RAF@@@OUCH

Il nuovo album di Raf si intitola "Ouch" (pronuncia: !Auch!), che nei fumetti è l'esclamazione improvvisa di chi si fa male sbattendo contro qualcosa, schiacciandosi un dito, inciampando, è l'urto accidentale contro qualcosa di ingombrante e inaspettato.
OUCH arriva a tre anni esatti da "Iperbole" e dal suo grande successo di vendita, con 10 brani inediti (più una versione rivoluzionata di "In tutti i miei giorni").Un album immediato, melodico, nell'inconfondibile stile di Raf , che ha come tema principale -con l'eccezione del brano che da' il titolo al disco - l'amore. Nel cd trova posto anche una traccia multimediale di Legambiente che illustra le attività dell' associazione e un progetto per l'Ecuador. 
L'album si apre con "In tutti i miei giorni" (che è anche il primo singolo), canzone che riporta Raf a misurarsi con l'intimità dei rapporti umani, introducendo all'ascolto dell'album con una melodia che cresce come una marea assieme al raffinato arrangiamento d'archi. 
Il "brit" folk rock, con il suo accompagnamento per chitarra acustica e gli accenti di batteria rigidamente fissati sul "battere", sostiene e caratterizza "Superstiti" , uno di quei pezzi che ti si attaccano addosso al primo ascolto (c'è da giurare che quest'estate le radio lo trasmetteranno senza sosta), ma la sorpresa sta nel testo, per nulla banale. ( "Sono qui per farti credere ai miracoli sono qui per sovvertire i pronostici l'amore è una marea, come distrugge crea e tu non puoi respingermi, lo sanno anche gli angeli").
Si passa poi al funky di "Milioni di cose che non ti ho detto".
Bella anche "Il senso delle cose", in cui un pianoforte dialoga con un basso progressive e una straniante sezione d'archi viene tagliata in due dalle note tenute di una chitarra elettrica.
In "Estate in città", Raf si confronta con Mario Venuti e Kaballa assorbendone i languori da pop-rock californiano anni Sessanta, richiamati alla mente da un organo hammond e vocalizzi stilisticamente datati.
Ma...la vera perla dell'intero album è la canzone-racconto "Il prestigiatore", sorta di elogio alla sincerità -quasi a dire "in amore i trucchi non servono..." -, la canzone associa musica "concreta" e teatralità in un piccolo capolavoro lirico: prima di aprirsi alla ballata rock, sono "rumori" a introdurre le prime immagini metaforiche, dove Raf gioca con il linguaggio esaltando l'intuizione del "traditore" visto nei panni dell'illusionista sconfitto, alla ricerca di un nuovo trucco per recuperare l'irrecuperabile ma..." ... ancora dolente vola in alto come un'aquilone, poi stanco si arrende ed esordisce : signore e signori stasera si chiude qui perché la vita va così e certe cose non le puoi cambiare con un trucco."
Dopo arrivano le chitarre e percussioni di "Aria di niente", seguite da "nessuno", forse il maggior azzardo di Raf, dove a una lunga intro strumentale segue un corposo giro di basso anni Settanta sotteso da una "drum machine", icona della new wave anni Ottanta ("Appendo alle pareti tutti i miei pensieri mi lascio trascinare in dubbi sensoriali cerco nelle tasche gli spiccioli di ieri" ) ...e finalmente...OUCH!
Ouch! Il pezzo che dà il titolo all'album è uno sguardo alle incongruenze della nostra realtà nel senso più "globale" della parola ( "Benvenuti al mondo/ avete un debito/ che ha un prezzo insostenibile/ non avete altro/ neanche il diritto/ di sopravvivere/ C'è chi vuole di più, sempre di più/ da chi è più debole/ C'è chi colpisce di più, sempre di più/ questo mondo fragile..."). L'invettiva di Raf si distende lungo un tappeto sonoro pulsante di house e funky, un battito ossessivo e ballabile.
L'album si chiude con "Mi fermo qui", ballata chitarristica sensuale e profondamente pop ("Avrei dovuto liberar gli ormeggi lasciare nel cassetto i dubbi cambiar lenzuola ai miei fantasmi perdermi nei vicoli abbracciare altre menti provare ad inventarmi nuove identità").
Si nota in Ouch un' attenta ricerca dei suoni, scelte meditate. 
La scrittura di Raf è come sempre complessa e raffinata,le parole sono "confezionate" di volta in volta con soluzioni sonore diverse, spesso dilatate in tempi ben poco radiofonici. 
E' palpabile, nell'artista, la volontà di rimescolare le carte, sovvertire i pronostici,smontare gli schemi pur restando una delle migliori firme del pop italiano.
Ultima chicca... in Rete è possibile seguire, dal sito ufficiale del cantante (www.raf.it), le immagini del video di "In tutti i miei giorni", video diretto dallo stesso Raf e girato nell'isola di Jersey, nelle Channel Islands, isole britanniche situate di fronte alla Normandia.