Perugia Libre (pubblicato non si sà quando... ma pubblicato!)

"Ma quale più bello del mondo! a quelli gli vorrei far
giocare qui da noi un campionato quando fa veramente caldo...
quegli "assi" europei... vedrai come si squagliano..." fa
Raoul nascosto dalla sua copia quotidiana di Gioventù Rebelde
"Non dire baggianate..." gli fa Carlos, suo fratello "Chi
ti credi di essere tu! Tu che pensi di giocare nella nazionale
di chissachi!" "No! Io non PENSO, io GIOCO per la nazionale
della mia PATRIA, e sfido chiunque a giocare come gioco io,
non tutti possono vantare, come me, i complimenti a me medesimo
di Fidel in persona, per quella volta che abbiamo quasi vinto
col Paraguay, che lui di calcio ne capisce, tant'è che Maradona
per curarsi è venuto qui!" "Ma se l'unica partita fuori da Cuba
che hai giocato l'hai fatta in Italia, a Parma, ed era estate
e tutti i loro titolari erano alla playa a prendere il sole!"
"Carlos, tu pensa a giocare a baseball coi tuoi amici, che non
riuscite nemmeno a salvarvi nel vostro campionato!" A Carlos
piace un sacco stuzzicare suo fratello perché ci crede troppo
nella storia che "lui gioca nella nazionale" ma che "per via del
blocco economico contro Cuba" se la deve risolvere in "economiche"
partitelle amichevoli e poco altro. "Poi Raoul dì che ti piacerebbe
giocare in Italia perché quella maglia bianca e rossa che ti ha dato
quel turista italiano è una settimana che la porti e ti ci alleni
pure, e poi non si capisce di che cavolo di squadra è, con quella
specie di volatile stampato sopra..." "Quella maglia di cui parli
mi è costata una scatola intera di sigari Cohiba e quel VOLATILE,
mi ha detto il turista che è un GRIFO, e che esiste davvero dalle
loro parti, tant'è che mi ha promesso che ce ne spedisce uno vivo
appena torna in Italia : poi questa è la maglia del PERUGIA che
gioca nella massima divisione in Italia e poi l'altra maglia si
è rotta ed il compagno sarto della nazionale me ne ridà un'altra
solo per il mese prossimo" Carlos nel mentre finisce di indossare
la sua divisa di battitore, e prende la mazza appoggiata sotto il
letto "Si vabè, tanto hai ragione sempre tu... io mi vado ad allenare
...ciao PELE'!" fà Carlos ironico mentre s'avvia verso la porta di
casa mentre Raoul sempre più stizzito lo incalza a voce piu alta
"Sì Sì, VAI VAI, JOE DI MAGGIO DEI MIEI STIVALI!" Carlos esce
sorridendo da casa mentre Raoul rimane da solo a brontolare tra
sè e sè, girovagando per casa "Io gioco per il mio PAESE... vinco
per il mio Comandante... loro fuori pensano che giocare per una
squadra di una città sia importante... una città loro... io il mio
stato invece..."Raoul si affaccia in camera da letto e si vede
riflesso dallo specchio grande dell'armadio. D'un tratto vede
intorno a sé uno stadio con tanta gente ed una curva colma di
tifosi che getta fumogeni rossi e bianchi. Di fronte si ritrova un
personaggio corpulento, che tutti chiamano presidente e che gli stringe
la mano dicendo "BenvenuDo a PeruGGia", mentre intorno a loro telecamere
e fotografi lo accecano con fari e flash. "E' un fuoriclasse che viene
da l'Avana e che gioca nella sua nazionale, un campione che vedrete
metterà qui a frutto le sue grandi doti e che ha un contratto che gli
farà guadagnare ben...." "RAOUUUUL! La comida è prontaaaa! Dài che
stasera c'è il pollo fritto che ti piace tanto!" Raoul scatta in
piedi dal letto scosso ed intontito, trascinandosi verso la cucina
e chiedendosi "Ma chissà quanto avrei guadagnato... se avessi sognato
ancora..."