Le sette porte di San Michele in Acerboli (RN).
Alcune considerazioni per un tentativo di ricostruzione.
Sebbene le considerazioni che seguono si discostino in parte dal tema delliconografia medievale, è sembrato comunque giusto esprimerle al fine di indicare come alcune particolarità di difficile interpretazione possono essere talvolta messe in relazione con le esigenze delle antiche liturgie.
Si è già accennato a San Michele in Acerboli in questa pagina http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Acerboli.htm
a proposito della sua dedica.
Aggiungiamo qui qualche altra riga su questa edificio sacro a proposito di una sua particolarità: le sette porte che si aprono nella sua unica navata.
Queste aperture sono in numero di due per ciascuna parete laterale -tutte murate-; altre due si trovano una a destra ed una a sinistra dellabside murate anchesse -, mentre un'altra presente in facciata è tuttora lunica entrata della chiesa.
Tutte le porte appaiono antiche, verosimilmente coeve alla fondazione della basilica, datata ai primi anni del VI secolo.
Eugenio Russo, in un suo saggio su San Michele, si limitava ad elencare diverse possibili ragioni che portarono ad "aprire" in questo modo i muri della navata; tra queste ragioni viene compreso il simbolismo legato al numero sette 1).
Al fine di ottenere una credibile ricostruzione 3d ,tra i motivi che determinarono tale soluzione architettonica vorremmo spingerci a considerare un'ulteriore possibilità che non ci risulta sia stata presa in considerazione o scartata per ragioni precise. L'ipotesi è quella che le porte fossero previste come comunicazione con un eventuale nartece addossato a ciascuna dellle pareti della navata 2).
E noto infatti come il nartece fosse un ambiente, solitamente porticato, la cui presenza era necessaria nelle chiese paleocristiane: lì si ospitavano infatti i numerosi non battezzati ed i penitenti .
Sappiamo anche che il nartece fu realizzato in modi diversi a secondo dei casi e delle opportunità: poteva trattarsi di un portico addossato alla facciata, ma anche disposto tutto attorno come in talune chiese circolari, ecc.http://roma-online.de/zeichnung/stefano.gif .
In questo senso sembra abbastanza interessante lesempio di una chiesa datata al IV secolo (?) come quella dedicata a San Foca di Priolo San Gallo (SR). http://utenti.lycos.it/beniculturali/id59.htm che originalmente forse mostrava strutture identificabili come narteci addossati lateralmente alla navata.
Tornando quindi alla basilica del "pagus acerbolanus", parrebbe possibile proporre per essa lidea di una costruzione ad unica navata circondata pressochè interamente da un portico oppure affiancata da due narteci esterni che potevano conferire allinsieme un aspetto simile ad una chiesa a tre navate.
Tentando poi spingersi ancora oltre su un terreno inevitabilmente incerto, pare anche possibile suggerire la possibilità che anche la cattedrale paleocristiana della vicina città di Ariminum - la cui facciata era praticamente addossata alle mura cittadine - presentasse soluzioni simili sempre riguardanti il nartece.
1) E. Russo: La pieve di San Michele Arcangelo a SantArcangelo in "Studi romagnoli" 1983.
Vengono citate anche ragioni di "percezione visiva" od anche "aperture per cappelle laterali".
E naturalmente possibile che, da parte di chi realizzò ledificio, accanto alle ragioni pratiche, si sia voluto tenere in considerazione anche quelle simboliche legate al numero delle aperture.
Se si volesse allora prendere in considerazione il simbolismo dei numeri, dovremmo parlare di sette porte (7 = il compimento, la fine) più lottava, cioè quella dellabside (8 = la Grazia, la Resurrezione, lOttavo giorno) che è appunto la "porta del Cielo".
Sottolineamo ancora che queste speculazioni simboliche , nel caso di San Michele in Acerboli, appaiono totalmente astratte in quanto lesistenza delle aperture dovrebbe avere qui ragioni eminentemente pratiche.
2) Tra laltro, sappiamo che, quando la chiesa di San Michele fu sottoposta ai primi restauri nel 1912, esistevano edifici addossati alle pareti e forse non è da escludere che tra essi fossero presenti resti o ricostruzioni parziali dellipotetico nartece. K. Bull Simonsen: La chiesa di San Michele in Acervulis, in SantArcangelo di Romagna "Alto medioevo" I Venezia, 1967.
Inoltre è possibile anche immaginare, per la chiesa di SantArcangelo, anche una struttura porticata molto "leggera", anche se pare in realtà irragionevole pensare che per ospitare i catecumeni non si sia considerato un riparo di una qualche consistenza.
Comunque le tracce presenti sui muri estremamente tormentati della navata difficilmente permettono di essere interpretate, dati gli evidenti pesanti risarcimenti compiuti nel tempo.
Segnaliamo poi che, per quanto risulta a chi scrive, gli studi di E. Russo e di K. Bull Simonsen sono tuttora i riferimenti principali per le conoscenze sulla basilica di Acerboli.
Si ringrazia chi volesse indicare altri eventuali studi più recenti in materia od aggiungere la propria opinione su quanto sopra riportato. valdamer@libero.it
The seven gates of San Michele in Acerboli (RN).
Notes for an attempt of reconstruction.
Although the opinions expressed in this writing dont exactly fit the thematic of medieval iconography, it has anyway seemed necessary to refer them in order to point out how some details of religious buildings can have relationship with needs of the ancient liturgy.
San Michele in Acerboli has been already quoted here: http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Acerboli.htm where it has been dealt with its dedication.
In the present page a few words will be added about one of its peculiarity: the seven gates of the nave.
In fact, this church shows two doors in each wall on the left and the right side of the nave, while other two doors can be found on the left and of the right side of the apse.
All of them have been walled up a in ancient times, while another gate on the facade is still today the entrance of the church.
The openings seem to be as ancient as the building itself and can be dated around the VI cent.
In his outline about San Michele, Eugenio Russo lists a few possible reasons that could bring to open so many doors in the walls of the nave; the symbolism of the number "seven" is quoted among these reasons 1).
Apart from the symbolism and trying to get a probable 3d reconstruction, in this case we would like to add a further hypothesis that -as far as we know- doesnt seem to have ever been quoted or excluded: the gates could allow the passage between the inside of the church and an hypothetical nartex leaning against each one of the two sides of the nave. 2).
In fact, it is known that the nartex was an environment usually a portico whose presence was necessary in palaeochristian churches; catechumens and penitents attended to the Mass from there.
We also know that the nartex was built in different shapes in relationship with different needs or situations; it could be a portico leaning against the facade or it could be disposed all around the church as it can be noticed in a few circular buildings http://roma-online.de/zeichnung/stefano.gif .
From this point of view, it seems useful to point out the sample of San Foca in Priolo San Gallo (Siracusa) http://utenti.lycos.it/beniculturali/id59.htm (IV cent.?) whose original structure could have had two narteces leaning against the sides of the nave.
Coming to the point, this kind of considerations suggests that the "image" of the ancient basilica of "pagus acerbolanus" could be similar to a building with one nave completely surrounded by a portico or flanked by two porticoes giving the idea of a sort of aisles.
Finally, going deeper into a difficult subject, we venture the hypothesis that even the palaeo - christian cathedral of Ariminum whose facade was built almost over the roman walls of the town showed a sample of nartex leaning against an aisle.
1) E. Russo: La pieve di San Michele Arcangelo a SantArcangelo in "Studi romagnoli" 1983.
The Russos outline quotes "visual perception" o even "openings for chapels" as possible reasons of the gates.
It also possible that the ancient architects took in account symbolical reasons (symbolism of numbers).
If we wanted to try to interpret this kind of symbolism, we should consider the seven gates (7 = the fulfilment, the end) with the eighth one: the apse (8 = the Divine Grace, the Resurrection the Eighth day) thats the real Gate of Heaven.
Anyway we underline again that in the case of San Michele in Acerboli - this sort of symbolical speculation would have a totally abstract character because the existence of the doors should have mainly a practical reason.
2) We know that, before the earliest restoration (A.D. 1912), there were a few buildings leaning against the walls of the church. K. Bull Simonsen: La chiesa di San Michele in Acervulis, in SantArcangelo di Romagna "Alto medioevo" I Venezia, 1967 .We think its not possible to exclude that, among those buildings, there were rests of the hypothetical nartex.
We can also guess a portico built with very "light" structures, but it doesnt seems possible that they didnt consider to create a shelter where catechumens could stay.
Its anyway difficult to interpret traces on the walls of the church as they show rests of a wide number of restorations.
The quoted works of E. Russo and K. Bull Simonsen are still the main references for possible thorough examinations.
We thanks in advance those who will like to point out possible more recent studies on this subject or add their opinion about what is written above. valdamer@libero.it
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