Ragazzi, ragazze, è tempo di prendere decisioni ed affidare le nostre mani e le nostre gambe alle rocce della Immink, al grande diedro della Torre Agordo, ai camini della Pala di San Martino.
Ci auguriamo grandi fatiche e nonostante questo non vediamo l'ora. Continueremo a rilevare questa assurdità e continueremo a ricrearla. Perchè solo così il sangue corre, il respiro innalza e la fatica rende migliori e più belli. Diciamole solo tra noi queste cose, si rischia il fraintendimento.
Il primo passo, ai piedi della Pala, porta nel vuoto del tempo che non è più quello solito: in montagna il tempo
domina. Non è la lancetta ma il sole che sale, si fa verticale e si immerge nell'azzurrino del tramonto.
E noi là, cercando di estrarlo dal tappo di nuvole
o di frenarne la crescita: un'ora in più di luce
che accarezzi la corda dell'ultimo tiro, per
scaldare la lamiera del bivacco delle guide,
per illuminarne l'interno, per allungare le
ombre dei sassi sulla cima della pala:
tonde forme rosse e grigie, sassi immobili
da sempre, da conoscere uno per uno.
Sarà la cosa più inutile che avremo fatto,
ma saremo contenti perchè così vogliamo essere.