La ballata del Cavalier del Tasso

Canto 1°

 

C'era una volta addietro un cavaliere

Dalle intenzioni pure, oneste, serie...

E questo cavaliere molto amato

Era, d'altri eröi, fiero alleato;

Eroi di molto garbo e gusti Fini,

Colmi di Fede, ardenti paladini,

Sol di tanto in tanto nëi Casini

Per qualche güaio antico col bargello...

 

Ma affrontò il cavalier duro duëllo:

Fu sterminato l'ìnfido flagello,

E nella cruna passò anche 'l cammello,

con tanto di gualdrappa e baldacchino...

 

"Io son un genio, l'uomo del Destino!"

(Disse 'l cavalier fasciato in lino,

Al fine d'una Sindone plasmare

Che le genti potessero adorare)

"Ma una cosa - aggiunse - non riesco a fare:

Il mio TASSO, a farlo rïabbassare!"

 

E continuò così suo mesto duolo:

"In questa contrada mi par ch’io solo

pensi che i Tassi si debbano chinare

al mio passaggio, qual fece un dì il mare

quando Mosè alzò il suo bastone al Cielo,

e 'l Cielo gli ubbidì: iö questo anelo...

 

Non mi par tanto! Plebe ingrata e bassa:

Voi continuate ad adorar la Tassa,

qual Vitello d'oro della Bibbia,

e a stringere di cintola la fibbia;

Per qual ragione arcana e masochista

Vi piegate all'inganno comunista

Che sïa giusto l'onorar le Tasse?

 

In verità vi dico, o cïeche masse,

Io sono quel che son, non più domande:

E vi condurrò per queste lande

Col corpo mio, che sacri effluvi spande!

Non credete più a vili propagande

Confidate in me: il rischio non è grande...

 

Al più vi giocherete le mutande!"

 

 

[Continua...]

 

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