Bruno amava molto le barche e i velieri, tanto che passava il tempo libero sfogliando le riviste specializzate sull'argomento.
Viveva con la sua famiglia in una casa nei pressi di un fiume e affacciandosi alla finestra, esprimeva spesso il desiderio di avere una piccola imbarcazione per giocare e vederla galleggiare sulle acque del fiume.
Un giorno il padre gli disse: "Perché non la costruisci? Io ti darò tutto il materiale necessario e potrai lavorare nella mia officina".
Questa proposta lo riempì di gioia e quella notte non riuscì a dormire per l'entusiasmo che proveniva dal suo progetto.
Così, giorno dopo giorno ,con qualche consiglio del padre e uno sguardo ad una rivista che gli spiegava come farla, portò avanti il lavoro con grande impegno, finché un giorno la sua fatica fu finalmente premiata. La piccola imbarcazione era finita. Aveva le due vele bianche e sulla facciata anteriore aveva dipinta una striscia rossa e per terminare il suo piccolo capolavoro e renderlo personale vi incise le sue iniziali.
Era una bellissima giornata, il sole era alto e lucente quando Bruno e suo padre decisero di portare la barca al fiume per provarla. Di certo non era così grande da poter contenere dei passeggeri, ma Bruno nella sua fantasia li immaginava e vedeva anche il capitano e i marinai che manovravano le vele.
Era bellissimo per lui perdersi in questi pensieri, tanto che avvenne l'imprevisto. Con una forte spinta del vento, la corda gli sfuggì dalle mani e la barca navigò da sola, allontanandosi dalla vista di Bruno. Gli occhi si riempirono di lacrime. Così corse vicino alla riva sperando che la barca spinta dal fiume raggiungesse la sponda in modo da poterla afferrare. Ma non fu così e dovette tornare a casa a mani vuote.Trascorsero varie settimane da quel giorno, ma il tempo non riuscì a cancellare dalla mente di Bruno il ricordo della sua amata barchetta. Un giorno, giunto in paese, chiese al padre di poter passeggiare vicino al porto per vedere le barche mentre lui era impegnato a sbrigare le sue faccende.

Così, mentre camminava, vide da lontano in una vetrina un barca simile alla sua. Corse freneticamente verso quel negozio e, esaminandola da vicino, sparirono tutti i suoi dubbi. Quella esposta era proprio la sua barca! La riconosceva dai tanti piccoli dettagli che solo lui che era il costruttore poteva notare, e inoltre ad eliminare ogni dubbio c'erano le sue iniziali. Con il viso raggiante di gioia entrò nel negozio. Dietro al banco vi era un uomo grande e grosso che parlava con voce forte e aveva in testa un berretto da marinaio, il che gli faceva capire che quell'uomo in passato doveva aver lavorato su qualche nave. "Signore, quella barca mi appartiene disse e in un fiume di parole spiegò al negoziante come gli fosse sfuggita di mano mentre giocava al fiume.
"Mi dispiace ragazzo, ma io la ho comprata da un marinaio che la ha trovata nelle sue reti mentre pescava in mare la settimana scorsa.
Come vedi ora ha un prezzo, se vuoi puoi comprarla perché ora è mia". Ma il prezzo era alto e Bruno non aveva denaro. Cercò di nuovo di spiegare che gli apparteneva, che l'aveva fatta lui stesso. Aveva persino le sue iniziali.
Ma il negoziante non voleva cedere. Bruno aveva gli occhi pieni di lacrime e l'uomo, con l'aria di chi volesse concedergli un favore, disse: "Ciò che posso fare per te è metterla da parte per un po', fin quando non avrai i soldi per ricomprarla". Così Bruno, tornato a casa con il padre, trovò un lavoro e ogni giorno, dopo la scuola lavorò per ore.
Quando ebbe la cifra necessaria, però, tornato in paese vide nella vetrina che la sua barca non c'era più! "Che fine avrà fatto? Forse l'avrà venduta?" pensava mentre accelerava i suoi passi. Così entrò nel negozio pieno di dubbi e con il viso triste. L'uomo dietro al banco lo riconobbe e andò nel retrobottega e gli prese la sua barca. Che felicità provò quando il negoziante gliela consegnò tra le braccia. Era così contento che guardandola disse: "Piccola barca tu sei mia due volte, la prima perché ti ho fatta, la seconda perché ti ho comprata".
Il padre che lo aveva accompagnato, nel sentire queste parole, si fermò un attimo e disse: "Sai Bruno, Dio ha fatto la stessa cosa con noi. Eravamo tutti come piccole barche perse nel fiume, perché i nostri peccati ci avevano portati lontano dal nostro creatore.
Poi Gesù pagò un prezzo enorme per il nostro riscatto. Con la sua morte ci ha
ricomprati e così noi gli apparteniamo due volte. Prima Egli ci ha fatti, poi ci siamo allontanati, ed infine ci ha riscattati e ripresi con se!".

Anche tu ti sei allontanato da Dio che ti ha creato, e adesso puoi capire il prezzo che Egli ha pagato per ricomprarti. Allora perché non ringrazi Dio che ha mandato Gesù a morire per te e confessi i tuoi peccati che ti hanno portato lontano da lui? Se credi davvero che con la Sua morte pagò per tutti i tuoi peccati, diglielo. E se per qualche ragione, non riesci a credere in Lui, chiedigli di aiutarli ad aver fede.
Fin quando non farai questo, sei come quella barca nel negozio nelle mani del padrone sbagliato. Poiché il tuo prezzo è stato già pagato, affidati a Cristo per ricevere la vita eterna. Vuoi pregare anche tu con Bruno? "Signore, io so che mi sono allontanato da te. Grazie perché hai pagato il prezzo dei miei peccati, per questo ti appartengo due volte. Prima perché mi hai creato e poi perché mi hai comprato".
Se hai compreso questo e pregato, sappi che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui, non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). Se invece non lo hai fatto ancora, rileggi questo racconto fin quando non ti affiderai a Gesù per la tua salvezza.

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