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Itaka
L'odissea letteraria di un moderno Ulisse
  di Claudio MONTALTI - Scrittore Esordiente
 

Cari amici, ecco la mia storia, ovvero ciò che ogni autore esordiente può e deve aspettarsi nel confrontarsi col mondo dell'editoria. Penso che la mia avventura, fino ad ora, sia emblematica e piuttosto rappresentativa, ma per fortuna non mi manca né il carattere per continuare sulla difficile strada che ho scelto un giorno di gennaio 1997 in cima ad Ayers Rock, Red Centre, Australia, né l'ironia per scherzarci un po' su. Naturalmente a qualche mese di distanza dal fatto!
 
Dico che è emblematica, perché tutti coloro che scrivono giungono prima o poi alla conclusione che il loro lavoro è appunto scrivere e non, in ordine sparso: cercare un editore, contattare le segreterie dei premi letterari, parlare delle proprie opere porta a porta, girare per librerie per verificare se è si è presenti (come assicurato dall'editore). Tutte queste attività correlate ma non proprie del mestiere di scrittore portano via un sacco di tempo, ma soprattutto accrescono le arrabbiature, e sarebbe più logico trovassero il loro naturale esecutore in un'Agenzia Letteraria.
In seguito ad una ricerca sul Web, io conobbi la tale Itaka che dà il titolo a questo racconto, poi scelta sulla base della buona impressione fattami tramite e-mail, ed anche per la tassa di lettura, davvero bassa. Non sto a riferire quali delle due ragioni mi abbia spinto maggiormente a rivolgermi a loro: sarebbe fin troppo chiaro...
 
Pur utilitarista, la scelta fu subito sostenuta da una professionalità a mio parere notevole - mi riferisco al tono decisamente "importante" che riscontravo nelle loro mail di contatto - ma, più di tutto, dall'avvertire una vera fiducia e simpatia, e non il solito pregiudizio che chi scrive ben conosce quando contatta editori, riviste letterarie e simili. Il mio contatto era la sig. Marina Furci.
 
Le prime ansie vennero quando i due mesi promessi per la lettura e valutazione del mio romanzo Nikos diventarono due e mezzo. Forse non era nulla, ma visto che si era sotto Natale decisi di usare un po' di faccia tosta e approfittai degli auguri per avere notizie del mio romanzo, rimarcando che avrei considerato la loro attenzione alla stregua di un regalo. Tra l'altro avevo in quei momenti i primi contatti con l'editore Maremmi, quindi... La risposta di Itaka fu cordiale ma ferma, e se anche il mio interlocutore era cambiato ne ricavai le stesse buoni impressioni dell'inizio. E meno male, dico col senno di poi, perché la risposta avrebbe tardato altri due mesi abbondanti! I promessi, e sottolineati, due mesi iniziali garantiti nelle pagine Web di Itaka erano diventati, alla fine, 4 mesi e 22 giorni. Fortuna che coltivo altri interessi, oltre allo scrivere, ma posso benissimo immaginare il nervosismo di qualsiasi altro autore davanti ad un simile ritardo. Comunque la valutazione di "Nikos", molto positiva nonostante il consiglio di risistemarlo un po', soprattutto all'inizio, mi rese felice e dimenticai in fretta il ritardo.
Ma per pochi giorni: il contratto d'agenzia, inviatomi a ruota per posta, mi sembrò subito un po' troppo rigido...
 
Non digerivo la clausola per cui avrei dovuto dare a Itaka l'esclusiva sui miei lavori nei successivi 5 anni, nonché la stessa, su Nikos, per 15 mesi. Lo stesso contratto, d'altra parte, non esplicitava praticamente nulla dei passi che la stessa agenzia sarebbe stata tenuta a fare per presentarmi e rappresentarmi, a parte una clausola generica quanto fumosa. Approfittando delle domande che l'agenzia mi rivolse per acquisire ulteriori informazioni su di me e sulla mia carriera letteraria, nonché sui precedenti e attuali contatti sostenuti con editori e agenti (?), espressi le mie perplessità, nonché il desiderio di affrontarle in un incontro nel loro ufficio. La risposta fu di nuovo cortese e di nuovo ferma. Decisi di affidarmi completamente al loro giudizio e lo comunicai, come comunicai di avere iniziato da solo una personale revisione del romanzo laddove invece Itaka mi consigliava di interagire con un editor professionista.
L'agenzia mi promise un preventivo per questa loro prestazione, e così mi dissi disponibile a collaborare con un loro editor professionista, ovviamente solo dopo avere ricevuto un preventivo, ed averlo valutato alla portata delle mie tasche. Il preventivo promessomi dal signor Franconeri il 24 marzo 2000 non è mai arrivato. Giunto alla fine della mia revisione di "Nikos", contattai nuvamente Itaka, chiedendo come dovessi agire, informandomi gentilmente sulle cause del mancato invio del preventivo: Nessuna risposta. Sollecito Itaka a farsi viva il 19 maggio 2000, ma di nuovo non ricevo risposta. Riprovo il 12 giugno e le cose non cambiano. Il 30 giugno decido di averne avuto abbastanza della soperchieria di Itaka e decido, penso ancora adesso a ragione, di smettere con la cordialità per passare a toni più definiti e pesanti. Eccoli:
 

Spettabile Itaka,
sono deluso, molto deluso, dal vostro comportamento. Le attese si allungano e le domande sul genere di lavoro che svolgete - e su come lo svolgete - si moltiplicano con, ahime e ahivoi, adeguate risposte. Viste le vostre peculiarità, sarà mio piacere, se mai ve ne sarà bisogno, mettere in guardia altri autori che penseranno di rivolgersi a Voi, spiegando oggettivamente le attese disattese, nonché rispondere personalmente a vostre future inserzioni sui newsgroup. Decisamente non è un bel modo di fare. Decisamente no.
Cordialmente. Claudio Montalti.

 
Desideravo ricevere una loro risposta, una loro qualsiasi risposta, in base alla quale decidere nella maniera migliore come proseguire nel mio lavoro. Quella che segue è stata la loro, risentita, risposta, ricevuta lo stesso 30 giugno.
 

Gentile Signore,
le minacce che lei esprime spiegano, se mai ce n'era il bisogno, il perché noi non protendiamo troppo verso una collaborazione con lei. A suo tempo, lei ci ha inviato un testo per una valutazione. Lei ha ricevuto questa valutazione.
Così come lei è libero di scegliersi l'agente letterario che desidera, noi siamo liberi di sceglierci gli autori da rappresentare. A lei non abbiamo chiesto soldi, e non le dobbiamo nulla.
Lei è libero di mettere in atto le sue minacce, e noi saremo liberi di richiamarla legalmente alle sue responsabilità, con ampie facoltà di prova. Non le abbiamo carpito nulla, e -- sia molto chiaro -- a lei non dobbiamo nulla. Pronti a dimostrarlo in qualsiasi sede. Alla nostra professionalità ci teniamo, così come -- è presumibile -- lei tiene alla sua, che noi non abbiamo certo offeso e che non minacciamo di offendere.
Altrettanto cordialmente, Francesco Franconeri

 
A sentire loro, hanno sempre ragione anche quando la maleducazione è lampante anche ad un cieco. Mi sembrava doveroso, a quel punto esprimere a mia volta con cortese fermezza il mio punto di vista, visto che è proprio quando vengo messo al muro che rendo al meglio. Questa è infine l'ultima mail scritta da me all'agenzia letteraria Itaka, che spiega anche tutti i motivi, se mai ve ne fossero ancora bisogno, di rendere pubblica la mia esperienza, di censire tutte quelle componenti del mondo dell'editoria - e sono purtroppo tante - che a modo loro e a proprio esclusivo tornaconto sfruttano i sogni, ed anche i talenti, senza lasciare nulla in cambio.
 

Spettabile agenzia letteraria,
sono ben distante dal volere alimentare la polemica. Però, e questo mi interessa, con questa mia spero vi farete un punto di merito nel trattare gli autori più da persone che da schizzati. Ora, io non so se tutto è successo perché lavorate in più persone e magari non sapete l'uno cosa fa l'altro, oppure se davvero sapete proporvi solo con l'arroganza che deriva dall'essere in pochi a fare l'indispensabile lavoro di scouting, in ogni caso avete tenuto un comportamento scorretto che - confermo - mi premurerò di far notare nelle sedi ed alle persone che me lo richiederanno, prendendomi le dovute responsabilità, come no.. E' per me arroganza quanto rilevo nella vostra ultima mail, in quanto i rapporti tra noi non erano rimasti su un
 
> Così come lei è libero di scegliersi
> l'agente letterario che desidera, noi
> siamo liberi di sceglierci gli autori da
> rappresentare. A lei non abbiamo chiesto
> soldi, e non le dobbiamo nulla"
 
ma su un ben diverso
 
> "Certamente noi offriamo un servizio di
> assistenza nelle revisioni o nell'editing,
> ma un autore non è chiamato ad appoggiarsi
> in questo necessariamente a noi. Può,
> appunto, lavorare in proprio o chiedere
> la collaborazione di altri professionisti.
> Ciò nulla toglie alla nostra disponibilità
> a rappresentare un autore in cui crediamo.
> Non sappiamo dunque se lei abbia la
> possibilità o la volontà di lavorare in
> proprio o con altri. Qualora, tenendo
> comunque presente ciò che le abbiamo spiegato,
> lei desideri ricevere da noi un preventivo
> senza impegno sul testo specifico, ce lo
> comunichi. Il preventivo le darà anche
> un'idea dei tempi ... ci auguriamo che lei
> voglia prendere in considerazione i nostri
> suggerimenti, e le confermiamo che in tal
> caso non ci dispiacerebbe affatto proporle
> un contratto di agenzia."
 
Mi pare che il brano, preso da una vostra e-mail, ripetuto anche in posta ordinaria, riporti una precisa volontà. Ci tengo inoltre a far notare che il preventivo, da me richiesto per fare una scelta, non è mai giunto, ma il fatto che abbiate PRONTAMENTE risposto ad un messaggio che ho ritenuto giustificatamente pesante, ma corretto nei termini e nei fatti, e MAI ai precedenti ed educatissimi due solleciti preedenti, oltre che alla richiesta di un preventivo, cui bastava comunque rispondere con un altrettanto educatissimo e accettabile "No grazie, lei non rientra più nei nostri programmi", la dice lunga su chi è professionale e chi no, su chi è attento e chi no, su chi è arrogante e chi no. In nessun caso, dopo i precedenti contatti, mi sarei aspettato un silenzio da parte vostra, e abbiate almeno la decenza di ammettere che una mancata comunicazione è comunque un errore. Accetto gli errori, fanno parte della vita di ogni giorno. Accetto anche che mi si dica una verità, qualunque essa sia, perché la preferisco, non accetto la vostra malafede nel farmi passare da persona arrabbiata o astiosa, dal momento che impiego molto del mio tempo a fare del volontariato, ed ho un compito ben preciso da portare a termine scrivendo. Quanto a quello che finalmente e CHIARAMENTE avete scritto - che non mi dovete niente, e che non ci sarebbero stati, e non ci saranno, più contatti tra di noi - vivaddio è successo. Grazie di cuore, veramente. Certo, era meglio scriverlo svariati mesi fa.
Cordialmente. Claudio Montalti.

 
E qui si conclude il mio racconto. Chi non avesse di meglio da fare, volesse avere più materiale per giudicare, o avesse voglia di tediarsi ancora rileggendo l'intera corrispondenza tra me e Itaka, non ha che da clickare qui.
Un saluto a tutti gli autori e i visitatori del Rifugio
 


Gli autori dei racconti della sezione "Esperienze" del Rifugio si assumono tutte le responsabilità per i contenuti delle loro storie. Il Rifugio, comunque, non avendo alcun motivo per dubitare della veridicità di queste vicende, offre tutta la sua solidarietà alle vittime di queste avventure, ed è orgoglioso di poter pubblicare sulle proprie pagine queste preziose testimonianze.

 



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