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Domenica 19
Ottobre 2008
IL
CARSO
XXXIV
Marcia d'Autunno
"Camminando
ta la foiarola"
per
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Il CARSO
Ai confini orientali
della Provincia di Gorizia, la piana dellIsonzo incontra un basso
altopiano, il Carso, terra la cui storia affonda in tempi remoti, come
attestano i resti di numerosi castellieri, villaggi fortificati risalenti
alletà del Bronzo che occupano i suoi punti più
alti; tra questi, il Castellazzo di Doberdò è uno dei
meglio conservati.
Zona di confine e di facile accesso alle ricche terre della pianura,
il Carso ha visto transitare nei secoli eserciti e popolazioni: Nel
VI secolo, incalzate dagli avari, vi si stanziano popolazioni slave
che tuttora costituiscono la maggioranza degli abitanti.
Il Carso goriziano, delimitato a sud est dallampio canalone dal
Vallone di Doberdò. Scavato forse dallantico corso dei
fiumi Isonzo e Vipacco è solo un porzione di un sistema più
ampio che si sviluppa in provincia di Trieste e in Slovenia.
Percorrendo il labirinto di strade e sentieri che lo solcano si incontrano
variegati ambiti naturali: alle alture settentrionali, con fitte boscaglie
e pinete, si alternano le depressioni meridionali occupate dal lago
di Doberdò, di Pietrarossa e di Sablici. Tutto intorno la landa
carsica, dove tra le pietraie e le doline (piccole valli a imbuto),
spuntano i caratteristici cespugli di sommacco (foiarola), che in autunno
tingono il Carso di giallo e di rosso.
Il sottosuolo, per la natura calcarea del terreno, presenta numerosi tipi
di cavità: inghiottitoi, gallerie e grotte, come quella del Proteo
a Sagrado.
Dalle cime più alte, o dai bordi occidentali, si possono godere
di suggestivi panorami sulla pianura isontina e sul mare, verso est
invece lo sguardo si perde nelle dolci ondulazioni del Carso sloveno.
Durante la Prima Guerra Mondiale il Carso è stato teatro di violenti
scontri tra lesercito italiano e quello austro - ungarico. Il
suo territorio conserva ancora numerose testimonianze delle cosiddette
12 battaglie dellIsonzo, una carneficina che costò la vita
a migliaia di soldati. Nascoste tra le doline e dalla vegetazione si
trovano resti di trincee, gallerie, caverne, mentre numerosi sono i
monumenti che la retorica nazionalista ha innalzato sui luoghi delle
più cruente battaglie. Oggi si guarda da un altro punto di vista
il cippo Corridoni, il monumento alla brigata Honved, il monumento alla
Brigata Sassari e tutti gli altri monumenti che parlano di morte e ammoniscono
su un futuro senza guerre. A Redipuglia si trova il sacrario che ospita
le spoglie di 100.000 soldati italiani, poco distante riposano i combattenti
dellesercito austro - ungarico. Da visitare il museo del Sacrario,
sotto il Colle SantElia, ed il complesso monumentale del monte
San Michele che ospita anche un piccolo museo.
In seguito alle distruzioni della Grande Guerra sono rimaste poche testimonianze
del passato di queste terre: sopravvivono alcuni esempi di architettura
rurale, la tradizionale casa carsica in pietra, mentre a Fogliano sorge
intatta la chiesa di Santa Maria in Monte, al cui interno si conservano
preziosi affreschi del Cinquecento. (na)
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