibo con rBGH stimolasse la produzione di anticorpi all'ormone e i maschi sviluppassero cisti al timo e anormalità nella prostata. Nonostante tutto ciò, il latte prodotto con rGBH è ancora oggi in vendita negli Stati Uniti senza alcun tipo di etichettatura. · Punto 2 Comunicazioni scientifiche: i due pesi e due misure della scienza legittima Il trattamento riservato al Dr. Arpad Pusztai è uno degli esempi più noti di doppio standard. Pusztai presenziò alla conferenza OECD a Edimburgo, sugli aspetti scientifici e sanitari dei cibi geneticamente modificati (6), durante la quale una serie di oratori mise in dubbio la sua integrità, nonostante il fatto che almeno una parte della ricerca in questione fosse stata pubblicata da The Lancet. Al contrario, il professor Zhangliang Chen, vice-presidente dell'Università di Pechino, incontrò approvazione quasi universale dopo aver comunicato ai conferenzieri che in Cina i topi nutriti con cibo geneticamente modificato non avevano avuto effetti collaterali, il tutto in assenza di una qualsiasi ricerca pubblicata e senza alcun dettaglio o schema metodologico… · Punto 3 Il John Innes Centre (JIC) è l'istituto leader in Europa per la biotecnologia vegetale, il quale si pubblicizza come fonte imparziale ed esperta di informazione scientifica. Le attività di comunicazione scientifica del JIC includono incontri pubblici, articoli di stampa, consulenze a leader politici, mostre, un sito web sugli OGM, un progetto per le scuole e rappresentazioni teatrali scolastiche. Ospita inoltre il Teacher Scientist Network che raggruppa circa 100 insegnanti di scienze, connettendoli al JIC. "Biotecnologia nella nostra catena alimentare" è il titolo del progetto JIC per le scuole sugli OGM, in buona parte sovvenzionato dal Lord Sainsbury's Gatsby Trust, attualmente disponibile anche su web (8). Sta per diventare un CD-ROM per le scuole. Secondo il JIC questo progetto registrerebbe "diversi punti di vista". […] Il prof. David Baulcombe è alla testa del prestigioso laboratorio Sainsbury del JIC e anche del gruppo per la virologia molecolare vegetale. Ha raccontato in un incontro pubblico di alcune ricerche non pubblicate del governo americano, secondo le quali le colture geneticamente modificate avrebbero portato enormi benefici ambientali, compreso un incremento della biodiversità degli insetti, piccoli mammiferi e uccelli da preda nelle aree dove venivano coltivati grano e cotone transgenici resistenti agli insetti. Nonostante ripetute e successive richieste il Prof. Baulcombe non è stato in grado di fornire alcuna prova che sostanziasse l'esistenza di un tale rapporto. Durante lo stesso meeting il Prof. Baulcombe ha asserito che nella famosa ricerca sulla farfalla monarca [una delle prime ricerche a dimostrare il potenziale nocivo degli OGM n.d.r.], le larve della farfalla sarebbero state danneggiate in misura pressoché identica da polline di mais geneticamente modificato e di mais normale. Ciò è totalmente inventato e i commenti del Prof. Baulcombe sono stati energicamente rigettati dal Dott. John Losey (11), il principale autore della ricerca, che di fatto mostrava che solo il polline del mais geneticamente modificato era letale per la larva della farfalla monarca (12). Una rappresentazione teatrale commissionata dal JIC con il suo network di insegnanti di scienze dovrà compiere un tour nelle scuole secondarie del Regno Unito. Nel materiale informativo per insegnanti viene spiegato come il progetto sia stato sviluppato in maniera tale da assicurare che il copione, il dibattito strutturato che accompagna la rappresentazione ed il materiale informativo medesimo forniscano "un quadro imparziale e rappresentativo dei diversi punti di vista esistenti". […] Il dott. Jeremy Bartlett, che è stato formato al John Innes, ha assistito ad una rappresentazione e ha descritto l'evento come un "ben orchestrato esercizio di manipolazione". La rappresentazione è molto accattivante, ha detto, e ben scritta, ma il messaggio per i giovani riflette molto le idee di coloro che lo hanno commissionato. "L'oppositore agli OGM appare ridicolo, si comporta in modo deviato, non ha veri argomenti contro gli OGM e perde la ragazza. La sua fidanzata ascolta gli scienziati razionali e prosegue la sua carriera promuovendo il cibo geneticamente modificato" (14).


La guida della Royal Society per sopprimere verità scomode

La Royal Society ha quindi pubblicato una "guida per gli editori" […] I giornalisti -afferma la "guida"- "debbono produrre ogni sforzo per stabilire la credibilità degli scienziati e del loro lavoro". La Royal Society pubblicherà un elenco che fornisce una lista di scienziati. Prima di intervistare qualsiasi scienziato al giornalista è richiesto di consultarsi con gli esperti del campo ufficialmente nominati [dalla Royal House medesima n.d.r.], che saranno in grado di dirgli se lo scienziato in questione ha idee corrette. […]

La House of Lords decreta che non si debba porre alcuna domanda riguardo alla sicurezza

Per ogni evenienza, il Comitato di Selezione della House of Lords aggiunge diversi commenti, il primo inteso a scoraggiare titoli sensazionali come quelli che potrebbero danneggiare l'immagine delle colture transgeniche; il secondo, per quanto incredibile possa sembrare, cerca di epurare la parola "sicuro" dal vocabolario dei media. "La stessa domanda 'è sicuro?' è di per sé irresponsabile, poiché trasmette la fuorviante impressione che la sicurezza assoluta sia raggiungibile". Questo attacco frontale alla lingua è di fatto un tentativo nascosto di insidiare il principio di precauzione nella sua forma più importante, che può davvero salvaguardare la salute umana e l'ambiente. Comporta un ribaltamento del presente onere della prova. […] v Anche gli scienziati debbono essere messi in riga E questa non è certo las fine della storia. Recentemente, il Social Issue Research Centre (SIRC) e le Royal Institution hanno congiuntamente promulgato un Codice di Prassi della Comunicazione Scientifica e Medica […] Il codice non riguarda solo i giornalisti ma anche gli scienziati. Un compendio del Codice raccomanda ai giornalisti di consultarsi solo con "contatti esperti", una lista segreta dei quali verrà fornita solo a "giornalisti iscritti con credenziali di buona fede". Gli scienziati vengono scoraggiati dal rivelare risultati non pubblicati persino ai congressi scientifici professionali, rompendo così l'onorata ed antica tradizione di libera comunicazione fra scienziati. […] Il Codice richiede che le affiliazioni e gli interessi di coloro che indagano [inclusi i giornalisti n.d.r.] debbano essere chiaramente dichiarati e ciò si applica non soltanto a "ricercatori che siano affiliati o finanziati da compagnie ed organizzazioni commerciali ma anche a coloro che abbiano risapute simpatie per gruppi di difesa dei consumatori o organizzazioni caritatevoli". I due casi non sono naturalmente equivalenti. Per i ricercatori finanziati dalle compagnie c'è tutto da guadagnare in termini di reputazione scientifica e compenso economico nel promuovere l'agenda delle corporazioni. Per gli scienziati che vanno controcorrente, c'è tutto da perdere, compresi lavoro e carriera. Il Codice prosegue affermando "Dovrebbe essere ricordato, comunque, che una potenziale affiliazione non costituisce un necessario pregiudizio all'obiettività…tutti gli scienziati sono pagati da qualcuno". Questo è un tentativo palese di offuscare la distinzione fra scienziati finanziati con fondi pubblici la cui fedeltà è innanzitutto alla società civile e quelli sul libro paga di irresponsabili corporazioni dominate dalla logica di profitto. Il codice si prodiga nel prevenire ogni esagerazione dei rischi ma non dice neanche una parola sul pericolo di false rassicurazioni - cosa che ci porta al cuore del problema della BSE [mucca pazza n.d.r.] […] Il rapporto sulla BSE, pubblicato alla fine dell'Ottobre 2000, lamenta ripetute negazioni da parte del governo della relazione fra vCJD e carne BSE, basate sulla "ottima consulenza scientifica" fornita dal Southwood Committee nel 1989, che così concludeva: "è molto improbabile che la BSE possa avere qualche implicazione per la salute umana". Quest' "ottima consulenza scientifica" sta dicendo la stessa cosa delle colture transgeniche. L'establishment scientifico ha fallito ripetutamente di riconoscere che la scienza è per sua natura incompleta e insicura e insistere sul principio di precauzione. Il principio di precauzione avrebbe potuto anche evitare il surriscaldamento del pianeta se fosse stato adottato dieci, venti anni fa. Se il cambio di clima e il fiasco CJD possono insegnarci qualcosa, è che la scienza è troppo importante per essere lasciata ai politici o ad un'establishment scientifico che amoreggia con il grande business. Le nostre Istituzione Accademiche hanno abbandonato ogni pretesa di essere fortezze dell'educazione superiore e dell'indagine disinteressata nella natura delle cose; men che meno custodi del bene comune. La conquista della scienza da parte delle corporazioni è la più grave minaccia alla nostra sopravvivenza e alla sopravvivenza del nostro pianeta. Deve essere contrastata e combattuta ad ogni livello. Dobbiamo rigettare l'imposizione di ogni codice di prassi inteso a sopprimere i pubblici dibattiti e discussioni scientifiche. Giornalisti e scienziati indipendenti debbono invece produrre uno sforzo comune per promuovere una comprensione pubblica e critica della scienza, in maniera che la più larga fetta trasversale della società civile possa essere messa in grado di partecipare all'aspetto decisionale su scienza e tecnologia. Solo allora possiamo sperare di restituire il controllo democratico della scienza agli stessi scienziati e alla società civile in generale.

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