RINO GAETANO - MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO

 

ANNO : 1976

DURATA:30m45s

VOTO: • • • • 
Rino Gaetano, sulla scia di "Il cielo è sempre più blu", continua, con questo album, nella sua poetica dell'assurdo e di attacco al perbenismo imperante nella società anni 70.

 

Mio fratello è figlio unico continua il  progetto di critica anarchica della società, già lievemente cominciato nel lavoro di debutto,  ma che aveva trovato la sua forza motrice nel successo di pubblico di "Il cielo è sempre più blu", con la consacrazione agli occhi della gente e della critica.

I versi, apparentemente senza senso, di canzoni come Mio fratello è figlio unico e Berta filava saranno ispirazione e manifesto generazionale di migliaia di giovani italiani e sono anche il punto di partenza per Rino per mirare sempre più in alto nei suoi intenti di distruzione anarchica degli schemi preconcetti e ingiusti delle lobby del potere.
"Mio fratello è figlio unico sfruttato represso calpestato odiato" e i successivi e simili versi denunciano lo stato di emarginazione sociale ancora allora (ed oggi) vissuto da tante persone nonostante si voglia spesso credere che tutto vada bene per tutti. La ballata ha un carattere forte e struggente (come tante altre sue ballate) e ci emoziona nel "E ti amo Mario", ripetuto nelle strofe finali.

Altro grandissimo successo, per il quale è tuttora ricordato, è Berta filava, che abbina ad un motivo ballabile una serie di immagini assurde (Berta filava la lana e l'amianto del vestito del santo), ironiche e inneggianti all'amore libero ("Berta filava con Mario e con Gino" , "e nasceva il bambino che non era di Mario e non era di Gino"), tema poi ripreso in quello che sarà forse il suo più grande successo, vale a dire Gianna.

La voce rude e roca , ma trascinante ed entusiasmante,  è sempre la protagonista vera di tutte le canzoni, rendendole uniche e caricandole di emozione;  ci tiene in pugno negli allunghi di Al compleanno della zia Rosina, come anche nella conclusione di "Sfiorivano le viole".

Il tono scanzonato si ritrova in Glu glu, mentre un momento di fondamentale  riflessione di questo disco è Rosita; sin dall'introduzione la musica ciclica ci infonde una sensazione di dolorosa introspezione ed anche il tono del canto di Rino ce lo conferma: "Poi la sera tornare se stessi pensare pensare"
Rimorsi sulle scelte d'amore, su una vita che non ha più valore , rimpianti sul passato e su decisioni basate sulla convenienza invece che sui sentimenti.
Una canzone seria, senza alcun motivo di sorriso o ironia, una rarità nella produzione di Rino Gaetano.

La serietà e la tristezza di Rosita si contrappongono al tono popolare e di scherno de La zappa, il tridente, il martello, la forca, l'aratro,  il falcetto, il crivello, la vanga il cui finale è proprio una ripresa di Rosita; la chiusura contrappone gli strumenti del lavoro dei campi, e quindi del lavoro sudato, a cliché della borghesia nobile (una mansarda in via condotti,il nobile bridge, salmone , caviale , champagne).
Con l'ennesima denuncia delle ingiustizie sociali si conclude uno dei migliori lavori di Rino Gaetano.


Miriam Andreis

 

 

1) Mio fratello è figlio unico
2) Sfiorivano le viole
3) Glu glu
4) Cogli la mia rosa d'amore
5) Berta filava
6) Rosita
7) Al compleanno della zia Rosina
8) La zappa, il tridente, il martello, la forca, l'aratro,  il falcetto, il crivello, la vanga

 
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