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Sul Santuario ed Altogianni.
Frammenti di notizie
A cura di Pietro Varuolo
Altogianni era un centro abitato collocato sulla riva sinistra del
torrente "Bilioso"; ne discorre ampiamente Tommaso Andreucci [1] nella sua
imponente monografia e ne tratta più recentemente Dino DAngella [2] avendo il
merito di indicare il numero degli abitanti e che non dovettero essere
più di 150.
I due storici concordano nel sostenere che fu abbandonato verso il 1656 a
causa della peste o del terremoto e i suoi abitanti si trasferirono a Grottole [3]
Una scarna notizia la ricaviamo dalla Visita Pastorale che il Vescovo Giovanni
Michele Saraceno effettuò in Grottole "nel dì della Luna 21.4.1544"
e che, purtroppo, riguarda soltanto la chiesa.
Naturalmente visitò anche le chiese ubicate fuori delle mura ed ecco cosa scrive di
quella di ALTOGIANNI "nella contrada di Alto Janus cè una
chiesa con il titolo di S. Antonio di
Vienna. Ha un altare, un campanile con campana e fuori cè una piscina
con due case delle quali una è coperta e laltra invece metà coperta; ha alcune
immagini di santi; è bene accomodata, ha introiti e di essa è beneficiato D.
Leonardo Gattorys; la collazione spetta al Rev.mo".[4]
Altra notizia (e solo sulla chiesa) ce la fornisce un atto notarile del 26.7.1736
dal quale rileviamo che:
"In Grottole e propriamente nella chiesa detta Antonio Abbate eretta nel Demanio
di ALTOGIANNI per richiesta del Rev. Canonico D. Domenico De Aria
Cappellano e Abbate, Cappella e Badia di S. Antonio Abbate fuori delle mura di questa
Terra Diocesi di Matera ci siamo recati Notaio e Testimoni (Giudice à Contratti Nicola
Procaccio, Pietrantonio Pino, Silvestro Di Masi, Filippo DAlessio, Giovanni
Ippolito, Giacomello Bruno, Giovanni Antonio DAria; D. Antonio Ciulla della Città
di Matera) nel Casale di Altogianni e dove il Canonico D. Domenico ha asserito che fosse
stata inviata una Bolla dallEminentissimo Cardinale Pignatelli. Ha preso possesso
davanti allaltare di S. Antonio Abbate, genuflesso pregò, con suono di
campane ed armonico in segno di letizia, con pacifica quiete e nessuno contrario cantò il
Te Deum laudamus".[5]
Trascorre un bel po di tempo per arrivare al 22 maggio 1763
e apprendiamo delle altre notizie sulla chiesa ed è nuovamente un atto notarile a
fornircele (è la SS. Pentecoste, necessita la licenza del Vicario Foraneo per poter
rogare) :
"Essendoci noi personalmente conferiti in numero opportuno nella Venerabil chiesa
di S. Antonio Abbate extra menia sita nelle pertinenze di detta Terra di Grottole, dà
circa 6 miglia distante dallabbitato, e colà gionti, abbiam ritrovato il molto Rev.
Arciprete Dott. D. Valentino Cecire, il quale avendoci presentato certa
Bolla in carta pecora, spedita sotto il 17.5.1763 dallEcc.mo e Rev.mo Sig. Cardinale
Antonino Serzale Arcivescovo di Napoli, e Generale Abbate Commendatario di tutte le Badie
del nostro Regno, erette sotto linvocazione di S. Antonio Abbate, la quale da noi
riverentemente ricevuta, e letta interamente con alta e intelligibile vice da verbo ad
verbum.
Indi poi in virtù della Bolla pred.a abbiamo posto nel vero, naturale e pacifico
possesso il sud.o molto Rev. Arciprete Valentino Cecire, nel Beneficio e Badia sudetta di
S. Antonio Abate di Grottole, cum omnibus juribus, honoribus e collattuale e
corporale immissione nella chiesa predetta, una con tutti quegli atti che denotano e
causano la naturale e legittima possessione.
Dopo il sud. Cecire Rettore e Beneficiario, ut supra, ci ha fatto richiesta che di
tutto ciò ne dovessimo stipulare pubblico Strumento". Presenti Giudice a
Contratti Domenico Nicola Bruno, Rev. Donato Benincasa, Giovanni Lo Cecire, Pietro
Avitabile, Tommaso La Caparra, Rev. Faustino Gilio di Acerenza.[6]
Il 30 maggio1902 il Provicario della Curia Arcivescovile di
Acerenza, rispondendo ad una sollecitazione del Regio Subeconomato dei Benefici
Vacanti della stessa Città, ha modo di precisare che nel 1854 il Gran
Priorato del Reale e Militare Ordine Costantiniano di S.
Giorgio,
avallato da Decreto Reale del 21.11.1854, con voto favorevole
dellArcivescovo di Acerenza e Matera, nomina come Rettore e Cappellano della
Chiesa rurale di Grottole S. Antonio Abate lArciprete Giovanni Andreucci.
La stessa procedura venne seguita con la nomina del Canonico Achille
Infernusi il quale morì il 23.3.1902.
La Chiesa di S. Antonio Abate si
trova sotto la giurisdizione dellArcivescovo di Acerenza e Matera.
I Grottolesi ritengono che in epoca remota sia stata annessa a detta Chiesa "una
dotazione in beni immobili" che vennero incamerati dal Demanio dello Stato
"sin dalloccupazione francese, senza stabilirsi alcun assegno in favore
della ridetta chiesa".
Attualmente è aperta al culto con le sole oblazioni
volontarie dei fedeli. [7]
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[1] ANDREUCCI Tommaso, Una pagina di storia patria. Grottole
attraverso i secoli. Ristampa anastatica a cura del Comune di Grottole. Finiguerra,
Lavello 2000, pag.63 DANGELLA Dino, Storia di Grottole. Tip. I.M.D. Lucana,
Pisticci 1995, vol.I, pag. 69.
[2] Ibidem.
[3] Ibidem.
[4] GRILLO Antonio, Acerenza e Matera. La Visita Pastorale
nella Diocesi 1543-1544. Finiguerra, Lavello 1994, pag.....
[5] ARCHIVIO DI STATO, Matera; Notaio n.1 DIPPOLITO
Giuseppe (1736-1744), Anno 1736, f. 58.
[6] IBIDEM; Notaio n. 3 DIPPOLITO Giovanni Battista
(1757-1781), Busta n. 696, Anno 1763 f. 75.
[7] ARCHIVIO DI STATO, Potenza; Benefici Vacanti,
Cartella n.27. |
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L'abitato scomparso di
Altojanni
(detto anche Altogianni)
Il misterioso
insediamento
di
Altojanni
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