Le Web-barriere
l'accessibilità dei siti della Pubblica Amministrazione

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Le Web-barriere: l'accessibilità dei siti della Pubblica Amministrazione italiana

di Gianluca Affinito

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali

(art. 3 Costituzione della Repubblica Italiana)

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Internet è la nuova frontiera della comunicazione; un enorme mole di informazioni e non solo (penso ad esempio a tutte quelle nuove forme di socializzazione come la posta elettronica, le mailing list, le chat) è disponibile per gli usi più disparati. Ma, spesso, queste possibilità non sono accessibili a determinate categorie di utenti come i non vedenti che invece potrebbero trarre dall'uso di Internet una possibilità di emancipazione e socializzazione a loro troppe volte precluse. Attivando esperienze di scambio interpersonale che superano le barriere e gli ostacoli che la disabilità pone, le tecnologie informatiche per la comunicazione possono migliorare la riabilitazione e l'integrazione scolastica, lavorativa e sociale delle persone portatrici di handicap fisici e psichici, rappresentando in questo modo validi strumenti per l'autonomia personale del disabile. Aggiungo che i non vedenti non sono l'unica categoria di disabili interessati dalla barriere tecniche e fisiche che il web può porre; ci sono anche gli ipovedenti, i daltonici, i sordi, le persone con impossibilità motoria agli arti superiori (che non possono quindi usare il mouse) e tanti altri. E' possibile inoltre, estendendo il discorso, comprendere anche quelle persone che, non avendo un particolare hardware o software (plug-in particolari, connessioni lente o browser di vecchia generazione), si vedono esclusi dal mondo della Rete.

Internet, inteso sia come tecnologia che come comunità di utenti, può dare un contributo notevole al superamento di barriere spesso più culturali che pratiche; le potenzialità dei computer e dei linguaggi di oggi consentono, con relativa semplicità, di progettare un sito Web o un CD-Rom totalmente accessibile; esistono infatti delle precise norme, sto parlando del progetto WAI (Web Accessibility Initiatives) proposto dal W3Consortium (l'Ente internazionale preposto alla standardizzazione dell'HTML il linguaggio alla base di ogni pagina web), per l'accessibilità universale dei documenti Web. L'iniziativa per l'accesso al web del W3C riunisce persone provenienti da aziende, associazioni sull'handicap, enti statali e laboratori di ricerca per studiare protocolli e programmi che rendano il web accessibile ai portatori di handicap visivi, uditivi, fisici e cognitivi o neurologici; il suo compito spazia dalla revisione delle tecnologie W3C per garantire che facilitino l'accesso fino alla stesura delle Linee guida per l'accessibilità ai contenuti del web, oltre allo sviluppo di altri strumenti in grado di valutare l'accessibilità. Nelle Linee guida non si invita a limitare l'uso di supporti multimediali bensì si invita a prevedere che non tutti i fruitori del web possono accedere ad un sito con le stesse modalità; alcune di queste norme prevedono, ad esempio, che ogni immagine sia corredata da un equivalente testuale che ne descriva il contenuto, oppure che ogni tabella o grafico venga illustrato anche in maniera testuale in modo da consentire a particolari software e hardware dedicati ai non vedenti (display Braille, programmi di sintesi vocale, screen reader) di "leggere" informazioni altrimenti inaccessibili. Il principio basilare che sottende l'indipendenza degli strumenti e l'accessibilità è la separazione della forma dal contenuto; quando il significato di un documento è salvato separatamente da come deve apparire, l'indipendenza degli strumenti e l'accessibilità sono più facili da tutelare e questo lo si può ottenere con i fogli di stile, cioè una serie di istruzioni su come presentare o trasformare una pagina web.

L'accessibilità e la PA italiana

La presente ricerca si propone nella prima parte di fornire una base sia tecnica che concettuale per introdurre il tema dell'accessibilità: dopo aver analizzato le statistiche sui disabili in Italia e i dispositivi tecnologici attualmente a disposizione degli utenti disabili, vengono illustrate le Linee guida per l'accessibilità promosse dal W3Consortium.

Nella seconda parte, lo studio si soffermerà sull'analisi e la validazione dei siti della Pubblica Amministrazione Centrale. Scopo dello studio è di scandagliare il web italiano alla ricerca di quanti e quali soggetti si sono posti il problema di rendere i propri siti accessibili a tutta una fetta di pubblico (molto più numeroso di quanto si possa immaginare se si pensa che in Italia, secondo i dati ISTAT del 1998, i disabili con difficoltà di vista, udito e parola erano 600 mila) che trova ancora una volta troppe difficoltà a vivere la propria quotidianità in maniera "normale"! Il diritto di accesso al web coincide sempre più col diritto al lavoro e con il diritto allo studio, deve, quindi, essere garantito; la legge, infatti, attualmente impone alla Pubblica Amministrazione, nella erogazione dei suoi servizi, di attenersi a criteri che garantiscono il Diritto costituzionale all'uguaglianza. Esempi di Istituzioni attente a questa problematica sono, per fortuna, già molto diffuse, ma purtroppo la strada da fare è ancora tanta e non tutti coloro, Enti, società o privati cittadini, che realizzano siti web mostrano la stessa attenzione. La Pubblica Amministrazione, istituzionalmente più attenta alle problematiche delle minoranze, è tenuta nella sua comunicazione pubblica al cittadino attraverso Internet a rispettare, oltre alle Leggi che tutelano i diritti dei disabili, alcune precise direttive; nel marzo 2001, infatti, l'allora Ministro della Funzione Pubblica Bassanini promulgò una Direttiva (Linee Guida per l'organizzazione, l'usabilità e l'accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni, Circolare 13 marzo 2001, n.3/2001) in cui chiedeva il rispetto di alcuni principi che consentissero la piena accessibilità di tutti i siti della Pubblica Amministrazione; nel maggio dello stesso anno, l'AIPA (Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione) costituiva un Gruppo di lavoro sull'Accessibilità e tecnologie informatiche nella Pubblica Amministrazione che ha rilasciato di recente il documento Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili (Circolare AIPA del 6 settembre 2001, n. AIPA/CR/32) a cui tutte le Istituzioni devono fare riferimento.

A distanza di un anno qual è la situazione attuale? Quali sono i risultati? Cosa ha fatto il Governo per promuovere questa encomiabile iniziativa? Mi propongo di dare una risposta a queste domande e di fare un quadro hic et nunc della situazione della Pubblica Amministrazione on line, cercando di capire se questi sforzi abbiano avuto una auspicabile ricaduta sul resto del web. L'aver dato una norma certa, con dei requisiti ben precisi, potrebbe aiutare, infatti, le case produttrici a sviluppare del software che a sua volta faciliti il compito degli sviluppatori di siti web; questo favorirebbe sicuramente una maggiore diffusione del tema tra coloro che devono progettare siti accessibili e i committenti che devono essere consapevoli del fatto che rendere una pagina accessibile aggiungerà valore e non sarà soltanto un costo o un peso.

L'accessibilità di Internet è, come ho cercato di spiegare, un problema culturale che va a toccare un principio di fondo della nostra società quello delle pari opportunità; una grande spinta, in questi anni, è venuta dal basso, cioè proprio dagli utenti, dai cittadini, "dalle persone che non si sono stancate di bussare e richiedere la non discriminazione come una delle premesse culturali più importanti" (Alfredo Violante); ora è giunto il momento che l'iniziativa individuale di alcuni illuminati divenga norma, consuetudine, che il diritto di accesso sia garantito a tutti, indipendentemente da cultura, linguaggio e handicap! Ritengo che chiunque usi Internet debba conoscere i termini di questa questione in modo da vigilare e pretenderne il rispetto perché, come ha detto, Tim Berners-Lee, Direttore del W3C e inventore del World Wide Web: "The power of the Web is in its universality. Access by everyone regardless of disability is an essential aspect".