Studio di caso










La tecnica della "content analysis" andrebbe utilizzata per dare unità alle fasi in cui si articola lo sviluppo di ciascuno studio di caso:
a)una raccolta documentaria e di informazioni per situare il "caso" osservato nel contesto di riferimento concreto e in quello ideale dell'intervento formativo;
b)una scheda generale riassuntiva per i diversi tipi di input accessibili o ottenibili attraverso un piano di interviste ripetute agli utenti dell'intervento formativo, come se fossero gli attori del caso osservato;
c)una scheda ricostruttiva della storia del caso o delle microstorie degli attori del caso;
d)schede analitiche relative alle interviste di controllo effettuate agli utenti( i formatori in formazione) del caso in questione(qui soprattutto va applicata in prima istanza la tecnica della " content analysis")
e)schede incrociate di analisi e interpretazione delle discrasie o discrepanze registrate nelle singole interviste o analisi di contenuto, per utente/attore;
f)quadro riepilogativo delle principali assunzioni raccolte in ordine a ciascuno dei subsistemi in cui era stata preventivamente e tematicamente articolata l'analisi e guida alla generalizzazione delle metodologie e delle regole di comportamento).
L'insieme della documentazione e della riflessione acquisita (interviste, materiali di varia natura, verifiche, ecc.) dovrebbe così consentire al formatore non solo di affinare il "suo" punto di osservazione, ma soprattutto di identificare, con maggiore approssimazione di quanto gli sia possibile in apertura di intervento formativo, il " punto di osservazione" degli attori dei corso, nonché il "clima" in esso regnante in ordine appunto alla classe di variabili cui gli utenti possono essere interessati. Che, potrebbe anche essere, nel nostro caso, la presenza o meno di una interpretazione complessiva del sistema territoriale di domanda/offerta formativa tra gli operatori culturali, e quindi la osservazione del ruolo che essi ritengono legittimamente di sviluppare al suo interno. E' evidente che i materiali raccolti seguendo le operazioni di osservazione e di studio implicate dalle tabelle appena presentate richiedono un'operazione ulteriore di riscrittura della griglia di indagine, di risistemazione dei materiali e di loro rilettura; ma soprattutto impone una sorta di movimento ricorsivo( un " Loop" in gergo informatico) sul caso, non limitandosi ad interpretare il caso a partire dai materiali raccolti nella prima vindemiatio ma ritornando al caso stesso, nella sua realtà. Si tratta dunque di un movimento ciclico di osservazione/ valutazione formativa che si arresta solo quando il formatore ritiene di aver raggiunto un assestamento significativo dei risultati del suo intervento. L'unità di misura al riguardo deriverà evidentemente dalla verifica di consequenzialità o meno tra le interpretazioni elaborate e quelle che i casi indagati forniscono rispetto alla questione di fondo da cui è stata guidata la scelta. Inoltre il "loop" seguito consente di prosciugare via via l'incrocio delle variabili, fino ad attestarsi a quelle plausibilmente ritenute "essenziali" e "comprendenti". Ciascuna fase, indicata nello schema seguente, viene a passare attraverso quattro punti di osservazione essenziale. Il loro trattamento consente di estrapolare da ciascun campo(l'insieme degli spazi afferenti in linea orizzontale a ciascuna fase) un 'identikit provvisorio delle abilità o del livello di trasformazione e di interpretazione sul caso tra gli utenti, i cui tratti vengono poi ad essere aggiunti e combinati con quelli dei campi successivi, fino a formare un mosaico generale, la cui significatività… viene preventivamente valutata dal formatore in ordine alla sua "coerenza" rispetto al filo rosso dell'indagine effettuata(la domanda da cui si è partiti) e in ordine alla sua "leggibilità" anche da parte degli attori e del sub-sistema di caso osservato( U.M.).







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