Giro delle Cime di Ombretta - 19/20 febbraio 2005
Scialpinismo sotto la Marmolada

Il pullman arriva a Malga Ciapela alle 11,10. Un po’ tardi per cominciare una gita di scialpinismo, ma non avendo la macchina sono più libero di decidere dove andare e per dove tornare. Passato il camping la strada comincia a salire e prima del bivio per il incrocio le numerose persone che scendono dalla Forca Rossa. Malga Ombretta e il passo sullo sfondoIn un’oretta sono alla spianata di Malga Ombretta, è ben visibile non lontano il Rifugio e, in alto, il Passo Ombretta. Sembra vicino il rifugio, ma una vecchia traccia mi porta fuori strada e fatico più del previsto per raggiungerlo.

Breve sosta al locale invernale, 5 letti e un tavolino minuscolo in pochissimo spazio. 2 ore e mezza per raggiungerlo e sono solo a metà strada per il Passo Ombretta. Decido di proseguire ancora per un po’, la meta però mi sembra troppo lontana. Poco sopra il rifugio incontro gli ultimi ritardatari che scendono dal passo, ora sotto il paretone della Marmolada ci sono solo io. La stanchezza comincia a farsi sentire ma ormai mancano solo 200 metri di dislivello e stringo i denti. Anche perché, a dispetto delle previsioni, il cielo è ancora bello limpido.

Finalmente il passo e il Bivacco Dal Bianco. Ma gli ultimi metri sono stati proprio un calvario. Strana sensazione in cima: c’è un bivacco in stato di abbandono, pieno di neve dentro fin sul letto in alto. L'interno del Bivacco e... la neveE, alzando gli occhi, appena 500 metri più in alto, la colata di cemento armato della funivia di Punta Rocca. Facile immaginare al suo interno il microcosmo cittadino che nulla a che fare con la montagna. Perché le opere per gli alpinisti vengono abbandonate in queste montagne e si privilegia il mordi e fuggi che arreca più danni che altro? Quante persone ci saranno lassù che, arrivate in funivia, si scattano la loro brava foto in vetta alla Regina delle Dolomiti, e scendono da dove sono venuti senza apprezzare nient’altro dei luoghi dove sono stati?

Ormai è tardi, 5 ore per arrivare fin lì, e un vento freddo che mantiene la temperatura di parecchi gradi sotto lo zero, mi consigliano di rimettermi in moto alla svelta.

Si scende verso il Rifugio Contrin. La neve è discreta, ma la stanchezza nelle gambe e lo zaino pesante non mi consentono di godermela. Invece di sciare cerco di calarmi verso il rifugio alla meno peggio. La discesa dura meno di un’ora e alle 17,15 entro nel locale invernale del Rifugio Contrin.

La prima parte della traversata è fatta, e già questo mi rende soddisfatto. Il locale invernale ha una bella stufa economica, che dopo i primi sbuffi di fumo che riempiono la stanza, prende a funzionare (e a tirare) ottimamente. Non c’è nessuno. Poco male, forse anche meglio. Una serata in tranquillità, con tutte le piccole e normali cose da fare: mettersi vestiti asciutti, sciogliere la neve, cercare un po’ di legna, prepararsi da mangiare….. E pensare all’itinerario del giorno successivo.

La notte passa tranquilla, alle 7 mi sveglio che ci sono 0 gradi! Decisamente tutt’altra temperatura nel piumino. Tempo incerto, il cielo è coperto ma ogni tanto filtra qualche raggio di sole. Alle 8 seguo la traccia che sale verso il Passo delle Cirelle. La neve è come al solito dura e sono costretto a mettere i rampant 200 metri sotto quella che penso essere la forcella. Ma arrivato in cima mi accorgo di essere sulla sella sbagliata che termina con una bella cornice nel vuoto…. Passo Cirelle - Versante sudDecisamente non posso scendere da quella parte. Passo delle Cirelle è un po’ più in la, ma per fortuna lo raggiungo senza perdere quota. Il tempo nel frattempo cambia e comincia a nevicare. La discesa del versante opposto è piacevole fino a 2200 metri circa, quando, uscendo dal vallone, la neve si appesantisce. La zona da questa parte è popolata da scialpinisti, mentre scendo nei incrocio una quindicina.

Tappa al Rifugio Fociade, un buon caffè di metà mattina (sono già le 11) e un consulto tra me e me su cosa fare. La stanchezza comincia a farsi sentire, sarei tentato di scendere al San Pellegrino ed accontentarmi di quanto fatto fino ad ora. Decido di affacciarmi ai Pian della Schita per capire se gli amici impegnati per un corso sono ancora sulla salita per la Forca Rossa. Sono fortunato, li trovo subito dietro il crinale. A questo punto ne approfitto e salgo con loro verso la Forca Rossa. Salire in compagnia fa sentire molto meno la fatica, si chiacchiera, si pensa ad altro, si va su con molta calma visto che 5 persone erano alla loro prima uscita di scialpinismo. Il tempo continua mantenersi brutto, le nuvole basse impediscono di vedere il panorama e la Forcella. Ma a questo punto poco mi interessa, mi sto rilassando e “facendomi portare”. Ormai a 50 metri dalla forcella le nuvole ci avvolgono completamente. Maurizio, la guida, decide di fermare i suoi corsisti e di tornare indietro. Io intravedo la forcella lì a pochi metri e decido di proseguire: ho ad un passo la possibilità di chiudere un anello e rientrare da dove sono partito e la cosa mi attira parecchio, nonostante la perplessità di chi sta tornando indietro. Anche se le nuvole sono sempre fitte…

Sbuco in forcella e un vento gelido mi colpisce. Niente di meglio poteva succedermi: quel vento tiene le nuvole alte sull’altro versante e si riesce a vedere tutta la discesa da affrontare che, fra l’altro, è ben tracciata da numerosi scialpinisti che sono saliti e riscesi da quel versante. Gli amici sono ancora a portata di voce, li avviso di non aspettarmi e in un batter d’occhio tolgo le pelli e comincio la discesa. Come neve è la migliore che trovo dal giorno precedente. Dopo il primo tratto di neve dura, la neve diventa farinosa e godibile. Peccato che a questo punto le mie gambe non siano più in grado di apprezzarla!

(Andrea)

L’itinerario

Malga Ciapela 1435 m.
Rifugio Falier 2074 m.
Passo Ombretta 2702 m. (bivacco Dal Bianco 2730 m.)
Rifugio Contrin 2016 m. (notte nel locale invernale)
Passo delle Cirelle 1683 m.
Rifugio Fociade 1982 m.
Forca Rossa 2490 m.
Malga Ciapela 1435 m.

Dislivello in salita 2502 m.
Dislivello in discesa 2502 m.

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