Oblò

L’allegria della gente

Edicola Ciociara

pagina 4

di Alessandro Ciotoli

alla prima pagina

 

Francisco Manuel dos Santos, detto Garrincha, nacque nel 1933 a Pau Grande (Rio de Janeiro). Come la maggior parte dei calciatori provenienti dal Sudamerica, crebbe in mezzo alla povertà, vivendo un’infanzia di stenti e di malattie. Da piccolo lo colse la poliomielite, che lo costrinse a vivere con la gamba sinistra storta e più corta dell’altra, anche se in molti dissero che fu proprio questo difetto fisico a rendere micidiale il suo doppio passo, col quale saltava con disinvoltura qualsiasi avversario gli si trovasse di fronte. Iniziò a giocare nel Serrano di Petropolis, ma ben presto venne notato dal Botafogo di Didí, Zagalo e Nilton Santos, che lo acquistò nel 1953. Subito arrivò la convocazione in nazionale, e la partecipazione al mondiale in Svezia nel 1958. In quel campionato avvenne la sua definitiva consacrazione, contribuendo alla vittoria del Brasile in quel torneo, tanto che ancora oggi è considerato la più forte ala destra della storia del calcio. Nei mondiali in Cile del 1962, anche grazie all’assenza di Pelé per infortunio, fu il protagonista assoluto, vincendo anche la classifica marcatori e incantando tutti con le sue finte e le sue giocate straordinarie, tanto che venne chiamato “a alegria do povo”, l’allegria della gente. Purtroppo i seri problemi psichici, residui della malattia, e l’abuso di alcolici, lo portarono ben presto nell’ombra, tanto che morì solo e in povertà in un ospedale il 21 gennaio 1983. Su un muro di Rio, un giorno un tifoso ha scritto: Grazie Garrincha per essere vissuto.