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Il Santuario
di S. Antonio Abate

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wpeC.jpg (19483 byte)Come è nata la mobilitazione per salvare l'Altopiano e il Santuario di "S. Antun"

 

Era una Domenica come tante altre quando un piccolo gruppo di "amici" decise di andare a visitare l'altopiano di "Sant'Antun" di Grottole, un luogo su cui i nostri nonni e i nostri genitori ci avevano raccontato mille storie e leggende... Dalla piazza di Grassano riuscivamo pure a vedere la tozza sagoma dell'altipiano all'orizzonte... sembrava così vicino ma mai nessuno di noi, ora per un motivo ora per un'altro, aveva visitato quel colle...

torre.jpg (18560 byte)Ci avviammo con due macchine in un assolato pomeriggio e, dopo un quarto d'ora, già ci inerpicavamo sulla strada sterrata che portava al Santuario... L'aria si faceva sempre più fresca, un odore di menta selvatica ci avvolgeva, mentre a ogni curva un orizzonte sterminato si apriva al nostro sguardo...

Giunti sull'altopiano  fummo subito colpiti dalla mole di un grande rudere posto quasi sulla strada. Ci fermammo...
Era il resto di una torre o di una fortificazione... Tra l'erba affioravano resti di mura, di case, di camminamenti..   Solo dopo avremmo saputo che quello era quanto restava di Altojanni, o Altogianni, un'insediamento fortificato di cui oltre il nome poco o nulla si sa. 

Riprendemmo la corsa verso il Santuario di S. Antonio Abate che si trova all'estremità dell'altopiano... L'odore di menta era diventato assai forte, il caldo afoso invece sembrava sparito e un vento leggero accarezzava le nostre guance. Grosse croci di legno a distanza regolare fiancheggiavano la strada sterrata... Mentre alcuni nibbi incuriositi ci volavano sulla testa...

Ma eccoci al Santuario...  Unica emergenza architettonica su un altopiano brullo e senz'alberi.  Ci fermammo... Da vicino sembrava imponente... Come ci avevano raccomandato i nostri parenti facemmo i tre giri rituali e beneaugurati intorno alla struttura del Santuario... man mano che camminavamo vedevamo scorrere davanti a noi un antico pozzo-cisterna, un loggiato settecentesco, antichi portoni in pietra grezza medievali e muri attraversati da crepe larghe un braccio...

I segni della passata grandezza erano evidenti ma anche i segni lasciati dai vandali e dall'incuria.  Scritte oscene sulle pareti, resti di fuochi accesi agli angoli dell'antica struttura, muri crollati o attraversati da profonde lesioni... Solo la chiesa era intatta...

Davanti a tanta bellezza offesa sentimmo salire dentro di noi la rabbia... Incominciammo a discutere animatamente su quanto vedevamo... Ma cosa potevamo  fare, eravamo solo dei giovani come tanti alle prese con i problemi di ogni giorno, il lavoro, l'amore, la fede, il futuro...   Cosa potevamo fare noi piccoli signor nessuno? Ci sentivamo impotenti...
Allora Antonietta, la più piccola del gruppo disse delle parole che non dimenticherò mai: "perché non iniziamo a fare qualcosa, poi si vedrà!" .  Decidemmo che qualcosa potevamo pur fare...

Nei giorni successivi andammo a trovare il giovane parroco di Grottole, Don Vincenzo Di Lecce, che aveva in custodia il Santuario. Gli raccontammo ciò che avevamo visto, delle emozioni che avevamo provato, gli chiedemmo che cosa si poteva fare...
Allora D. Vincenzo sorridendoci ci disse che, anche se era giunto a Grottole da pochi mesi, era rimasto anche lui colpito da quel luogo, "purtroppo sono solo, ma datemi una mano e qualcosa insieme faremo".

Decidemmo di cominciare, dopo quindici giorni inaugurammo il sito sul Santuario coinvolgendo l'Associazione "Amici della Poesia", di cui facevamo parte, iniziammo ad organizzare le aperture, i vespri e le visite guidate al Santuario... 

Prendeva vita un'avventura che ancora non è finita...

 

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