RADIOHEAD - OK COMPUTER

 

ANNO : 1997

DURATA:53m29s

VOTO: • • • • •
Album unico ed inimitabile che propone 12 lavori di altissimo livello; con questo loro terzo album i Radiohead scalano le classifiche di tutto il mondo ed entrano nel cuore di milioni di fans.

 

 

Una famosa rivista inglese - di cui francamente non ricordo il nome - alla fine del 1997 pubblicò una classifica dei 100 album più belli della storia del Rock. In cima a quella classifica, discutibile come tutte le operazioni di questo tipo, troneggiava inquietante questo Cd. Ovviamente si potrà discutere all'infinito su questo giudizio, ma mi sono sentito in dovere di riportarlo poiché rende l'idea di che tipo di impatto il terzo album dei Radiohead abbia avuto alla sua uscita nel mondo musicale. Partiamo dal presupposto che per affrontare l'ascolto dobbiamo entrare nel mondo ideato dai Radiohead, che è un mondo visto a distanza, come se fossimo antropologi extraterrestri che, con distacco entomologico, studiano l'uomo. 

Osserveremo la paranoia dell'uomo contemporaneo (Paranoid android e Climbing up the walls), la sua alienazione (Fitter happier e No surprises), il suo rapporto con l'Altro (Subterranean homesick alien e la criptica Karma police), con l'amore (Exit music e Let down) e con la morte (Airbag, ancora Exit music e Lucky). Un riff psichedelico di chitarra e parte Airbag, brano di atmosfera orientale che non si sa quanto aderisca ad una visione tipicamente buddista dell'esistenza (l'idea di una costante "rinascita") e quanto la prenda in giro (il mezzo per la salvezza è il molto prosaico e occidentaleggiante airbag del titolo). La voce contemporaneamente dolce e sottilmente perversa di Yorke contribuisce a creare uno scenario di mesta apocalissi, un ironico quadro espressionista che contrappone alle violente immagini del testo una musica ipnotica e lisergica. 

L'apertura già ci fa capire che ciò che stiamo per ascoltare è diverso da tutto ciò che sentiamo in giro. Impressione confermata dalla successiva Paranoid android, uno dei manifesti dello stile Radiohead. Essa si articola in quattro parti distinte: una partenza in cui un complesso giro di chitarra accompagna un falsetto insofferente di Yorke, un'esplosione di rabbia, un intermezzo di placida tristezza (concluso con le dolorosamente ironiche parole "Dio ama i suoi bambini") e il ritorno delle chitarre a tutto volume. Le parole sottolineano la progressiva discesa del protagonista negli inferi della pazzia, della rabbia più incontrollata nei confronti dei suoi simili, della sua stessa vita, di Dio. E' incredibile come l'accumularsi di tracce sonore, invece di generare caos puro, in questo caso generi un'atmosfera malsana molto penetrante. 

Nella terza canzone, Subterranean homesick alien, il protagonista è un disadattato che immagina di essere rapito da alieni capaci di mostrargli "le stelle ed il significato della vita". Ma, come già Platone aveva capito, se l'uomo tentasse di comunicare la realtà al resto dell'umanità, farebbe la figura del pazzo e verrebbe rinchiuso; tuttavia il simpatico protagonista assicura che in quel caso starebbe comunque bene, sarebbe solo "di cattivo umore". 

Proprio l'essere di cattivo umore è il collante (oltre che della condizione umana) dell'intera canzone, in cui la ripetizione di "Uptight" su un arpeggio chitarristico funge da vero e proprio coro. Exit music è una struggente ballata d'amore; i due giovani innamorati morenti lanciano un urlo d'accusa nei confronti di coloro che hanno distrutto il loro amore terreno e, anche se diventati "una cosa sola in una pace eterna", continuano a ripetere fino alla fine della canzone che sperano "che voi soffochiate" (non a caso questa canzone accompagna i titoli di coda del film "Romeo + Giulietta" di Baz Luhman). 

Su uno sfondo chitarristico molto riverberato si sviluppa la successiva Let down, tanto disperata nel testo ("Lascia perdere e stai tranquillo/Schiacciato a terra come un insetto/Involucro rotto, spirito che si innalza/Ali fremono, gambe vanno/Non essere sentimentale, tutto finisce sempre") quanto placida e contemplativa nella musica fino al moto d'orgoglio finale ("Un giorno mi cresceranno le ali"), in cui una seconda voce di Yorke si sovrappone a quella principale, quasi a sorreggerla nel completamento della "trasformazione". 

Seppur pressoché incomprensibile nel testo, Karma police è uno dei capolavori dell'album, una suadente cantilena in cui il protagonista è, di volta in volta, il denunciatore ("Karma polce /arrest this man..."), la "Polizia dall'anima" stessa ("This is what You get when you mess with us") e il denunciato ("Karma police/ I've given all I can, is not enough/ I've given all I can, but we're still on the payroll"); ma mentre il quadro si sta annitidendo la melodia sfocia in uno straordinario squarcio metafisico ("For a minute there/ I lost myself"), in cui Yorke arriva senza mezzi termini dritto nella nostra anima, nel nostro Karma. 

In Fitter happier una voce monocorde, metallica (forse quella di un agente della polizia dell'anima), recita una sorta di decalogo di ciò che ogni buon padre di famiglia dovrebbe e non dovrebbe fare. Questa canzone è il più grande atto d'accusa dei Radiohead nei confronti della morale precostituita, fatta tutta di apparenza e di sottile cinismo ed egocentrismo, e si ricollega direttamente alla rabbiosa Just, presente nel precedente THE BENDS. 

Electioneering è una simpatica canzoncina, una specie di country song suonata nello spazio che critica la diplomazia e l'atteggiamento di chi vuole mettere tutti d'accordo, magari attraverso sotterfugi. La canzone è una delle meno memorabili del disco, ma contiene una raffinata lirica ascendente/discendente ("When I go forwards you go backwards and somewhere we will meet") che la nobilita. 

Tutt'altro che trascurabile è invece Climbing up the walls, splendida raffigurazione sonora della parte oscura dell'uomo. Su un' avvolgente atmosfera di decadimento e inquietudine la voce distorta, quasi fastidiosa, di Yorke ci intima che "Ovunque ti volti io ci sarò/Apri il tuo cranio ed io ci sarò/Salendo su per i muri". Climbing è la dimostrazione che, al loro meglio, i cinque ragazzi inglesi riescono a raggiungere livelli di capacità espressive che nessuno, se si eccettuano i Nine Inch Nails di Trent Reznor, gli Smashing Pumpkins di Billy Corgan e i Tool, oggi può eguagliare. È un opinione personalissima e quindi criticabilissima, ma credo che Climbing sia quel tipo di sound che hanno cercato infruttuosamente gli U2 negli ultimi dieci anni. 

Si torna sulla terra con No surprises, una inquietante litania che descrive il destino che attende tutti gli uomini: "Condurrò una vita tranquilla/ Una stretta di mano/ Un po' di monossido di carbonio/ Niente paura e niente sorprese". Seppur ad un livello espressivo ben differente, risulta, nella sua gelida accettazione, altrettanto disturbante della canzone precedente. Il macabro senso dell'umorismo tipico del gruppo raggiunge vette di pura perfidia in Lucky, in cui il protagonista, un pilota militare americano in missione, sente di essere "ad una svolta" , sente che "Questo sarà un giorno glorioso", ma muore in un incidente aereo e non gli resta che consolarsi con il fatto che "Il capo di Stato mi ha chiamato/ per nome". Dopo un inizio sornione, un giro di chitarra talmente pompato da dare l'impressione di essere fuori luogo (effetto voluto, vista l'atmosfera cupamente parodica di tutta la canzone) accompagna un coro straniato ("Tirami fuori dall'incidente aereo/ Tirami fuori dal lago/ Sono il tuo supereroe/ Siamo appesi ad un filo"). 

In chiusura troviamo The tourist, in cui la voce strascicata di Yorke canta a mo' di filastrocca su un morbido tappeto psichedelico. E l'immaginario turista della canzone ricorda molto da vicino il weirdo della celebre Creep: i cani non abbaiano a nessuno se non a lui e ,se in Creep Yorke si chiedeva "Cosa ci faccio quì?/ Io non appartengo a questo posto", quì si chiede "Dove diavolo sto andando/ A 10.000 km all'ora?". Il protagonista è ancora il disadattato, il sotterraneo triste alieno che su questo pianeta si sente a disagio o, nel migliore dei casi, di cattivo umore.

 

 

1) Airbag
2) Paranoid android
3) Subterrenean homesick alien
4) Exit music (for a film)
5) Let down
6) Karma police
7) Fitter happier
8) Electioneering
9) Climbing up the walls
10) No surprises 
11) Lucky
12) The tourist
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