Associazione Provinciale Farmacisti non Proprietari di Lecce

Da "Il Giornale del Farmacista"

L'INCOERENZA DELL'ESCLUSIVA

L'intervento del Professor Gallo (pubblicato sul GdF 1/2000) è interessante, perché ha il pregio di entrare nel merito della questione. Alcune puntualizzazioni, tuttavia, si rendono necessarie: nel 1913, con la riforma Giolitti, viene varata la nazionalizzazione delle farmacie; in tal modo, si attua il passaggio da un diritto di natura patrimoniale a un diritto di natura ordinaria: l'esercizio farmaceutico, cioé, diventa una concessione governativa "ad personam", ottenuta attraverso concorso, senza possibilità d'acquisto, vendita o trasferimento per successione. Tutto ciò avviene in un contesto economico diverso dall'attuale, con una demografia crescente, non decrescente come oggi. La legislazione rimane inalterata fino al 1968, quando - con un "bliz" di stampo corporativo - viene approvata la riforma Mariotti, che introduce una singolarità tutta italiana: una concessione dello Stato ottenuta per pubblico concorso - la farmacia, appunto - diviene trasferibile a qualsiasi titolo. In virtù di quella legge, la farmacia torna ad avere natura patrimoniale e, di conseguenza, l'iscrizione all'Albo, che in altri Ordini rappresenta l'accesso al libero esercizio della professione, per i farmacisti mantiene soltanto un valore formale.
I tempi, tuttavia, sono cambiati e la società pretende che la capacità, inclusa quella di intraprendere, siano poste a confronto. Come può, la farmacia italiana, sottrarsi a questo invito? L'80 per cento dei Comuni dispone di una sola farmacia: non è forse doveroso offrire ai cittadini un'alternativa nella scelta?
Se lo Stato ritiene che l'assistenza farmaceutica sia un'attività di interesse primario, può difenderne la qualità fissando standard elevati (come avviene in Germania) e riservando l'accesso ai laureati abilitati. Tuttavia, non ha alcun motivo per limitare la concorrenza tra coloro che possiedono tali requisiti: stabilire una riserva professionale è un atto che garantisce l'utente, così come avviene per altre professioni; stabilire una riserva nella riserva è una scelta che garantisce solo i redditi di chi è già nel mercato.
L'incoerenza vera, pertanto, è mantenere questa legislazione, dove lo strumento della Pianta organica non è finalizzato alla distribuzione capillare degli esercizi ma alla protezione dei redditi.
L'incoerenza vera è giocare sull'identità della professione per difendere interessi di parte. Incoerenza è protestare per le catene di farmacie e restare zitti di fronte al fenomeno dei "prestanome".
Ecco perché il Movimento nazionale liberi farmacisti non cambierà sigla: è di libertà degli uomini che noi parliamo, non delle cose. Un sentimento difficile da arrestare, perché presente in ognuno di noi.

Ufficio di presidenza Movimento Nazionale Liberi Farmacisti

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