L'INTERVISTA DEL GIORNO

MISTER X

(Quarta parte)

Fuori ha ripreso a piovere con insistenza e dai tuoni che si odono in lontananza non c’è proprio speranza che possa smettere in poco tempo. Mentre i lampi illuminano minacciosi l’orizzonte oltre il campo di calcetto della "Selcetta" Mister X continua a rispondere alle mie domande con molto entusiasmo quasi volesse trastullarsi al calduccio del ristorante il più a lungo possibile. Siamo arrivati a parlare di Maurizio Lattanzi e al suo nome il mio interlocutore sembra quasi emozionarsi. Fare i complimenti a Maurizio è come aggiungere una goccia d’acqua ad un oceano. Lui è sommerso dagli apprezzamenti ma io non posso fare altrimenti e uniformandomi al giudizio di tutti lo definisco un giocatore straordinario. E’ l’uomo in più della Lazio calcetto, un vero faro per tutti Noi capace di distribuire assist e trafiggere i portieri con una facilità imbarazzante. Ti spettavi che Maceratesi riuscisse a strapparlo alla concorrenza e a portarlo in biancoceleste ? Sapevo che Franco lo corteggiava da tempo e che Maurizio gli aveva promesso gli ultimi anni della sua carriera. Bisognava solamente avere pazienza. Franco e tutta la Lazio ce l’ hanno avuta e finora sono stati ripagati alla grande. Devo ammettere che  è veramente molto  bello conoscere questi retroscena. Scoprire che nelle scelte della vita talvolta vincono i valori della stima reciproca, dell’amicizia e delle promesse mantenute riscalda il cuore ed infonde credibilità a tutto il mondo dello sport. Quanto pensi che giocherà ancora il “marziano” di Fiumicino?  Non conosco i suoi progetti ma malgrado la sua carta d’identità cominci a rivelare i segni del tempo spero voglia deliziarci per molti anni ancora. Fossi il Presidente della tua Società gli firmeresti un bel triennale? Lo farei con il sangue se fosse necessario. Non credi che la presenza in squadra di un giocatore così forte e prestigioso possa condizionare  i giovani fornendo loro un facile alibi da esibire ogni volta che escono sconfitti dal campo? Maceratesi non lo consentirebbe mai. Ci spellerebbe vivi. Lui ha voluto Maurizio per farne il nostro direttore d’orchestra e non di certo per darci un parafulmine. Com’è il “vecchio” negli spogliatoi? Silenzioso ma presente più di quanto si possa immaginare. Risposta dopo risposta siamo arrivati all’altro “vecchietto” del team biancoceleste: l’indistruttibile e” sempreverde” Ermete Palombi. Un mito! Gli anni passano Ermete no! Non è il titolo di una canzone ma la sacrosanta verità. Non si riesce nemmeno più a contare le sue stagioni a grandi livelli ma  lui sul campo continua ad andare come un treno. Qualche volta deraglia e fornisce delle prove stonate ma tutto questo rientra nella normalità perché ad una prova incolore Ermete ne fa seguire tre sopra le righe. Dalle tribune spesso si rimane colpiti dai suoi gesti di disappunto ogni volta che viene ripreso dal Mister o dai compagni. Ti riferisci a quando inclina la testa sulla spalla e mani lungo i fianchi corre via strabuzzando gli occhi? Si è proprio questa la smorfia che gli vediamo fare molto spesso. E’ un suo personalissimo modo di reagire per colpa del quale molti potrebbero immaginarlo come burbero o suscettibile ma in realtà non è così anzi tutto il contrario. Ermete è un giocatore caratteriale ed ha  bisogno di stimoli continui per dare il massimo così al sabato  la sua tensione nervosa è sempre sopra le righe. In partita  è’ il bersaglio preferito di Maceratesi che lo tartassa di rimproveri anche se poi scopri che non farebbe mai e poi mai a meno di lui. In questi anni di militanza in biancoceleste Palombi ha dato molto alla Lazio calcetto tanto da rappresentarne una delle componenti più importanti. Passiamo dai vecchi gladiatori alle giovani promesse. Cosa hai da dirmi su Enrico Sammartino? Piedi buoni come quelli di Aversa e notevoli possibilità di crescita. E’ uno dei giocatori più estrosi della squadra e spesso durante le sfide del torneo Die Hard ci lascia a bocca aperta esibendosi in numeri di alta scuola balistica. Qualche volta esagera nei tocchi e questo eccessivo innamoramento del pallone rappresenta il terreno su cui impostare i suoi futuri miglioramenti. Questo per Enrico è il suo primo anno da titolare in serie B e vedrai che  dopo il gol di Frosinone non mancheranno altre soddisfazioni a ricompensarlo dell’impegno profuso in allenamento. Eccoci arrivati a Stefano Scarcia .............................................

(Fine quarta parte) 

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