Geoffrey Chaucer April Sweet Showers

L'opera

Analisi dell'opera

Vetrata dell'abbazia di Canterbury The Canterbury Tales è un lungo poema in versi (giambico-pentametrici). Questa è la più significativa opera di Goeffrey Chaucer ed è quella che apre il proemio di tutti i racconti, che sono testimonianze di pellegrinaggi. Come tutte le altre novelle ha una composizione molto semplice; infatti è stata scritta per un pubblico di differenti classi sociali, che ogni anno andava in pellegrinaggio verso il santuario di S. Thomas Becket.

L'opera ha un contesto differente da quella di Beowulf ed è piena di esagerazione espresse sotto forma di desideri. Inoltre l'autore introduce per la prima volta una struttura dettagliata del poema, stabilendo anche i rapporti tra varietà, società e unità e ordine e disordine.

Il tema principale dell'opera è il destino, che è sempre rappresentato come qualcosa di sacro. In questo caso il mese di Aprile impersonifica il ruolo della città che scandisce il passare del tempo, ma allo stesso tempo ne fa notare la bellezza. Non a caso Canterbury è il prototipo ideale di città pensato da Chaucer, dove finisce la vita e il pellegrinaggio diventa l'allegoria del percorso umano al fine di raggiungere la serenità celestiale. Ciò anche perché l'autore stesso compie tali viaggi, come notiamo in questo componimento (And was soon one with them in fellwship).

Nell'opera Chaucer inserisce un grande elemento di novità, oassia il narratore parlante in prima persona; infatti notiamo l'uso del soggetto I. Si denotano anche dei riferimenti storici, che quasi stanno a simboleggiare una leggera forma di "patriottismo" (Holy blissful martyr), ma sono presenti anche molte descrizioni umane come, ad esempio, quando parla dell'equipaggiamento per il pellegrinaggio (What their condition was, the full array of each of them, as it appared to me according …).

Non vengono molto usate le figure retoriche come assonanza o onomatopeia o allitterazione, ma per lo più realismi, allegorie e metafore. I pellegrini sono la metafora della vita della sfera religiosa.

Il narratore è onnisciente e molte volte esprime ironicamente ciò che vede e pensa; questa è una sorta di gioco tra il reale e il surreale, ma sta al lettore interpretarlo come più gli piace. Comunque tutti i racconti possiedono un idealismo e un realismo di base.