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Il pellegrinaggio al Santuario
nelle foto d'epoca

Si ringrazia per le fotografie il prof. Giacinto Ruzzi

 

"Man mano che si saliva, ci provenivano sempre pił nitide le voci delle persone giunte sul pianoro prima di noi e il lento suono della campanella della chiesa, che si stemperava nello spazio sterminato della campagna circostante.
E dopo poco, ecco finalmente apparirci i muri grigi, screpolati e semicoperti di muschio della cappella del Santo, tutta appartata lą in alto, sulla cima del colle.
Sempre a dorso di mulo si attraversava l’ampio spiazzo occupato in parte da innumerevoli bancarelle e, nel massimo silenzio e raccoglimento, si facevano tre giri intorno alla chiesa.

[...] Dopo il percorso circolare, rimanendo sempre ritti sulle bestie, ci si fermava davanti alla porta del tempio, ci si segnava la fronte e s’invocava pił volte, sommessamente, "Sant’Antuono" affinché proteggesse gli animali.
E legati poi i muli a uno degli alberi nella parte digradante del colle, si entrava in chiesa.
In quel luogo piuttosto buio saliva subito alle narici un penetrante odore di chiuso e di umiditą.
Una tenue luminositą veniva diffusa dalle tante fiammelle delle candele. Il loro chiarore si proiettava sulle pareti, che erano tutte tappezzate di ex voto: medaglioni con foto, trecce di capelli, veli di spose e sai di monacelli.
Il Santo abate troneggiava sull’altare della chiesa parata a festa".

Brano tratto da "Ritratti di vita paesana" di Domenico Bolettieri, ed BMG, Matera, 1998, pp.15-20. 

 

 

 

 

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