BRUCE SPRINGSTEEN - DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN

 

ANNO : 1978

DURATA:43m20s

VOTO: • • • • 
Quarto album della carriera del Boss , è oggi considerato uno dei più riusciti in assoluto.

 

 

La prima parola che mi viene in mente pensando a questo album è "gioiellino"; proprio così , credo che questo sia proprio un gioiello di cui si può ornare e fregiare la musica rock, un autentico capolavoro in pienissimo stile Springsteen. 

La potenza esplosiva si sprigiona veementemente già dalla prima track "Badlands" che è un continuo crescendo di emozioni , di pari passo con un arrangiamento maestoso che culmina con gli assoli del sax di Clarence Clemons , sempre molto graditi dai fan del Boss e della E-Street band.

I ritmi e gli arrangiamenti sono proprio quelli che un fan si aspetta da un lavoro del Boss e la sua performance è a dir poco stupefacente: la sua voce roca che riesce ad estendersi fino a coinvolgenti acuti , è la vera protagonista di ogni canzone , riesce a catturare l'attenzione su di se escludendo pure le stesse parole che pronuncia ed il loro significato.

Molto simili tra loro come tipologia sono "Something in the night" , "Racing in the street" e "Darkness on the edge of town" tutte e tre rappresentanti di uno stile che definirei più "dolce" in cui la batteria dà proprio un tempo lento e in cui intervengono magari delle tastiere per rendere ancora più orecchiabile la canzone; ma del resto queste sono pure classiche hit del repertorio di Springsteen e lo sono proprio per questo motivo.

Prepotente e anch'essa in continuo crescendo è "Candy's room" che reputo la migliore hit con "Badlands" in cui figura anche una gran prestazione di chitarra come riff ed assolo.Proprio "Candy's room" raffigura bene la carica che riesce a darti comunque l'intero album , che ha comunque delle pause quasi riflessive , come già descritto sopra.

Bastano poi pochi decimi di secondo per riconoscere subito lo Springsteen-style in "The promised land" appartenente al classico filone tipico americano della produzione artistica del Boss, in cui compare finalmente la tanto amata armonica e ritorna l'altrettanto amato sax in un mix musicale quasi tendente al country , sempre rispettando i canoni del rock puro.

La voce del Boss torna assoluta protagonista in "Streets of fire" insieme comunque ad una chitarra distorta davvero ottima; ma è comunque l'interpretazione che davvero cattura , interpretazione che sembra a tratti recitazione, che comincia piano piano semplicemente cantando e continua adattandosi al sottofondo per poi esplodere del tutto con l'entrata in scena della batteria e dà il meglio di se nella parte centrale.

Più sul genere "Hungry heart" è "Prove it all night" classica hit del repertorio ,ancora spesso protagonista nei concerti, che è quasi un surrogato della musica del Boss racchiudendone in se tutti gli elementi caratteristici.

Credo che l'elemento determinante dell'ottima riuscita di questo lavoro , a parte ,ovviamente , la grande qualità dei pezzi, sia la scelta dell’ordine delle canzoni, che tanto ha contribuito al ritardo dell’uscita dell’album , ma che riesce a mescolare bene tra loro gli svariati elementi della musica di Springsteen e a rendere ben amalgamato l’album.

 

 

1) Badlands
2) Adam raised a Cain
3) Something in the night
4) Candy's room
5) Racing in the street
6) The promised land
7) Factory
8) Streets of fire
9) Prove it all night
10) Darkness on the edge of town 
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