Casera Campotorondo - 3/4 aprile 2004

I Piani Eterni

Campotorondo è una casera appoggiata nella conca che accoglie la neve del monte Mondo e delle cime che stanno attorno. E' una piccola pianura che anticipa il grande prato imbiancato dei Piani Eterni. Un cartello appoggiato ad una casa di Pattine, in fondo alla valle del Mis, annuncia un percorso lungo due ore e mezzo; altri trenta minuti, in estate, servirebbero per raggiungere la piana di Erera-Brandol.

Pattine è un gruppetto di case in parte abbandonate, che guardano le pale di San Martino, dalla croda Grande al monte Agner. Siamo in sette alla partenza. Il percorso propone subito una rampa ripidissima a fianco del torrente che taglia il vallone di Campotorondo. Ancora non c'è neve ed è già il primo errore. Ritrovata la strada, mettiamo ciaspe e sci.

Ettore: è una slavina o una valanga?Il sentiero diventa più facile e incontra la casera Vallon, modestissimo ricovero in una bella radura. Se necessario ci si può dormire e si può pure accendere un fuoco, anche se le cartine la indicano come un rudere. Il tetto invece c'è e pare in buone condizioni. Dovremmo essere ad un'ora dall'arrivo ma la salita non vuole finire. Seguiamo delle vecchie tracce di ciaspe che ci portano a pochi metri dalla forcella Pelse, cento metri più in alto della casera Campotorondo, sempre invisibile. Bruttissime slavine graffiano il fianco settentrionale del Mondo. Ritorniamo verso sud, restando in alto sopra il vallone e finalmente Casera Campotorondovediamo la casera. Due sono le strutture principali, a fianco stanno alcune baracche completamente immerse nel bianco e davanti tanta neve.

Un piano luminoso si inserisce tra le pieghe della montagna, perfettamente liscio, coperto di neve.

Due ragazze in audace costume stanno sedute al centro del piano, su sgabelli di legno, prendendo il sole. Subito svaniscono, appena Andrea rivolge loro lo sguardo: è un miraggio da qualche lontana spiaggia? Avrebbe voluto essere in riva al mare il nostro presidente, piuttosto che su quei gelidi colli? Illuso dalle forme delle due sirene, Andrea s'avvicina alla porta della prima costruzione. Le sirene al sole

Prova la maniglia. La porta è chiusa. Inciampando nella neve alta e soffice, Andrea spinge le finestre del piano terra, ma anche queste sono chiuse. Dà un'occhiata all'altra casera, a pochi metri di distanza. Poi si ferma e aspetta che arrivino gli altri. Quindi comunica loro che non si può entrare. "Tutto chiuso, dice Andrea". E' deluso ed arrabbiato. E' proprio una brutta sorpresa: si dovrà arrivare fino alla casera Brendol, altri 45 minuti di percorso. Ancora fatica per raggiungere una costruzione priva di riscaldamento. Gli altri componenti del gruppo ce la faranno?

"Ma l'altra porta l'hai provata?" chiede a un certo momento Maria Cristina. "No - dice Andrea - c'è la serratura". Così, come d'incanto, a quella magica parola la porta della seconda casera si apre svelando un paradiso di letti, travi in legno e tronchi pronti per la stufa. Andrea è senza parole. Maria Cristina ne ha una, invece: "baccalà".

Pochi minuti dopo due belle ragazze sedute su sgabelli assorbono il caldo sole della sera. Andrea non le vede: non può vederle. "E' un'illusione, un miraggio, non esistono. Non mi fregano più" borbotta lui... Poi, silenzioso, scivola tra gli alberi verso il fondo valle. Dietro di sè c'è solo la curva elegante degli sci che disegnano onde lunghe sulla neve.

Le due belle ragazze si alzano dagli sgabelli e sghignazzando tornano alla casera.

(ettore)

Torna all'home pageHome page ItinerariI nostri itinerari ArchivioArchivio Casere LinkI nostri Link