RINO GAETANO - AIDA

 

ANNO : 1977

DURATA:29m37s

VOTO: • • • ½ 
Album che ci propone Rino Gaetano in tutte le sfaccettature della sua musica: ironico, sarcastico, accusatore, ma anche malinconico, amaro e fiabesco.

 

L'inizio è affidato alla title track che è la punta di diamante dell' lp; una ballata semplice ma dal tono forte in cui si ripercorre la storia italiana, con amore e disincanto, celandola dietro versi per nulla immediati e spesso oscuri.
Aida è l'Italia, bella, che ha fatto la guerra ed è stata occupata dai nazisti, coi suoi ricordi, i mille mari, la costituente, la democrazia (e chi ce l'ha?), i salari bassi, il terrore russo ma comunque e fino alla fine bella.

Dopo un'altra ballata forte e perlopiù strumentale come Fontana chiara, attacca il
fantastico  motivetto, ironico e tagliente, di Spendi spandi effendi, in cui ci si scaglia contro il potere economico-politico del petrolio, che assoggetta il popolo attraverso il caro-benzina. "E senza benzina o gasolina, soltanto un litro e in cambio ti do Cristina"

Il tono fiabesco di Sei ottavi, duetto uomo-donna, ci regala i sogni di una giovane principessa di favola che si intrecciano con la vita reale.

La voce struggente ed il ritmo in crescendo di Escluso il cane ci riportano al mix perfetto delle suggestioni e delle emozioni della musica di Rino Gaetano.
L'urlo liberatorio "Perché non torni più da me?" è la conclusione malinconica dei versi precedenti.
La latineggiante La festa di Maria ci propone una litania con una certa venatura malinconica, con la chitarra spagnola e la ripetuta "Una mela ho mangiato e del vino ho bevuto, ma non è la festa mia , è la festa solamente di Maria".

La parte critica ritorna, e diventa più aspra e più sottile, in Rare tracce e Standard; entrambe puntano su un bell'arrangiamento con chitarra blueseggiante , in cui si notano i progressi di produzione rispetto agli inizi.
La prima ha ritmo incalzante dovuto ai versi stracolmi di parole che Rino canta quasi in apnea snocciolando paradossi sociali ed ingiustizie, sentimenti e le solite immagini assurde.
La seconda è invece un classico blues, molto breve, la cui caratteristica principale è l'elencare in modo scherzoso e quasi di sberleffo nomi storpiati di cantanti italiani prima (guccì,vecchiò, vendì, dallà) e di politici democristiani dell'epoca dopo (Jule Andreottin).
Si chiude in sordina con una Ok papà che non entusiasma più di tanto, ma d'altronde non si può pretendere che ogni singola canzone abbia caratteristiche di capolavoro, e non ci lamentiamo di certo del risultato globale.


Miriam Andreis

 

 

1) Aida
2) Fontana chiara
3) Spendi spandi effendi
4) Sei ottavi
5) Escluso il cane
6) La festa di Maria
7) Rare tracce
8) Standard
9) Ok papà
 
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