Intervista a Lara Martelli

 

Roma, 14 dicembre 2002. 

Siamo all'ex mattatoio, nei locali della Facoltà di architettura dell'università Roma Tre. Il backstage di Lara Martelli è un via vai di gente: amici, parenti, musicisti, fotografi, giornalisti... ("quando il tuo backstage è pieno di gente, ti accorgi che qualcosa è cambiato"....). Si ride, si scherza, si mangia...            Il concerto si farà con un po' di ritardo... Ma poi, eccola, Lara sul palco. Trasformata, elettrica: è una macchina. E' un delirio.

...E' un'orchidea.

Un'ora di canzoni, frutto di un duro lavoro, grazie alla collaborazione di una "grande famiglia": una famiglia legata da sentimenti, da voglia di fare...    Legata dalla professionalità e dall'amore, unico e incondizionato, per la musica.

 

INTERVISTA:

Come vedi la scena rock italiana?

Non ho mai vissuto con la musica rock, ma ci sono degli esempi che stimo moltissimo: Afterhours, Marlene Kunz, Cristina Donà, e ultimamente i Tiromancino.  La scena musicale rock italiana è per certi versi attiva e per altri è costretta a diventare una musica di nicchia. Le case discografiche purtroppo non investono su carriere e progetti che si sviluppano sull'arte. Comunque credo che la scena sia viva.

Come ti collochi all'interno di questa scena?

Mi colloco tra il rock suonato in maniera anglosassone e la scena cantautoriale: cerco di fare le cose insieme... La mia base musicale non è italiana, così come non lo è la mia maniera di scrivere. Ma ho un posto ben preciso. Puoi trovare esempi all'estero, ma non credo in Italia...

Parliamo del tuo cd "Orchidea Porpora"...

Nel cd sono presenti tanti simboli femminili: la conchiglia, l'orchidea...   E' "Orchidea Porpora" un tributo, un inno alla femminilità?

E' un inno alla femminilità, ma non all'essere donna. La femminilità fa parte di diversi fenomeni; è una qualità che è presente anche negli uomini, negli oggetti, e nella musica. Ho tentato di rendere femminile il lavoro (come lo è "Grace" di Jeff Buckley).

Com'è nata l'ispirazione per "Ode a  Renoir"?

Volevo scrivere qualcosa che non banalizzasse l'amore... Ho sempre avuto problemi nel parlare d'amore con me stessa. Mi sono innamorata di Renoir a prima vista: le sue opere esprimono amore per la Vita. Mi è capitato a Parigi, di vedere delle stampe di Renoir, e ho deciso di scrivergli un ode... Poter prendere in prestito il suo pennello e dare la stessa magia alle parole.

"Sinfonia in Luna" è dedicata a Jeff Buckley "per avermi salvato la vita". Perché?

Perché grazie a lui ho concepito l'idea della musica. Ho capito quale strada percorrere e con chi farlo. Se una persona riesce ad essere un grande artista e un grande uomo... è una sensazione soprannaturale, che solo gli Dei hanno. Jeff mi ha fatto venire voglia di essere migliore, mi ha dato l'input. Mi ha fatto capire che un talento che vive per non risvegliare, difficilmente tocca il cuore della gente e il proprio. Scrivere ed emozionarsi è più difficile che scrivere ed emozionare. E io devo sentire le emozioni come scosse.

Com'è andato il tributo a Buckley, a Chicago?

Straordinario. E' stata una delle esperienze più significative della mia vita. Si è esaudita una preghiera. Vivere il suo lato umano, il suo lato di musicista... sentire sua madre parlare di lui... E' stata l'esperienza più commovente... un'esperienza che sarà irripetibile. Mi sono sentita cuore a cuore con lui.

In "Tema di Lara" dici: "sto imparando io a fare un passo e poi a farne tre". Credi che fare il passo più lungo della gamba sia un errore?

Ho spesso agito così. E quindi sono la persona più adatta a dirlo! Mi sono accorta che in passato ho preso più di quello che potevo prendere, e dato meno di quello che potevo dare. Ora mi sono messa in discussione. Ad esempio la canzone "Il mare in fondo al mare" parla di depressione, di malinconia, con le quali ho avuto a che fare. La malinconia è presente nel mio animo, ed è il motore che mi spinge a scrivere...

Quanto di autobiografico c'è in "Superstar"?

E' dedicata alla mia personalità del passato. Ho iniziato da piccola, e sono arrabbiata per quella parte della mia vita. L'ho scritta per deridermi, per ironizzare. Per dirmi "guarda che non è così che funziona!". E' difficile avere il controllo quando si è giovani. Ora ho 25 anni, ed una cosa è certa: la musica deve essere lo specchio della mia anima.

Qualcuno ha scritto: "La scena femminile italiana può gioire: si è chiuso un trittico ideale, iniziato con la Consoli, passando per Cristina Donà, e ora, Lara Martelli". Cosa ne pensi?

La gente ha sempre bisogno di etichettare! E di chiudere. Io non sono la chiusura di niente, come non sono l'inizio di niente. In realtà veniamo tutti da un calderone: un calderone della musica mondiale. Invece poi finiamo per essere il paesino. Io faccio della mia arte la mia vita. Stimo molto la Donà... L'arte è fatta per esistere: non c'è blocco. Spero che escano grandi talenti: credo l'Italia ne sia piena. Spero che il "trittico" diventi una scuola, e di essere d'esempio per le persone. Io non ho scelto: si è scelti. Bisogna solo ascoltarsi.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Il mio amore da sempre è stato scrivere... Ho in mente di pubblicare una mia raccolta di poesie, e sto ultimando una sceneggiatura per un cortometraggio in bianco e nero.

 

14/12/2002 Ilario Pisanu (Gatto Siberiano ndr)

Ringrazio Lara, Natasya, Tirza e il Lara's Team.

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INGRANDISCI

Scaletta

1.Sky

2.Il quadro

3.Ode a Renoir

4.Il mare in fondo al mare

5.L'uomo dentro allo specchio

6.Orchidea porpora

7.Sinfonia in luna

8.Nebulosa

9.Ofelia

 

La band:

Lara: voce

Massimo: chitarre acustiche ed elettriche

Stefano: chitarre elettriche

Francesco: basso

Vieri: batteria

 

Recensione "Orchidea Porpora"