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La "bottiglia con la pallina".
Nella foto l'introvabile bottiglia con la pallina, prodotta in questo caso dalla Vetreria Operaia Federale di Livorno. Questa bottiglia era riempita con una particolare macchina dove veniva posta con l'apertura rivolta verso il basso, il prodotto si iniettava a pressione e una volta piena, la pallina di vetro in essa contenuta per effetto della gravità cadeva verso il basso finendo a contatto con la guarnizione collocata nella bocca della bottiglia. Rimettendo la bottiglia in posizione normale, la pallina rimaneva schiacciata verso l'alto dalla stessa pressione del gas contenuto nella gassosa, sarebbe quindi bastata una leggera pressione su di essa con un apposito legnetto, che i fornitori distribuivano così come oggi si distribuiscono i cavatappi, o con le stesse dita, come molti usavano fare, per aprire la bottiglia. E' ovvio che tutta la polvere accumulatasi sulla parte esterna della pallina cadeva con essa nella gassosa, un po' come capita oggi con le attuali lattine per bibite, fu quindi per motivi di igiene che venne sostituita con la più moderna bottiglia a tappo automatico. E' comunque da sottolineare l'ingegno con cui era stato progettato questo contenitore, si possono notare nella foto le due rientranze ricavate nel collo della bottiglia che servivano a bloccare la pallina nel caso in cui il prodotto veniva consumato senza l'ausilio di un bicchiere, evitando che la stessa andasse ad ostruire la fuoriuscita del liquido contenuto, inoltre la bottiglia era schiacciata al centro, evitando in tal modo alla pallina bruschi movimenti.
La "bottiglia a tappo automatico" e uno dei contenitore in legno. Le bottiglie con la pallina vennero sostituite da quelle con il tappo automatico in porcellana, ritenute più igieniche. Queste però non garantivano l'integrità del prodotto "chiunque poteva aprirle e quindi richiuderle facilmente", per questo motivo e in contemporanea all'avvento del contrassegno IVA da apporre per legge sugli oggetti di chiusura furono soppiantate dalle attuali bottiglie con tappo a corona. Tra le foto anche una cassa in legno che la stessa ditta produceva.
La "bottiglia da seltz". Ecco una bottiglia da seltz, molto usata negli anni '50, veniva riempita con normale acqua gassata e si usava spruzzando il contenuto direttamente nei bicchieri.
Una collezione di tappi a corona Una collezione di tappi di svariate ditte che venivano inviati all'azienda come campioni per eventuali forniture. Molte di queste ditte non sono più in attività, altre invece come la Coca Cola....
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