Sella del Turlon - 14 maggio 2006

Da un po’ di tempo mi incuriosiva percorrere il sentiero che dalla Val Settimana si arrampica verso le Pale Candele e la Sella del Turlon per poi scendere sull’altro versante fino alla Casera Bregolina Piccola. Una vecchia edizione (purtroppo non datata) della cartina Tabacco lo indicava come un sentiero segnato, col suo bel numero e i suoi puntini rossi. Poi però nella nuova edizione (del 2001) della stessa cartina questo sentiero sparisce. Stessa sorte tocca al sentiero che dalla Val Cimoliana risale la Val Pezzeda verso le Bregoline e al sentiero che dalla Casera Pramaggiore sale all’omonimo passo a da lì scende in Val Postegae: qui c’è anche un cartello, ormai quasi illeggibile, che avvisa che il sentiero è “dismesso”.
Lascio la macchina alle Stai de Nuci, in Val Settimana, con la convinzione di dover affrontare una salita un po’ alla cieca, a caccia di tracce di passaggi e scoloriti segni rossi. E in effetti alla partenza nessuna indicazione ci segnala questo sentiero. Bastano pochi metri, il tempo di percorrere i primi metri nel bosco, subito dopo la stalla, e appaiono i primi segni bianchi e rossi: prima uno, poi due… poi alzando gli occhi mi accorgo che il sentiero è ben visibile e segnalato, con patacche rosse su ogni albero. Quasi un’esagerazione!
Col de Vitor, Ciol Bevador, Costa Pale Candele, la Sella del Turlon e poi giù verso le Saline, la Costa del Fabbro e i ruderi della Casera del Fabbro. Nomi sconosciuti, affascinanti. Nomi dei quali si è perso il loro significato. Sentieri percorsi fino a qualche decennio fa da pastori, cacciatori, taglialegna per i quali invece quei nomi avevano un senso. Mezzo metro di neve ricopre ancora il luogo dove sorgeva la Casera del Fabbro, non si percepisce neanche il perimetro di quello che una volta era un luogo di vita. Questa zone era sicuramente ben frequentata: oltre alla Casera del Fabbro ci sono le due (ristrutturate) Bregoline e i ruderi di Casera della Stua; dalla Val Pezzeda saliva anche una teleferica. Risalendo quella valle se ne trovano ancora delle tracce. Luoghi selvaggi, siamo troppo distanti nel tempo e nei modi per riuscire a pensare che in questi luoghi si viveva. O si sopravviveva.
Di tutto ci si può immaginare, ma difficilmente che qui ci fossero delle fucine. Eppure la Casera, così come la Costa o la Contrada del Fabbro, poco distanti da qui, portano questo nome per un motivo che purtroppo non conosco. Ma che mi piacerebbe conoscere.
Proseguo il cammino e in breve sono alla Bregolina Piccola. Anche su questo versante, immettendomi sul sentiero delle Bregoline, nessuna indicazione per il sentiero che ho appena percorso. Ha un che di enigmatico questo stupendo itinerario, perfettamente percorribile e segnalato lungo tutto il percorso, che ai suoi capi tende a sparire. Quasi a manifestare una volontà di mantenere l’accesso a questi luoghi riservato ai pochi che abbiano voglia di scoprirli, di viverli.

L’itinerario
Stai de Nuci (Val Settimana) m. 722
Ex sentiero 385
Sella del Turlon m. 2104
Ruderi Casera del Fabbro m. 1706
Innesto con sentiero delle Bregoline (n. 370) m. 1670 circa
Casera Bregolina Piccola m. 1746
Forcella Dof m. 1843
Ponte Ciarter (Val Settimana) m. 867
Stai de Nuci (Val Settimana) m. 722
Il dislivello è di 1555 metri, per la salita alla sella ho impiegato circa tre ore e mezza. Più o meno lo stesso tempo ho impiegato per scendere il Val Settimana, nonostante dalla Sella alla Bregolina e a Forcella Dof c’era ancora parecchia neve. La distanza da percorrere lungo la strada delle Val Settimana è di circa 6 km.

(Andrea)

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