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"Cambia font, qui inserisci una gif, qui un form, giustifica tutto e mandalo in Ftp". Parole senza senso? Ebbene, sappiate che presto il vostro caporedattore potrebbe cominciare a parlarvi così; e voi dovrete capirlo, perché non sarà diventato matto. Font, gif, form, ftp, sono termini già familiari a web-editor e htmlisti, quelle oscure figure ormai presenti in molte redazioni che hanno il compito di prendere l'articolo di un giornalista e di renderlo adatto alla lettura tramite Internet.

Attachment. Su quasi tutti i programmi di posta elettronica è simboleggiato da un fermaglio. È lo strumento che serve per allegare un file ad una e-mail. Per un giornalista è fondamentale nel momento in cui debba inviare un articolo in redazione.

Blocchi di testo. Servono a migliorare la leggibilità di un testo e consistono nel porre una riga di distanza tra un paragrafo e l'altro.

Bookmarks. La traduzione letterale è "segnalibri", ma in italiano viene chiamata anche "preferiti". È una cartella, presente in tutti i browser, nella quale memorizzare le Url dei siti. Per avere sempre tutto a portata di mano.

Br. Un giornalista tradizionale vede "br" e legge "Brigate Rosse". Un web editor, invece, legge < br >, cioè il tag html che comanda il "break", il ritorno a capo. Un segno dei tempi che cambiano.

Cgi. Sono dei programmi residenti nella gran parte dei server in grado di formattare i dati che giungono attraverso un form e di renderli immediatamente comprensibili.

Copia e incolla. In effetti, gran parte dell'attività di editing si riduce a questo: copiare un testo ed incollarlo su un modello già pronto. Ma, per la gioia dei programmatori html altrimenti disoccupati, la maggior parte dei giornalisti non riesce ancora a fare neanche questo.

Copywriter. Colui che si occupa di scrivere testi promozionali, non solo nel campo della pubblicità. Il copywriter può scrivere discorsi politici, relazioni aziendali ed anche articoli per Internet.

Editing. L'attività di revisione e risistemazione di un testo grezzo. È il compito dell'editor.

Editor. Oltre alle persone addette all'attività di editing, si chiamano editor anche quei programmi che permettono la compilazione di un testo, di un listato di programmazione o di un file particolare. In quanto attinenti all'argomento di cui parliamo, ricordiamo Word (editor di testo) e FrontPage (editor html).

Font.Si chiamano font i vari tipi di caratteri leggibili sullo schermo del computer. I più diffusi sono Arial, Courier e Times, nelle loro varianti; i programmatori alle prime armi, spesso fanno l'errore di utilizzare caratteri strani e ricercati senza sapere che molti computer non li leggeranno. In html il tipo di carattere si assegna con il tag "font".

Form. I form sono quei moduli utilizzati per permettere all'utente di un sito di lasciare i propri dati o i propri commenti. Sono sempre più diffusi, essendo il più efficace strumento di interazione tra il lettore ed il sito.

Ftp. Acronimo di "File Transfer Protocol", protocollo per il trasferimento dei file. Serve per inviare i file residenti nel proprio hard-disk ad un server, o viceversa. Il più famoso programma creato a questo scopo si chiama CuteFtp. Finché non sei in grado di gestire con sicurezza un file html, nessuno ti permette di accedere ad un server via ftp, per paura di danni irreparabili.

Gif. Acronimo di "CompuServe Graphic Interchange Format", è il più diffuso formato di immagini a 256 colori. È ormai entrato nell'uso comune chiamare semplicemente "gif" i file di immagine con tale estensione. Su Internet si affianca ad un altro formato, il jpeg. Da segnalare anche l'esistenza delle famigerate, sempre kitsch, spesso inutili, "gif animate".

Giustificare. Prendete un giornalista e chiedetegli di giustificare l'articolo che ha appena scritto: comincerà a balbettare, oppure si irrigidirà, alzerà la voce, tentando a tutti i costi di difendere le proprie opinioni. Fate la stessa domanda ad un web editor; lui non farà una piega: sfiorerà un pulsante e l'articolo si giustificherà da solo, allineandosi, come per magia, sia a destra che a sinistra.

Ghostwriter. Ai tempi in cui non esisteva il politically correct veniva chiamato "negro". È lo scrittore con tanto talento e poca fama che presta i suoi servigi a quei nomi celebri costretti a scrivere un libro o un discorso.

Href. Sta per "Hypertext Reference". Forse è il più importante comando html, perché è quello che identifica i link tra un documento ipertestuale ed un altro.

Icona. Rese famosissime da Windows, le icone sono delle piccole immagini cliccabili (circa 50x50 pixels) che rendono intuitivamente comprensibile il contenuto del link a cui fanno riferimento.

Ipertesto. In questa accezione, "iper" è l'opposto di "lineare"; nei testi tradizionali ci si muove appunto in maniera lineare: prima questo, poi quest'altro e così via. Nell'ipertesto no: quando leggete una pagina Web potete saltare da un punto all'altro della Rete in ogni momento.

Ipocontenuto. Testo, immagine o video, su Internet tutto deve essere "ipo" ovvero minimo, essenziale. Forse questa filosofia minimalista verrà superata con il prossimo, ipotetico allargamento della banda disponibile.

JavaScript. Linguaggio messo a punto inizialmente da Netscape ed ora leggibile dalla maggior parte dei browser. Utilizzato con parsimonia, può arricchire e rendere più godibile una pagina: permette, tra l'altro, di gestire finestre indipendenti, di creare immagini cliccabili, di visualizzare il giorno e l'ora, ecc.

Jpeg. Formato di immagine che prende il nome dall'organizzazione che l'ha inventato, la "Joint Photographic Experts Group". Il dilemma è: gif o jpeg? Non esiste una risposta univoca, ma il consiglio che viene dato generalmente è di utilizzare il gif per le immagini di piccolo formato e il jpeg per quelle più grandi.

Link. In italiano "collegamento", è l'essenza dell'ipertesto. Permette di saltare in ogni momento da un punto all'altro di un sito, da un punto all'altro della Rete. In mano ad un giornalista può rivelarsi un prezioso strumento per arricchire i propri articoli.

Microcontent. Jacob Nielsen definisce "microcontent" dei brevi testi (40-60 caratteri) che anticipano il contenuto di intere pagine web e guidano l'utente nella navigazione. Per un giornalista, che ha passato la vita tra titoli, occhielli, sommari e regola delle "5w", non dovrebbe essere difficile capire cosa intende.

Newsletter. La newsletter è un servizio ormai offerto da molti siti: lasciando il proprio indirizzo, si riceve periodicamente una mail che informa sulle novità e gli aggiornamenti del sito in questione. Alcune newsletter sono delle vere e proprie riviste curate da esperti che esprimono il proprio parere o elargiscono i propri consigli agli abbonati.

On-demand. Questo termine, che significa "su domanda", è entrato nel linguaggio comune con riferimento ad un particolare tipo di tv a pagamento. Internet è tutta, per definizione, on-demand, nel senso che è il navigatore a decidere i contenuti di cui fruire tra quelli messi a disposizione da un sito.

Online. Tradotto in italiano significa "in linea" ed è un termine ormai molto in voga per indicare genericamente tutto ciò che è presente sul Web. È forse bene precisare che, in realtà, la gran parte dell'attività del web editor si svolge invece "off-line".

Paint, Photo, Shop. Combinate a coppie queste tre parole ed otterrete il nome assegnato ai più noti elaboratori di immagine dai vulcanici creativi di Adobe (Photo Shop), Corel (Photo Paint) e Jasc (Paint Shop). Variando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia: se volete inserire una foto nei vostri articoli, almeno uno di questi programmi dovete saper usarlo.

Piramide invertita. Niente a che vedere con l'Egitto: è una tecnica di scrittura molto in voga nel giornalismo anglosassone consistente nel dare la notizia all'inizio di un articolo per poi scendere via via nei dettagli. Una regola ottima anche per Internet.

Proofreading. Ultima revisione di un testo alla ricerca di refusi.

Refuso. Errore di battitura sfuggito alla revisione, anche detto "errore di stampa"

Tabella. Indicate dal tag , le tabelle sono un utilissimo strumento per dare forma ed ordine alle pagine web. In un certo senso la tabella è uno stretto parente del vecchio menabò.

Tag. Sono le istruzioni del linguaggio html, il quale le individua per il fatto di essere comprese tra i segni di minore (<) e maggiore (>).

Title. Importantissimo comando html, in quanto assegna il titolo identificativo di ogni documento, che comparirà nell'intestazione della finestra e verrà utilizzato per inserire la pagina in un bookmark.

Url. Significa "Uniform Resource Locator". In pratica è l'indirizzo dei siti, quello che inizia con "http://". Senza Url, ogni sito dovrebbe essere identificato da un numero, lungo e difficilmente memorizzabile.

Usability. Termine utilizzato per definire la facilità con cui si interagisce con un determinato sito o documento web.

Webzine. Anche dette e-zine, sono le riviste elettroniche, cioè tutti quei siti che richiamano più o meno da vicino la struttura delle tradizionali pubbicazioni cartacee trasposta su Internet.

Www. Acronimo di World Wide Web ovvero "ragnatela mondiale". Sistema messo a punto nel 1990 da Tim Berners-Lee, ingegnere presso il Cern di Ginevra. È l'anima di Internet, in quanto rende possibile la visualizzazione delle pagine Web in una veste grafica semplice ed intuitiva tramite l'utilizzo dei browser di navigazione e del linguaggio html.

da "Il mestiere di scrivere"


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