L'EGUALITARISMO DI GIOVANNI CRISOSTOMO

 

Il cristianesimo non ha mai predicato l'abolizione della proprietà privata come fonte di disuguaglianza e di ingiustizia, tuttavia l'esigenza egualitaria è fortissima nel messaggio cristiano.

Giovanni Crisostomo(345-407),padre della Chiesa di lingua greca,patriarca di Costantinopoli,partendo dall'ispirazione egualitaria che pure vi è nel Vangelo,denunzia nella seguente omelia la disuguaglianza economica tra gli uomini,contestando la legittimità della proprietà privata,la quale offende l'economia del piano divino. E le insipide parole mio e tuo sono l'origine prima di ogni male tra gli uomini.
"Dimmi,come ti sei fatto ricco? Da chi hai ricevuto le tue ricchezze? Dirai da tuo nonno o da tuo padre. Potresti provare,risalendo ai tuoi ascendenti,che questa tua fortuna è giusta nelle sue origini?Certamente no,anzi,sarà necessario confessare che questa fortuna procede originariamente dall'ingiustizia e dalla frode. Perchè? Dio in principio non fece gli uni poveri e gli altri ricchi,nè nel momento della creazione agli uni mostrò molti tesori e agli altri no,ma a tutti lasciò la stessa terra perchè la coltivassero.
Come si spiega ora,che essendo la terra di tutti,tu tieni tanti iugeri,mentre il tuo prossimo non possiede nemmeno un palmo di terra?Mio padre - risponderai - me li ha lasciati in eredità. E tuo padre da chi l'ereditò?Dai suoi ascendenti. Ma se continui ad indagare,necessariamente t'imbatterai in un'origine...
La terra con tutto quello che vi è in essa, non appartiene al Signore? Se dunque le nostre possessioni appartengono ad un Signore comune, anche apparterranno a coloro che come noi lo servono, ogni volta che i beni del Signore si spartiscono in eguali parti tra i suoi servitori.
Non è questo che vediamo nelle grandi case?
A tutti si distribuisce la stessa razione di pane che esce dai granai della famiglia, la casa è aperta a tutti.
Considera l'economia del piano divino; Dio fece cose di uso comune (il che implica una condanna assoluta delle irregolarità economiche che tanto abbondano nella società umana); di questo numero sono l'aria, il sole, l'acqua, la terra, il cielo, il mare, la luce e gli astri.
Dio ha ripartito tutto questo tra noi come tra veri fratelli, ci ha dato gli stessi occhi, lo stesso corpo, una stessa anima e identiche facoltà.
Tutto ci viene dalla terra.... Ma quando qualcuno tenta di prendere possesso di alcuna cosa, appropriandosela, allora sorgono conflitti, come se la natura avesse a male che noi altri dividiamo ciò che Dio volle stesse unito. Ecco qui il risultato dei nostri sforzi. Quando trattiamo di possedere qualche cosa privatamente, tenendo continuamente in bocca le insipide parole mio e tuo, allora è quando sorgono le lotte fratricide, le invidie ed i rancori.
Così accade perchè il possesso in comune è più naturale che la proprietà privata". (G. Crisostomo, Omelia XII sulla prima lettera di Paolo a Timoteo in Barbieri).
Non dobbiamo dimenticare l'esaltante esperienza comunista delle prime comunità cristiane ossia la Comune evangelica che prefigura, su basi differenti, la Comune francese e quella cinese. 
Il male è sotto gli occhi di tutti ed è allora una necessità imprescindibile: "il possesso in comune è più naturale che la proprietà privata".
Si dovrebbe arrivare a fondare un concetto di ripulsa morale, inteso come un modo di provare una invincibile repulsione per l'accaparramento, in tal maniera che sia avvertito come disvalore, alla stessa stregua dell'uranismo.
L'umanizzazione dell'uomo non sarebbe passata attraverso i cataclismi della guerra, in assenza della proprietà privata, ma si sarebbe snodata pacificamente attraverso una mera evoluzione nel tempo.
Quante rivoluzioni e quanto sangue l'uomo avrebbe risparmiato, rinunciando alla proprietà privata!
Le generazioni del passato, avendo rifiutato la pedagogia di San Giovanni Crisostomo, che è altresì la dottrina evangelica, hanno sofferto, pianto, sanguinato.
E oggi? Oggigiorno la prospettiva di un mutamento è vana e lo spettro della fame, della miseria e della guerra atomica, incombe sul mondo!

Prof. Domenico Buccafusca