L'incontro by Vchan


Occhi persi nel vuoto, seduto sull'erba intrisa di rugiada, ginocchia tra le mani e testa china, Actarus pensava al suo passato. Da qualche tempo capitava sempre più spesso e non riusciva davvero a capirne il perché. Il braccio gli faceva male ma oramai ci era abituato, così come aveva accettato il suo triste destino. Al centro di ricerche spaziali procedeva tutto come al solito, i rapporti con i compagni e il doc. Procton erano per lui fonte di sicurezza e tranquillità, e le incursioni di Vega erano più sporadiche. Era decisamente un periodo positivo dopotutto, ma il ricordo della guerra, del sangue, delle esplosioni e della solitudine, a volte riemergeva per lasciare dietro di se solo tanta amarezza.
- Anche stasera pensi alla tua stella preferita?- Alcor si era avvicinato con tatto e si era seduto lì accanto, guardando il profondo blu del cielo stellato e parlando con un filo di voce. Deve essere stato un posto davvero magnifico e la gente piena di vitalità e amore per la vita. Me lo hai raccontato un milione di volte, lo so, ma immaginare Fleed così come deve essere stata è impossibile.
- Uhm...è vero. Ma ti assicuro che i miei ricordi sono ancora così vividi che mi sembra ieri che sono riuscito a fuggire dalla mia casa. E non c'è modo di affievolire tutto il dolore e la rabbia che ho provato allora e che continuo a provare. Solo questa sporca guerra contro i veghiani mi permette di andare avanti, perché proteggere la Terra è un po' come evitare che Fleed venga distrutta di nuovo. Si era sdraiato con le mani sotto la testa a guardare affascinato la miriade di puntini luminosi che rendevano unica anche quella notte.
- Anche se hai perso tutto laggiù, sai di non essere solo vero? Alla base tutti ti vogliono bene e il dottor Procton ti ama come un figlio.- Riusciva a capirlo come nessun altro e vederlo così lo rattristava terribilmente, ma non sapendo resistere al suo innato buon umore, aveva aggiunto: - E poi c'è Venusia che non ti stacca mai gli occhi di dosso!!! siamo noi la tua nuova famiglia perciò smetti di pensare al passato e vieni a farti un goccetto da Righel che ti rimetti a nuovo!- lo aveva preso per un braccio e lo stava trascinando via.

* * * * * * *
-E' bellissimo fare un giro alla fiera non trovi? Tutte queste luci, la musica, la confusione...peccato che non ci si possa venire sempre, tra il ranch di papà e Re Vega! - Venusia se ne stava a braccetto con il suo adorato e non staccava gli occhi dai banchi colmi di dolciumi e fantastici stivali. Adorava starsene li imbambolata senza pensare a nulla. A volte, infatti, aveva la sensazione di vivere una vita a metà o in un'altra dimensione da quando erano arrivate le prime minacce da Vega. La serena esistenza che era abituata a condurre alla Betulla Bianca era sparita, rimpiazzata da momenti di caos totale e paura folle di perdere tutto, compresa la vita. Amava Actarus per il suo rigore morale, per il forte senso di giustizia e il suo altruismo, ma spesso la femminilità prendeva il sopravvento e si sentiva sola, messa da parte e sognava un rapporto sereno e lineare. Odiava la guerra perché le aveva tolto la sua tranquillità e desiderava con tutta se stessa porvi fine il prima possibile, perché solo cosi avrebbe finalmente raggiunto la felicità. Solo per questo aveva accettato di dare man forte all'uomo che amava e aveva continuato a combattere in prima linea. Actarus, dal canto suo, era interessato a lei, alla sua spontaneità e freschezza, e si rendeva conto che restare accanto a lei significava farla soffrire, offrendole instabilità, pericolo e solitudine, ma averla vicino era avere completezza interiore e appagamento. Insieme a lei e all'appoggio di Koji e degli altri sapeva di poter alleviare il dolore per una vita mai vissuta e sconfiggere il nemico di sempre.
- Hai ragione Venusia, fa bene ogni tanto distrarsi un po'. Che ne dici di andare a vedere le nuove selle per tuo padre? Sennò chi lo sente stasera? Ma guarda chi si vede - si era voltato e aveva incrociato lo sguardo di qualcuno che conosceva bene.
Tra la folla, infatti, emergeva la testa spettinata di Alcor che fischiettava, più impettito e strafottente del solito, con le mani rigorosamente in tasca. Oh amici! Ma che coincidenza! Che siete venuti a fare? Tipi casalinghi come voi - parlava continuando a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno da sfidare o da corteggiare.
- Non avevamo nulla di meglio da fare! Ma sentilo Actarus! E tu che ci fai qua?-
- Beh, a dire il vero mi sono iscritto al rodeo di oggi pomeriggio. Non c'è niente di meglio che sfidare la sorte!-
- Ma se non fai altro da 2 anni a questa parte! Non ti basta pilotare il Goldrake 2 e rischiare di morire tutti i giorni?- aveva replicato con gesto di disappunto la cowgirl.
- Sai che ti dico? Che non hai fegato ragazza mia e ti stai rammollendo! - ribatté sicuro di sé e per niente offeso. - Finirai per fare la calza e aspettare che il tuo amoruccio torni incolume dalla battaglia struggendoti per lui! - continuò imitandone i gesti.
Neanche aveva finito di parlare che Venusia era su di lui con fare tutt'altro che amichevole, fermata in tempo da un fleediano divertito da morire. - Dai, non esageriamo...sarebbe il caso che ti vai a preparare. Non hai sentito che parteciperà un concorrente agguerrito? Stavolta penso che non sarà facile per te arrivare al primo premio! -
- E la bella moto in palio quest'anno ti sfuggirà da sotto gli occhi. Chissà che non mangi la polvere! Ciao ciao!- concluse tra una risata e l'altra la ragazza.
Alcor era rimasto a bocca aperta e alquanto preoccupato, perdendo tutta la sicurezza di sé. Chi avrebbe dovuto temere? La sua tracotanza vacillò, ma solo per un momento, giusto il tempo di riprendersi e pensare che Actarus lo aveva preso in giro. Ma il sospetto rimase e si mise alla ricerca di pettegolezzi e voci sul presunto rivale.

* * * * * * *

- Dai Alcor, sei tutti noi! Fagli vedere chi sei! Doma quel cavallo che per te è uno scherzo! Yuhuuuuuuuu! Forza Alcor!- Dalla prima fila un omino cercava di farsi sentire gridando a squarciagola e sbracciandosi a più non posso.
- Actarus, ma quello non è mio padre? Ma che ci fa qua? Non aveva detto che aspettava il veterinario per le mucche?- Venusia era alquanto sorpresa.
- No, no, non ti sbagli! E' proprio lui. E c'è anche tuo fratello con Banta. - aveva risposto Actarus - andiamo vicino a loro, cosi vedremo meglio la prova di Alcor. -
Si erano fatti largo tra la folla già eccitata per l'imminente rodeo riuscendo a raggiungere il gruppetto di amici.
- Ma papà, non dovevi badare alle mucche?-
- Figlia mia, ti pare che mi lasciavo sfuggire un rodeo? E poi ho scommesso sul nostro amico, lì! Dacci dentro Alcor, dai figliolo! Fagli mangiare la polvere!- gridava scansando una Venusia allibita.
Nell'arena intanto l'aria si faceva pesante e molti si preparavano ad affrontare la gara, chi concentrandosi, chi pregando e chi vantandosi dei successi passati. Poi il presentatore si era messo in mezzo e dopo essersi schiarito la voce, aveva annunciato il primo concorrente.
- Prova deludente...ora ecco a voi il fantastico... - risuonava la voce dello speaker, che sovrastava un boato ad ogni concorrente che entrava nell'arena in sella ad un cavallo imbizzarrito.
- Ed è giunto il momento di far entrare un'istituzione di questo rodeo, colui che detiene il record. Il vincitore degli ultimi 2 tornei... Alcor!- e la folla iniziò a gridare come presa da isteria collettiva. Era entrato nell'arena pieno di spavalderia, compiacendosi di tutti quegli applausi e quegli sguardi dedicati solo a lui. A vederlo non lo si sarebbe certo giudicato un campione o uno dei custodi della sicurezza della Terra, con quel suo fare superbo e circense, ma nei momenti di crisi o importanti, si trasformava nel più agguerrito rivale e nel più serio ed affidabile compagno di battaglia. Era uscito e poi, caparbiamente salito in sella ad un purosangue imbizzarrito, era riapparso dando sfoggio di tutta la sua sicurezza. Con un braccio saldamente aggrappato alle staffe, le ginocchia che serravano il torace della bestia e la mano destra protratta verso il cielo, Alcor si era lanciato in una delle sue sfide preferite.
- ...12 secondi...attenzione...19 secondi...signori...che sia un nuovo record...ouh...22 secondi...23...24...nuovo record...25 e 34!!! Signore e signori!!! nuovo record del rodeo!!! Un applauso al nostro campione Alcor! - e la folla era esplosa in una nuova ovazione, noncurante del fatto che il ragazzo era finito a terra in malo modo e si toccava il fondoschiena in maniera evidente.
- Sei sempre il solito! Se non dai il meglio del tuo repertorio non sei contento...ma un giorno ti romperai l'osso del collo!- aveva esclamato Venusia prendendo il cappello del giovane e portandolo nel box a lui adibito. - Siediti che vediamo che ti sei combinato - ma nemmeno aveva avuto il tempo di finire che erano entrati come furie Righel, Mizar, Banta e Actarus, pronti a congratularsi con il vincitore.
- E bravo il mio ragazzo! Anche stavolta mi hai coperto d'oro! perciò sbrigati Venusia cara che ci aspetta un bel festeggiamento!- aveva esordito un Righel entusiasta che si sfregava le mani in maniera evidente.
- E già so che bel tipo di festeggiamento hai in serbo, vero papà? Non perdi mai il vizio? Mi torni sempre a casa sbronzo! che esempio dai al piccolo Mizar?- Venusia era sempre più contrariata e aveva fulminato il padre con uno sguardo assassino.
- Ma sorella, sono cresciuto ed è tempo che anch'io cominci a comportarmi da vero uomo, sennò quando potrò mai sostituire Actarus alla guida di Goldrake? - era intervenuto il piccoletto tutto preso dal suo stesso discorso.
Dopo un attimo di silenzio in cui tutti lo avevano fissato interdetti, aveva aggiunto, rosso come un peperone con gli occhi fissi sulla sorella: - beh, quando farai un figlio con Actarus, lui non avrà più tempo per la guerra e starà sempre a cambiare pannolini puzzolenti!-
Era stato talmente spontaneo e terribilmente imbarazzante che tutti erano scoppiati in una fragorosa risata, mentre il presunto cognato lo aveva tirato a sé e con fare affettuoso gli aveva appoggiato la mano sulla spalla dicendogli: - Allora, ti nomino mio futuro sostituto. -
- Beh, questo non è leale amico mio! Sono anni che aspiro al posto di capo e adesso dici che verrò rimpiazzato da questo lattante?- era esploso improvvisamente Alcor. - Questa non te la perdonerò mai, giuro - e si era lanciato all'inseguimento dell'amico che già se l'era data a gambe.
- Ehi, torna qui! Non eri irrimediabilmente ferito e dolorante?- gridava Venusia brandendo garze e forbici tra le risa generali.

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- Capitano Zuril! Capitano Zuril!- era la voce del Re Vega che troneggiava dall'alto.
- Eccomi maestà!- aveva risposto il capo dell'armata per l'assalto alla Terra, dopo essersi precipitato in sala e inginocchiatosi di fronte al suo superiore.
- Capitano, come procede la costruzione del nuovo mostro? Sono ansioso di mettere in atto il piano Zardan.-
- E' quasi terminata...stiamo ultimando le saldature. E' un vero gioiello maestà e stavolta Goldrake cadrà in mano nostra.-
Il Re si era alzato e si era diretto sulla plancia di comando. - Generale Hidargos! Voglio sapere se le truppe sono pronte all'assalto di domani.-
- Tutto come previsto mio Re. I soldati sono pronti e i minidischi danneggiati sono tutti operativi.- aveva pronunciato sicuro di sé il sottoposto. -
Voltandosi accompagnato dal fruscio del suo lungo mantello rosso, il leader del pianeta nemico si stava ritirando: - Bene, allora chiamatemi quando è tutto pronto. -
- Questa volta andrà diversamente, caro il mio generale. Questo mostro è invincibile grazie al mio talento naturale di scienziato. Avrò una promozione e finalmente mi sarà riconosciuta la mia attività svolta finora. Ah ah ah!!! Goldrake dovrà finalmente arrendersi a noi. - aveva aggiunto tra risa sataniche Zuril, stringendo tra le mani il progetto della costruzione del nuovo mostro.
- Non si agiti così Capitano. Il successo del piano non dipende solo da lei, si ricordi. Di certo il Comandante supremo avrà la sua parte e se continua a collezionare insuccessi, trascinerà nel fango anche noi.-
- Non capisco come Re Vega si fidi ancora di lui... - aveva concluso Zuril scuotendo la testa.

* * * * * * * *

- Bene, la vittoria sembra che sia definitivamente mia anche quest'anno!- un Alcor sicuro di sé si apprestava a seguire il resto del rodeo dagli spalti impolverati e rigurgitanti di folla impazzita.
- Quanta sicurezza amico mio...ti ho già detto che c'è un concorrente straniero agguerrito, no? Strano che non abbia ancora partecipato...dovrebbe giusto essere il suo turno di entrata!- Actarus lo aveva guardato fiducioso ma divertito.
- Entra ora il concorrente n° 21. L'ultimo per quest'anno. E' qui per la prima volta e sembra avvolto nel mistero! ecco a voi...- non aveva fatto in tempo ad annunciarlo, che un baio impennato era entrato nell'arena cercando di disarcionare un ragazzo longilineo con il volto coperto da una maschera scura e da un cappellaccio da cowboy. Il giovane era saldamente stretto sulla groppa della bestia e si agitava seguendone il movimento sconnesso. Era uno spettacolo vedere la leggiadria e l'armonia della scena. Il pubblico a poco a poco ne restò affascinato e i fischi lasciarono il posto ad applausi e incoraggiamenti, sempre più incalzanti.
- ...9 secondi...13...17 secondi! Che eleganza...22 ci avviciniamo al record...23...24...25...signori!!! 25.35...già record!!! si! Ma resta in sella...26...27.01!!! è caduto ma è il nuovo campione signore e signori! Tempo record di 27:01! Che tempo!!! Un applausooooo... - ma la folla era già esplosa in un groviglio di urla , fischi e applausi, riversandosi nell'arena per abbracciare il vincitore, che si rialzava mostrando un sorriso sprezzante e sfoderando una sicurezza rara mentre salutava con entrambe le mani. Venne portato in trionfo fino al palco di premiazione, dove aveva trovato ad attenderlo il presidente della giuria e gli altri 2 concorrenti vincitori.
- Chissà quanto starà borbottando Alcor ... che smacco! Proprio all'ultimo poi, quando aveva già la vittoria in pugno! Che colpo per il suo ego - aveva commentato Actarus lanciando sguardi furtivi in direzione dell'amico.
- Mi sa che hai ragione, perché guarda che faccia che ha...ah ah ah... - ridacchiava Venusia indicando l'amico - speriamo che non si cacci nei guai adesso che stringerà la mano all'uomo mascherato. Piuttosto...ma perché porterà la maschera?-
- Magari sarà brutto e si vergogna di comparire vicino ad Alcor...- aveva commentato Mizar - anche se è uno sbruffone è sempre un bel tipo! guardate le ragazze come se lo mangiano con gli occhi - e in effetti si avvertiva un flusso magnetico diretto verso il giovane sulla pedana.
- Veramente a me sembra che siano tutte interessate all'uomo misterioso...ah! Ecco la premiazione. - aveva concluso il principe di Fleed.
- Al terzo posto abbiamo il signor B...congratulazioni!- primi applausi - al secondo posto, battuto per un soffio, il nostro ex-campione Alcor - altri applausi e gridolini - e ora, detentore del nuovo record di 27:01, il nostro misterioso campione! - e la folla si accalcava sotto il palco per cercare di non perdere nemmeno un istante della premiazione, sgomitando per arrivare a vedere il ragazzo dal volto mascherato il più vicino possibile.
Dopo aver accettato il premio e aver alzato il braccio in segno di vittoria con un accenno di sorriso, il giovane aveva afferrato un lembo del cappello e lo aveva fatto volare via. Una cascata di capelli castani era caduta sulle spalle, facendo ammutolire l'intero pubblico. Poi, con noncuranza, aveva afferrato con entrambe le mani il laccio che teneva su la maschera che le copriva gli occhi e l'aveva fatta scivolare giù, mostrando il più grazioso ed impertinente viso di ragazza. Inizialmente ammutolitisi, tutti stavano fissando la sconosciuta con occhi sbarrati e incuriositi. Poi a poco a poco erano cominciate a sorgere le prime domande e i giudici avevano iniziato a confabulare vistosamente, poiché non era previsto che le donne partecipassero al rodeo. Dal momento che non vi era nessun divieto scritto però, si decise per l'ammissione della vittoria della giovane e tra disapprovazioni, applausi, commenti più o meno positivi, venne registrato l'esito della gara. Solo un uomo era rimasto senza parole, pietrificato. Actarus fissava la vincitrice in maniera quasi spettrale, come se avesse visto un fantasma.
- Ma che hai? Sembra che ti sia morto il gatto! Ehi!!!- e Venusia gli aveva mollato un calcio sugli stinchi -io sono qui e non mi sembra corretto fissare quella tipa in questo modo! -. Il tempo di girarsi tutta imbronciata che Actarus le aveva preso il polso stringendoglielo fino a farle male.
- Maria!!!- aveva pronunciato con un filo di voce.
- Che?-
- Quella...ma quella...è mia sorella.- E ora guardava la sua ragazza pieno di apprensione e profonda tristezza. I ricordi del passato si erano riaffacciati alla mente con una violenza inaudita e devastante. Le lacrime erano cominciate a scendere da sole, solcando quel viso provato da tanto dolore e solitudine.
- Mio Dio ne sei sicuro? Ma non erano tutti morti?- Venusia lo aveva afferrato per le braccia cercando di capirci qualcosa e guardandosi intorno alla ricerca disperata di Alcor che, ammaliato dalla fresca bellezza della rivale, se ne era rimasto imbambolato a fissarla.
- E' lei, lo so, lo sento. Tu non capisci...anche se sono passati secoli...nessuno può capire, ma lei è Maria. La mia adorata Maria. - era tornato in sé e si stava dirigendo verso il palco come una furia, facendosi largo tra i presenti con caparbietà.
Arrivato sotto al palco non aveva atteso un secondo e si era arrampicato su per le travi di legno, fino a trovarsi faccia a faccia con la sua amata sorella. Non la vedeva da anni e aveva sempre pensato che fosse morta su Fleed con il resto della famiglia reale durante l'attacco di Vega. Invece era lì davanti, in carne ed ossa, bella e raggiante come sempre. La solita espressione furba e lo stesso comportamento caparbio di allora.
- Maria...- era davanti a lei, lo sguardo sconvolto.
Lei si era voltata di scatto al suono di quella voce familiarmente remota e, alla vista di quel volto che non aveva mai potuto dimenticare, era rimasta allibita e incredula. - A...Actarus...sei Actarus...-.
Lui si era lanciato ad abbracciarla senza nemmeno farle finire la frase e l'aveva stretta a sé come era solito fare su Fleed, tenendo il viso di lei sul suo petto. Tutto il dolore e l'amarezza accumulati per anni erano svaniti, facendogli riassaporare la dolcezza e la spensieratezza della sua vita passata. Era con sua sorella.
- O mio Dio...fratello...fratello...fratello!! - e lo aveva abbracciato morbosamente, affondando il volto nel petto di lui, singhiozzando, cercando quella sicurezza che le mancava da tempo. Si sentiva finalmente a casa, sebbene la sua patria fosse stata distrutta definitivamente. Non era più sola.

* * * * * * * * * *

- E così tu sei la sorella di Actarus - si era fatto avanti Alcor tutto impettito - a sentire lui dovevi essere morta...ahi- Venusia gli aveva conficcato il gomito nel fianco. Actarus le era seduto accanto e non la lasciava un momento.
- Si. Non avrei mai creduto di poterlo rivedere. E' passato tanto tempo e anche la speranza era morta con lui. Su Fleed, dopo la sua scomparsa, la guerra non è andata avanti a lungo e i nemici, dopo aver preso il sopravvento anche sulle ultime resistenze, se ne sono andati. Solo alcuni di noi superstiti nascosti sono potuti fuggire in un secondo momento e rifugiarsi altrove. Io ero piccola e quando sono stata portata qui non ricordavo quasi nulla. Ignoravo che mio fratello fosse vivo e sono cresciuta come una ragazza terrestre, anche se conservo ancora il mio potere. Poi qualche giorno fa il mio salvatore, colui che mi ha portato su questo pianeta, prima di morire mi ha confessato tutto e mi ha detto di consegnare una lettera al dottor Procton del centro di ricerche spaziali. Cosi stamattina mi sono messa in contatto con lui e mi ha accolta come una figlia, come se mi conoscesse da tempo. Mi ha detto di me, della mia famiglia e del mio pianeta...e poi di Vega. Sono vissuta per anni allo scuro di tutta la verità...ero qui ed ero ignara del fatto che Vega aveva sterminato i miei simili. E poi mi ha detto di te, Actarus e ... - non aveva saputo trattenere le lacrime - sono corsa qui per rivederti. - aveva poggiato la testa sulla spalla del fratello e aveva chiuso gli occhi, per assaporare fino in fondo quella sensazione di profonda tranquillità. Intorno si avvertiva la confusione della fiera, ma Righel, Mizar e Banta non riuscivano a proferire parola.
- Non ne parliamo più. Adesso siamo insieme ed è questo l'importante. Staremo sempre uniti d'ora in poi e ti proteggerò come non ho fatto prima. Te lo prometto. - l'aveva stretta e le aveva dato un bacio affettuoso sulla fronte.
- Non voglio la tua protezione fratello, voglio combattere al tuo fianco. Quando ho saputo che gli attacchi dei mostri erano opera dei veghiani, gli stessi artefici della distruzione di Fleed, ho preso la solenne decisione di vendicare la mia famiglia e il mio pianeta a tutti i costi. Perciò sarò con te fino alla fine. - strinse le mani del fratello nelle sue accennando un dolce sorriso.
- Bene, e adesso che abbiamo chiarito, che ne dite di festeggiare doppiamente la giornata di oggi? Un bel bicchierino alla salute di Maria!!!- Righel si era alzato incamminandosi verso il saloon.
- Ma si, festeggiamo!- aveva acconsentito la figlia per la prima volta in vita sua. Ma erano tutti cosi felici che nemmeno Righel se ne accorse.

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- Ehi, guardate lassù! - aveva esclamato Mizar improvvisamente - non sarà mica... -
Bip...bip...bip...
- Actarus, mi ricevi? Sono appena apparse sul radar le navette di Vega. Probabilmente si preparano ad attaccare. Fate immediatamente rientro alla base. Chiudo. - era Procton che avvisava del pericolo i ragazzi.
- Lo sapevo! Hanno già inviato i minidischi! Alcor andiamo! Maria, è un attacco di Vega, io devo andare. - e in un batter d'occhio Actarus e Koji si erano precipitati in sella alle moto.
- Vengo con voi, voglio combattere al tuo fianco fratello. -
- Non se ne parla nemmeno. - aveva ribattuto il principe di Fleed preoccupato per l'imminente attacco e per la sorella appena ritrovata.
- E invece si! Niente se e niente ma. Vengo con voi!- si era imposta Maria. - Il dottor Procton mi ha detto che ha appena finito di mettere a punto la Trivella Spaziale e che ci sono anche i comandi automatici. Non sarò un asso a pilotare affari del genere però mi unisco a voi lo stesso.-
Tutti l'avevano guardata a bocca aperta, stupiti di tanta testardaggine. Dopo un cenno del capo di un Actarus rassegnato, i quattro erano saliti sulle due moto e si erano diretti verso la base.
- Non si può mai stare tranquilli però! Accidenti a voi! I nostri amici spaziali vogliono solo un pacifico contatto con noi...tornate qui...dannazione! Quel fannullone di Actarus...sempre a suonare quella chitarra! Ma quando si tratta di salutare gli amici se ne va! - aveva gridato Righel contrariato battendo i piedi a terra mentre Mizar lo trascinava via implorando: - Papà vieni che sennò ci facciamo prendere... -
Intanto durante il breve tragitto verso il centro di ricerche...
- Ehi, vedi di muoverti! Se guidi questo macinino come monti i cavalli allora arriviamo domani. - aveva incitato Maria dietro a Alcor.
- Non mi sembra il caso di fare la schizzinosa, altrimenti ti mollo qua, che tu sia la sorella di Actarus o meno, capito?- aveva replicato lui alquanto irritato ma anche attratto dal carattere pungente della ragazza appena conosciuta.
- Hmf! Che sbruffone! Per fortuna la strada è breve...- aveva bofonchiato Maria che a quanto pare aveva trovato pane per i suoi denti.

* * * * ** **

Intanto sull'albero Vega...
- Comandante Supremo, siamo pronti? Non voglio un altro insuccesso. -era Re Vega in tutta la sua possanza che era apparso sul ponte di comando.
- Si, mio signore. - aveva annuito Lady Gandal dalla fessura del volto. - Il mostro Zardan è appena partito dalla base di Skarmoon, ben protetto dai minidischi. Stavolta Ufo Robot e i suoi compagni non hanno scampo. -
- Me lo auguro per lei Comandante. - e si era diretto verso il monitor principale per trasmettere alla base nemica.
- Dottor Procton venga a vedere... arriva qualcosa sul monitor centrale...è di ...-
- Stavolta non avrete alcuna possibilità di vittoria. Il mostro Zardan è un nuovo tipo di robot con parti meccaniche costruite con una lega particolare, grazie al genio del capitano Zuril. Arrendetevi e consegnateci la Terra piccoli e insignificanti esseri. Vi do la possibilità di consegnarmi Ufo Robot e di schierarvi dalla parte del vincitore, perché presto sarò il dominatore dell'universo intero...Ah ah ah! - e la comunicazione era stata interrotta.
- Actarus, che ne pensi? - aveva chiesto Procton preoccupato per la sorte del suo pianeta.
- Sono dei maledetti. Ma non mi avranno mai e combatterò fino alla fine! - era esploso sbattendo i pugni sul tavolo. - Padre, se non dovessi tornare, sai ciò che devi fare. Non lasciare che Goldrake cada in mano loro. Mai. - aveva bisbigliato.
Poi si era voltato verso i suoi compagni e aveva aggiunto: - stavolta devo chiedervi di non seguirmi...è troppo pericoloso e preferisco affrontare questo mostro da solo. Lasciatemi fare. Vi prometto che tornerò perciò non state in pensiero. Addio. - il tempo di lanciare uno sguardo veloce a Venusia, al suo migliore amico e alla sorella che si era lanciato fuori della sala di comando.
- Ma dove credi di andare? - lo aveva afferrato per un braccio Alcor - pensi che ti lasci tutto il merito della vittoria? - aveva dato una pacca sulla spalla del suo compagno e lo aveva seguito fuori, pronto al combattimento.
- Addio. - e Venusia era fuggita dietro di loro.
- Dottore, vado anch'io. - cercava di imporsi Maria.
- Ma non hai mai provato l'agganciamento con Goldrake e nemmeno noi conosciamo le potenzialità della Trivella Spaziale. E' troppo pericoloso. Non posso permetterlo. - implorava accorato Procton.
- Lo so che non ho esperienza ma ho fiducia in mio fratello e nelle mie capacità...e poi un po'di fortuna non guasta. Mi dica dove è la mia nave la prego. -
- Non posso. - concluse Procton. Poi, con l'inflessibilità di sempre aveva aggiunto - tutti ai vostri posti.-
- Non posso restarmene qua con le mani in mano. - Maria era uscita seguendo Venusia che correva verso la sala adibita al decollo. Era entrata nello spazio dedicato alla Trivella spaziale e si era lasciata guidare dal sistema. Calatasi nel tubo, era caduta nell'apparecchio, aveva afferrato i comandi e senza capirci un granché aveva azionato la leva per il decollo.
- Goldraaaaaaaaaaake! - Actarus si era appena trasformato per accedere alla navetta gettandosi dall'alto, poi sedutosi, aveva caparbiamente afferrato i comandi e passando all'interno dello Spacer era arrivato alla postazione di comando. -
- Goldrake. Avanti! - e il disco era partito sfrecciando attraverso la fessura nascosta dall'acqua scrosciante, seguito dal Goldrake 2, dal Delfino spaziale e da un'instabile Trivella spaziale pilotata da Maria.

* * * *** ** * * * * *

All'orizzonte cominciava a delineasi la sagoma di un enorme mostro circondato dai soliti minidischi che avevano già cominciato a lanciare i raggi laser distruggendo tutto. Atterrato, Zardan abbatteva alberi e case, lasciando dietro di sé solo terra bruciata ed incendi, avanzando verso il centro di ricerche a grande velocità. Ma all'improvviso si sentì gridare: - Goldrake! Fuori! - e il robot si era sganciato dallo Spacer dirigendosi contro il mostro di Vega. Tutt'intorno Venusia, Alcor e Maria creavano una manovra diversiva contro i minidischi.
- Actarus, pensa solo al mostro. Qui ci pensiamo noi. Chiudo. - e Alcor aveva virato per l'assetto d'attacco.
- Maria rientra alla base. E'un ordine! - era Procton.
- Me la cavo...accidenti...e poi chiederò consiglio a quello sbruffone! Adesso ho da fare dottore. Chiudo. - aveva messo giù la ragazza e poi aveva contattato Alcor: - Senti, ma quanti sono? Ma è sempre così? -
- E tu che ci fai qui? Una ragazzina come te deve restarsene a casa...fai ancora in tempo a rientrare. - aveva chiuso il ragazzo. - Fatevi sotto maledetti! Lame ciclonicheeeeeeeeeee!!!-
- Quante arie! Avrebbe bisogno di una bella lezione! Ahhhhhhhhhhhhh... - la Trivella spaziale era stata colpita sulla fiancata. Maria non governava più l'apparecchio e stava precipitando lasciando una lunga scia di fumo nero.
- Accidenti a lei...si schianterà! - aveva gridato Alcor - Maria... Maria! Tira a te la leva di destra! Mariaaaaaaaa... -
La ragazza era in preda al panico nell'apparecchio che girava vorticosamente, ma sentita la voce del compagno aveva ripreso il controllo e si era aggrappata alla leva dei comandi con tutta la forza. La Trivella si stava stabilizzando, ma quel tanto che bastò per un atterraggio alquanto violento.
- Maria tutto bene? Maria? Deve essere svenuta. Venusia, la Trivella è andata. Accerchiamo i minidischi, tu da nord e io da sud. Vedi Actarus come sta andando? -
- No, sono troppe le navette nemiche. Ok ...ci sono...inizio la manovra...Maledizione... -
- Che hai? Venusia? -
- Mi hanno colpita! Cerco di atterrare...i comandi non rispondono!!! nooooooooooo -
- Maledizione! Vedetevela con me vigliacchi! Raggio ciclonicoooooooooo! - si era gettato tra le schiere nemiche all'impazzata.
Intanto Goldrake era impegnato nella battaglia contro Zardan, un enorme mostro di Vega che mostrava tutta la sua potenza. Testa a forma di grosso lupo, mostrava zanne appuntite e occhi che sparavano raggi paralizzanti. Il corpo era tondo e poggiava su due pesanti dischi rotanti che lanciavano missili. Le braccia terminavano con una trivella e con un groviglio di tentacoli estensibili acuminati. Actarus si era avventato sul mostro dando pugni, ma l'altro si era allontanato velocemente rispondendo con i missili.
- Ahhhh! Disintegratori paralleli! - e i raggi lanciati verso il nemico avevano cozzato contro il raggio paralizzante sprigionando un bagliore accecante.
- Maledizione! Non vedo nulla! - Actarus cercava di dimenarsi per capirci qualcosa indietreggiando. Improvvisamente era stato scaraventato a terra da Zardan che gli aveva puntato la trivella sul petto e ora stava trapanando con una violenza inaudita spingendolo sul ciglio di una scarpata.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhh.-
Intanto, sull'albero Vega...
- Tutto va come previsto generale Hidargos. Zardan è imbattibile...stavolta Goldrake sarà sconfitto! Ah ah ah... - Zuril rideva compiaciuto del suo lavoro.
- La battaglia non è ancora finita capitano! Non sarò soddisfatto finché non vedrò la testa di quel fleediano su un piatto d'argento. -aveva replicato il Generale delle truppe di Vega - solo allora crederò alla sconfitta definitiva di Goldrake.-
- Generale Hidargos! Ordini ai suoi uomini di catturare i compagni di Actarus. Se questa battaglia si risolvesse con un'altra sconfitta, almeno potremo ricattare il nemico. Che vengano condotti qui sulla base lunare. - ordinò Gandal tranquillamente seduto sorseggiando un bicchiere di vino.
Sulla Terra...
- Actarus! Actarus! - Alcor si era avvicinato al luogo dello scontro seguito dai dischi nemici, schivando i loro laser.
- Actarus reagisci! - Procton era apparso sul monitor tra le gambe del ragazzo.
- Padre! ... Raggio antigravità !!!- un raggio dai colori dell'arcobaleno si era sprigionato dalla piastra rossa sul petto di Goldrake che aveva sollevato in alto il nemico. Ma nemmeno aveva avuto il tempo di rialzarsi che Zardan lo aveva avvolto con i tentacoli acuminati immobilizzandolo e frustandolo allo stesso tempo. Poi lo aveva subito azzannato con violenza stritolandogli un braccio. Il robot sussultava ad ogni colpo e Actarus sembrava impossibilitato a reagire in alcun modo. Alla vista del compagno disteso e inerme, Alcor si era lanciato all'attacco.
- Maledetti veghiani...lame ciclonicheeeeee! - Alcor aveva scagliato sul mostro una serie di colpi che avevano distrutto parte dei tentacoli liberando l'amico dalla morsa.
- Alcor, ti devo un favore! -
Ma il Goldrake 2 non si era allontanato in tempo ed era stato investito dal raggio paralizzante del mostro, fluttuando a mezz'aria in balia del nemico.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! - il corpo di Alcor era attraversato da una scossa elettrica ad alto voltaggio.
- Maledizione! Maglio perforante!- ed era partito un pugno con delle lame che ruotavano ad oltre 4000 giri al minuto, colpendo la testa del mostro, che aveva interrotto il flusso del raggio facendo precipitare in malo modo il Goldrake 2 oltre la scarpata. Poi senza dargli tregua, Actarus lo aveva colpito con tutta la potenza del tuono spaziale. Un raggio bianco era stato convogliato dalle corna laterali di Goldrake e sparato da quelle piccole poste sulla fronte del robot verso gli occhi di Zardan che ora emetteva suoni terribili e si dimenava. Poi Actarus si era lanciato in alto, e afferrando le due semilune taglienti che alloggiano sulle spalle, aveva gridato: - Alabarda spaziale! - avventandosi con tutta la forza che aveva sul nemico brandendo la potente arma. Con un colpo netto aveva tranciato in due il corpo del mostro facendolo esplodere. Era finita.

* * * * ** * * **

Nel frattempo i soldati dell'esercito di Vega avevano circondato la Trivella spaziale. Maria era ancora priva di sensi, venne fatta prigioniera e caricata su un disco.
Actarus si era rialzato appoggiandosi all'Alabarda, poi era rientrato nello Spacer per un sopralluogo ma tutto intorno era solo distruzione e silenzio. In lontananza aveva visto il Delfino spaziale e si diresse in quella direzione.
- Venusia...Venusia...tutto bene? - aveva estratto il corpo senza conoscenza della ragazza e adagiatola sull'erba cercava di rianimarla.
- Umh...dove sono? Ah già...la battaglia! Maria è precipitata! -
- Cosa? Maria era lassù con noi? Le avevo ordinato di non seguirmi...maledizione! - poi aiutatala a rialzarsi - sai dov'è finita? E Alcor? Ho visto il Goldrake 2 precipitare ma non so dove. Spero sia tutto a posto. Vado a cercarli. -
Ma si era appena diretto verso il robot quando aveva visto un gruppo dei soliti minidischi scortare una nave aliena, dalla quale era uscita una voce a lui familiare: - Eh eh eh...Actarus dopo tante battaglie siamo finalmente giunti alla fine! Ho sempre desiderato vederti strisciare ai miei piedi e oggi sarà il giorno più bello della mia vita! Ah ah ah ... - Hidargos lo guardava con soddisfazione.
- Non lo farò mai! Ho giurato di proteggere questo pianeta con la vita e lo farò! Distruggerò tutti voi maledetti veghiani!- e si era diretto in fretta verso lo Spacer.
- Non lo farei se fossi in te...se ci tieni a questa ragazza! - Hidargos era sceso dalla nave scortato dai soldati tenendo per un braccio Maria imbavagliata e ancora stordita.
- Maria! Mariaaaaa ... - Actarus era tornato sui suoi passi in preda al panico.
- Consegnaci il Goldrake e non le sarà torto un solo capello. -
- Mai! Vigliacchi! -
- In questo caso lei diventerà nostra alleata...il sistema del lavaggio del cervello è infallibile! - le aveva afferrato il volto con fare sprezzante.
Actarus aveva stretto i pugni carico di rabbia ma non aveva visto altra scelta che cedere.
- D'accordo, vi seguo. -
- Ma Actarus...che ne sarà di noi? - Venusia lo guardava preoccupata.
- Non ho altra scelta. Non posso perdere di nuovo mia sorella. Addio.- Dopo un ultimo sguardo era salito sullo Spacer in attesa di essere fatto prigioniero. Il robot era stato incatenato alla nave di Vega e tratto verso la base di Skarmoon.
Intanto i soldati dell'esercito di Vega avevano circondato il Goldrake 2. Alcor, con la fronte sanguinante, era riuscito ad uscire barcollando dall'apparecchio ma aveva trovato due veghiani armati ad aspettarlo.
- Maledetti! - li guardava con disprezzo il giovane pilota.
- Seguici senza fare storie e non ti sarà fatto alcun male. - gli avevano risposto puntando le loro armi.
- Me la pagherete. - e si era diretto verso il disco seguito dai nemici. Mentre cercava di riguadagnare lucidità vide in lontananza, oltre la parete di roccia, lo Spacer incatenato e trainato dalla nave aliena allontanarsi. Di sicuro Actarus era caduto in mano nemica. Che poteva fare? Senza Goldrake la Terra sarebbe caduta in balia del nemico in poco tempo. E poi che ne sarebbe stato del suo migliore amico? Doveva pensare ad una soluzione. Ed in fretta. Salito sul disco, se ne era rimasto in disparte, facendo in modo che una delle due guardie azionasse i comandi lasciandolo in compagnia dell'altro.
- Ah...che male...- si era piegato simulando un malore. Non appena il soldato si era avvicinato per accertarsi che tutto fosse apposto, lo aveva colpito e disarmato con facilità grazie alla sua abilità nel karatè. Poi si era diretto verso l'altro che era alla guida e che non aveva avuto il tempo di prendere la pistola.
- Allora, vediamo chi di noi due piloterà questo macinino...- e lo aveva tramortito con un colpo alla tempia. Aveva indossato la divisa di uno dei due soldati e si era accodato allo stormo di minidischi che rientravano alla base mentre cercava di mettersi in contatto con il centro di ricerche.
- Dottor Procton...dottor Procton...-
- Si Alcor, ti ricevo. Che cosa sta succedendo? -
- Non lo so. Actarus deve essere stato catturato. Vado a salvarlo. Riesce a vedere la traiettoria di dove sono diretti? -
- Aspetta...sono diretti...sulla base lunare! Vanno sulla Luna! Alcor, è pericoloso! -
- Tranquillo dottore, glielo riporterò sano e salvo! Chiudo. -
- Buona fortuna ragazzo mio. - aveva bisbigliato Procton con lo sguardo verso il cielo - controllate ogni mossa del nemico voi e tenete informato Alcor.

* * * * * * * * * *

Il Comandante supremo Gandal passeggiava su e giù per la stanza, con aria compiaciuta, in mezzo ai soldati.
- Mi congratulo con lei, Generale...stavolta ha fatto davvero un buon lavoro. - disse rivolto a Hidargos.
- Finalmente possiamo mettere le mani su Ufo robot e la Terra sarà distrutta per sempre... ah ah ah...ce n'è voluto di tempo ma alla fine la nostra perseveranza è stata premiata. - ed era scoppiato in una fragorosa risata.
- Maledetti vigliacchi. Approfittare di una ragazza indifesa...tipico di voi veghiani - il principe di Fleed, con le mani legate dietro la schiena e il braccio sempre più dolorante guardava preoccupato Maria imbavagliata e gettata in un angolo della sala, senza trovare una soluzione. Finalmente era faccia a faccia con i suoi nemici di sempre, ma aveva immaginato questo momento in maniera alquanto diversa. Erano loro ad avere il coltello dalla parte del manico e non aveva idea di quello che sarebbe potuto accadere.
- E' la legge del più forte e stavolta sarai tu a morire se non accetterai di collaborare. - Hidargos gli aveva afferrato il volto guardandolo negli occhi. - Ho atteso parecchio ma ne è valsa la pena. -
- Non mi piegherò mai finché avrò vita. Ma se mi uccidete ci saranno altri Actarus che vi daranno del filo da torcere perché la razza umana non morirà mai. - aveva parlato con fierezza, pronto ad accettare qualsiasi destino. - Ed ora che avete me, lasciate andare mia sorella. Lei non c'entra nulla! -
-Tua sorella! Ah ah ah ...che incredibile fortuna! Non crederai che avessimo intenzione di barattarla con te! Sa troppe cose e ora che conosciamo la sua identità saremo ben lieti di mettere fine alla stirpe di Fleed! Ah ah ah... - poi, rivolto a Gandal - Voglio avere io l'onore di ucciderlo, Comandante. -
- Maledetti... -
La situazione era senza via d'uscita. Come poteva impedire la loro fine? E come poteva evitare che la Terra subisse lo stesso destino del suo pianeta? Il braccio gli faceva male da impazzire e non riusciva a riflettere.
- Sarà giustiziato insieme alla ragazza, Generale, senza nessuna preferenza. E' la volontà di Re Vega. Voi - rivolto ai soldati - prendeteli e portateli via. -
Dietro di lui quattro veghiani si erano fatti avanti circondandolo e puntandogli le armi contro incitandolo a camminare. Altri due invece avevano sollevato Maria che si dimenava e scalciava come una forsennata. Usciti dalla sala erano stati condotti per un lungo corridoio fino ad arrivare davanti all'ingresso di una piccola camera vicino all'hangar dove era stato portato Goldrake.
Nella sala principale intanto, Gandal si era messo in contatto con il suo Re.
- Maestà, attendiamo ordini. I prigionieri sono stati condotti fuori e Ufo robot è già stato affidato al Capitano Zuril e ai suoi uomini.
- Bene! Ah ah ah...attendevo con ansia la fine di tutto ed ora ci siamo. Comandante! Proceda pure! - e la comunicazione era stata interrotta.
- Ai vostri ordini! - Gandal si era inginocchiato come era solito fare. - Hidargos...si assicuri in prima persona che i due prigionieri siano giustiziati. -
- Sarà fatto! Voi due venite con me! - ed era uscito seguito dai fedeli soldati.
Accanto all'hangar intanto i prigionieri erano fermi davanti alla porta in attesa che i soldati ottenessero l'accesso. Improvvisamente una risata aveva rotto il silenzio. Tutti si erano girati interdetti in direzione di uno dei soldati che si era accostato ad Actarus e a Maria liberandoli con il laser.
- Ma... -
- Sono io amico! - da sotto il cappuccio era comparso il viso di Alcor - I favori che mi devi adesso sono due!- e senza aspettare oltre si era gettato sui soldati dando sfoggio della sua abilità aiutato da Actarus. Era immediatamente scattato l'allarme e già si sentivano in lontananza i passi di un plotone nemico che si avvicinava di corsa.
- Cos' è questo caos?- aveva chiesto Gandal insospettito.
- Signore, i prigionieri sono fuggiti e sono diretti nell'hangar. -
- Incapaci! Rintracciate il generale Hidargos! Esigo spiegazioni! Voi...chiudete tutte le uscite. -
Intanto...
- Presto, non c'è tempo da perdere! - Alcor cercava di trascinare via Maria aggrappata al collo di un povero soldato tramortito. - Goldrake è da quella parte, nell'hangar...accidenti Actarus...è pieno di guardie! Ma almeno sono state tolte le catene...come facciamo a uscire da qui?-
- Andate, vi copro io! -
Alcor e Maria erano entrati nell'hangar protetti dal fuoco di copertura sparando contro chiunque gli si parasse davanti. Presto erano riusciti a raggiungere uno dei minidischi tra mille raggi laser che cercavano di colpirli invano mentre Actarus era salito a bordo dello Spacer.
- Goldrake! Avanti! - e il robot aveva cominciato a muoversi tra il rumore assordante e il vortice d'aria creato dall'accensione dei motori, seguito dai due compagni. Si era creato lo scompiglio generale.
- Che razza di incapaci! Ci stanno sfuggendo! Dobbiamo seguirli e distruggerli per sempre - Hidargos era arrivato nell'hangar furibondo.
- Lame rotantiiiii! - e dallo Spacer erano partite due dischi rotanti dotati di lame affilate che avevano creato un varco per la fuga. - siamo fuori...ed ora torniamo a casa! -
Il tempo di arrivare nei primi strati dell'atmosfera lunare che il nemico era alle calcagna.
- Actarus abbiamo visite. - aveva fatto notare Alcor comunicando attraverso il casco.
- Si ma ancora per poco. Goldrake! Fuori! -
- Aprite il fuoco...senza pietà! Dobbiamo ridurli in cenere!!! - Hidargos batteva i pugni dando ordini a chiunque come impazzito. Coperto dal laser proveniente dal disco pilotato dall'amico Actarus era arrivato a tiro della nave di Vega schivando l'attacco nemico.
- Boomerang elettronicooooooo - e le semilune erano partite schizzando via squarciando l'apparecchio comandato dal Generale facendolo esplodere.
Il profondo blu dello spazio aveva assunto per un attimo il colore rosso fuoco del sole calante per poi tornarsene al buio totale.
- E'finita! Torniamocene a casa! -
- Yuppì! Ce l'abbiamo fatta!!! Actarus sei grande! -
- Non ce l'avrei mai fatta senza di te, amico! Grazie! -

* * * * * * **

- Esigo una spiegazione! Tutto ciò è inammissibile! Come avete potuto lasciarli fuggire!!! Questo comportamento e questa negligenza non passeranno inosservate. Il Generale Hidargos ha pagato con la vita la sua inettitudine...quanto a voi...attendete mie comunicazioni!- Re Vega non era mai stato così furibondo. Si era ritirato scortato dai soldati.
- Quell'incapace si è fatto uccidere...eh eh eh...era ora che venisse rimpiazzato! - Zuril sorrideva cinicamente. - Sicuramente prenderò io il suo posto...mi spetta! -
- Mi meraviglio Capitano! In una situazione grave come questa lei pensa alla carriera! - Gandal aveva fulminato con lo sguardo il suo sottoposto - Uno dei più valorosi generali del nostro esercito ha dato la vita per la nostra causa oggi. Invece di pensare ai suoi successi dovrebbe pensare alla causa della nostra sconfitta! -
- Non è certo per la mia incapacità che Actarus è riuscito a fuggire...non crede anche lei? - lo aveva guardato ammiccando ironicamente - Zardan è stato perfetto! Se non fosse stato per la mancanza di strategia di Hidargos e per la superficialità...- si era fermato in tempo guardandolo con malignità.
Il Comandante si era voltato e stringendo i pugni era uscito a grandi passi dalla stanza.

* * * * * * * * * *

- Brindiamo alla salute dei nostri amici! Alla vittoria!!! A Maria!!! -Righel aveva aperto i brindisi entusiasta.
Al ranch Betulla Bianca era stata organizzata una grande festa di benvenuto in onore di Maria ed erano stati invitati in molti. Oltre Mizar, Venusia, Banta e Actarus, presenziavano Alcor, il dottor Procton e alcuni scienziati del centro di ricerche con le loro famiglie. L'ambiente era molto accogliente e l'che si respirava era di estrema serenità e spensieratezza. I ragazzi si divertivano a prendersi in giro, mentre Righel cercava di intrattenere il resto degli ospiti raccontando del club degli amici degli extraterrestri e dei tentativi di contatto con gli spaziali. Actarus e Venusia erano usciti a prendere un po' d'aria e godersi il cielo stellato, mentre in sala si erano sentite le prime note della tipica musica country...
- Ti va di ballare? Questa musica non è il mio forte ma sono comunque un ottimo ballerino! - Alcor aveva preso Maria per un braccio trascinandola in mezzo alla stanza senza darle il tempo di replicare.
- Se non fosse per la tua esasperante strafottenza, saresti anche il mio tipo. -
- Così io sarei strafottente...ma senti senti! E chi è la pazza che si è messa in testa di pilotare la Trivella spaziale senza cognizione di causa? -
- Beh, volevo dare una mano...grazie tante della comprensione! - e aveva fatto come per andarsene, imbronciata.
- Per questa volta sei perdonata! Beh...che ne dice signorina...mi concede questo ballo? - le aveva preso la mano con delicatezza accennando un inchino, completamente rapito dall'esuberanza di lei.
- Con molto piacere signore - aveva risposto all'inchino sorridendo.
- Scusa, ma adesso tocca a me - Mizar aveva scansato Alcor rivendicando il proprio turno.
- Ehi moscerino! -
- Continui con la tua prepotenza? - Maria lo aveva fulminato.
- Ok ok mi arrendo! - e si era fatto da parte mentre i due si erano lanciati nelle danze.
Intanto fuori Actarus e Venusia si godevano il fresco e la tranquillità della sera. Dal ranch provenivano schiamazzi e risa in lontananza. Il profumo di erba appena bagnata dalla prima brina infondeva serenità e quiete. Poggiato al tronco di una grossa quercia con un filo di erba tra le labbra, Actarus si godeva il meritato riposo in compagnia di Venusia, accompagnato dal dolce suono della sua chitarra.
- E' meraviglioso qui...lontano da tutti i problemi e dalle preoccupazioni per ciò che sarà di noi e della Terra. Mi piacerebbe restare così per sempre a godere di tutta questa magnifica natura.-
- E' vero! Sembra di essere in paradiso. - aveva risposto lei a occhi chiusi - immagini mai il tuo futuro?-
- A volte mi capita di pensarci su e mi vedo sempre qui, con te e gli altri a prendermi cura della fattoria, tra amici e immerso nella bellezza della natura. Però sento sempre nella testa una voce che mi chiama da lontano e che non riesco a soffocare... -
- A cosa ti riferisci?-
- Al richiamo della mia patria. So che la stella Fleed è stata distrutta da Vega, ma l'amore che ho per lei non si è spento e non morirà mai. Chissà se sarebbe possibile renderle lo splendore di un tempo -
- Ma sarà distrutta...e poi Maria ci ha raccontato che non vi erano superstiti oltre ai pochi con cui era lei. -
- Lo so, ma come principe ho dei doveri e sento che potrei ancora fare qualcosa. Il rimorso per essere fuggito e non aver fatto nulla nel momento del bisogno non mi ha mai abbandonato. So che riuscirei a ricostruire la felicità e la spensieratezza di un tempo. Adesso lo so ed è grazie a mia sorella. -
- Bene, per la prima volta da tanto tempo ti sento sereno e sono serena anch'io... - gli aveva preso le mani nelle sue, pensando che in fondo anche il solo essergli vicina la appagava - anche se ci saranno battaglie dure da affrontare, lo faremo insieme, con un nuovo slancio. Ti sarò sempre accanto, lo prometto. -
Actarus la guardava con infinita tenerezza perché sapeva che quello che lei diceva era vero. Sapeva che avrebbe dato la vita per lui, così come lui per lei e per tutti coloro che ne avessero avuto bisogno. Promise a se stesso che non avrebbe mai lasciato la Terra prima di aver sconfitto Vega.
Poi da dietro una siepe era sbucato Mizar con passo felpato che bisbigliava: - Pst...ehi voi due...non crederete che la festa sia finita? Sono appena arrivati i membri del club degli amici degli extraterrestri e papà è già ubriaco. Che ne dite di venire a dare una mano?-
- Eh già...al solito! Il dovere ci chiama! Actarus sei pronto per questa nuova battaglia? - lo aveva guardato divertita la ragazza.
- Sarà dura ma ce la metterò tutta!!! -
E si incamminarono verso il casolare illuminato sorridenti e pieni di speranza per il futuro.

Fine

Maria Grace Fleed

* Un grazie speciale al mio Alcor e a mio fratello Actarus per i loro consigli.

La sfida