RADIOHEAD by Miriam Andreis

La musica come evoluzione e sperimentazione, come ricerca di qualcosa in più  e che, nel bene o nel male, non vuole rimanere ferma su se stessa, ma vuole sempre qualcosa di nuovo.
È questo il concetto che si evidenzia ascoltando i Radiohead  dal loro esordio al loro ultimo lavoro, al momento in cui scriviamo datato 2003.
Una grande verve musicale e una imprevedibilità assoluta caratterizzano la produzione artistica della band di Oxford, oltre ad una enorme capacità artistica di tutti i componenti della band.
Se a metà anni Novanta, dopo l'uscita dei primi due album, il pubblico si era potuto fare un'idea dei Radiohead, vedendoli come un bel gruppetto, in stile pop-rock orecchiabile, magari grazie anche ai singoli di successo quali Creep e High and dry, tutto cambia nel 1997.
Eh si, quell'anno rappresenta lo spartiacque nell'interpretazione stessa della musica da parte di Thom York e compagni, che riescono ad affinare la loro musica e grazie ad una svolta elettronica a trovare un' armonia magica e mistica. Da lì in poi la sperimentazione non si può più fermare, riuscendo anche ad intraprendere vie leggermente differenti di volta in volta, evitando sempre la banalità e la ripetitività.

La band è originaria di Oxford e si è formata quando Yorke, O'Brien, Selway e i fratelli Greenwood frequentavano l'università. Il quintetto prevede tre chitarre e, forse anche per questo i primi passi si muovono verso il pop.
L'inizio della carriera viene spianato da una serie di Ep e singoli vari che permettono ai Radiohead di guadagnarsi una certa fama, soprattutto negli Stati Uniti, mentre trovano più difficoltà con la stampa britannica.
Il primo disco, Pablo Honey, esce nel 1993. Le canzoni sono abbastanza "classiche": melodie chitarristiche, pochi assolo, una discreta alternanza tra distorsione e musica acustica. Un inizio che potrebbe far pensare ad una delle tante band con un discreto talento che però a volte si perdono da sole.
Il singolo che trascina l'album è Creep, ballata rock malinconica, ma anche altre canzoni si distinguono per melodia ed anche testi interessanti. 
Dopo questi successi iniziali si cominciano a fare paragoni con band già affermate, in particolar modo con gli U2 per il modo di cantare di Thom Yorke; il paragone verrà poi  accantonato nel seguito della carriera dei Radiohead che troveranno un filone d'ispirazione ben differente.

Passano due anni ed arriva The Bends, che sancisce il successo mondiale dei Radiohead.
Il tono si fa più pacato e predomina ora l'acustica, e se vogliamo si comincia ad intravedere una posizione che verrà meglio catturata in seguito.
Il metodo di Songwriting si comincia ad affinare e la qualità raggiunta in The bends è già alta. Vengono raccontate storie reali con aspetti estremizzati per renderle paradossali e mettere a nudo le stranezze e controversie della vita.
Particolarmente importante è per questo Fake plastic trees, storia di una coppia che vive in un finto mondo di plastica. 

L'anno della svolta (che non sarà l'unica) è il 1997, che vede l'uscita di Ok Computer, ormai acclamato capolavoro della musica moderna.
In effetti in Ok Computer i Radiohead non sbagliano nulla! 
Alcune canzoni sono da storia della musica: Paranoid android e Karma police, su tutte, ricevono gli allori di pubblico e critica ma è l'insieme che stupisce per la perfezione; perfezione raggiunta attraverso un giusto inserimento di effetti elettronici, che comunque non prevaricano del tutto nelle canzoni.
Le emozioni sprigionate sono tantissime ed ogni singola canzone riesce a colpire una piccola sfera della vita di ognuno, tanto da fare sempre al caso proprio.
Dopo Ok computer gli accostamenti con gli U2 vengono decisamente messi da parte, anzi i Radiohead hanno fatto quello che la band irlandese non è mai riuscita a fare: hanno dato una decisa sterzata alla loro musica, hanno cambiato per rimanere una band nuova e fresca.
Il successo commerciale è planetario e Thom Yorke e compagni si possono permettere qualunque cosa.
Ed in effetti comincia un periodo molto particolare per la band; l'idea della sperimentazione viene portata agli estremi ed anche i rapporti col mondo esterno cominciano ad essere più confusi.
La lavorazione del nuovo album è molto meticolosa e l'attesa dura addirittura tre anni; è del 2000 Kid A, che lascerà attoniti molti fan che si erano avvicinati ai Radiohead con Ok computer.
L'album è estremamente sperimentale, con canzoni che rasentano l'inascoltabile; stupisce inoltre il cosciente anonimato tenuto dalla band, che non promuove commercialmente più di tanto il lavoro.
Nelle stesse sessioni in studio, in pratica viene concepito anche il successivo Amnesiac, nato dagli scarti di Kid A, ma che si rivela molto più orecchiabile.

Dopo la coppia di album Kid A-Amnesiac, cresce l'attesa per il successivo passo della band di Oxford.
Il titolo del nuovo lavoro è il sarcastico "Hail to the thief" ("Benvenuto al ladro" con probabili riferimenti politici), e la data di uscita è il 9 giugno 2003.
Inutile dire che c'è ancora da rimanere sorpresi; si giunge ad un nuovo stile sperimentale, che è in parte un misto dell'esperienza di Ok Computer e dei due precedenti lavori. Hail to the thief è più ascoltabile di Amnesiac ma comunque l'impostazione è molto fondata sull'elettronica.
Il mix è buono, tra le 14 canzoni ci sono vari generi musicali alcuni più tendenti ad Ok Computer , come 2+2=5 e Where I end and you begin, altri più estremi come The gloating e Myxomatosis.

Ora non rimane che aspettare le prossime novità, e forse rimarremmo delusi se non ne trovassimo nel prossimo disco.

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